Walter Pilini

[UMBRIA] Walter Pilini è nato a Perugia nel 1948; laureato in Marterie Letterarie, esercita da più di trent’anni la professione di insegnante in provincia di Perugia, dove conduce significative esperienze pedagogiche e didattiche nell’ambito linguistico-espressivo (anche poetico), dialettologico, toponomastico, astronomico e, di recente, nella innovativa pratica filosofica con i bambini e le bambine.

Già redattore della rivista “Cooperazione Educativa”, è autore di numerose pubblicazioni di carattere pedagogico e didattico. Ha collaborato con la Cattedra di dialettologia italiana dell’Università di Perugia per la Toponomastica.
È stato tra gli animatori dell’associazione di cultura dialettale e popolare “Il Bartoccio”.
Insieme a Sandro Allegrini ha dato vita nel 2006 all’”Accademia del Dónca”, un presidio culturale per la tutela del dialetto perugino. Ha svolto numerosi e approfonditi studi sulla lingua e sulla letteratura perugina, in particolare sulla poesia.

È autore di numerose raccolte poetiche, alcune delle quali pubblicate con lo pseudonimo “Quartilio”. Tra queste citiamo: Sott’a l’arco de la Pesa (1980), Giù pell’èa c’è na galina (1982), Soché e picchiarumi (1985), Pensieri in/versi (2006), Spiccioli di Porta Pesa (2006), La sera ciardunamme da Argentino (2007) e 39, corso bersaglieri (2Porzi Editoriali, Perugia, 2008) da cui sono tratte le poesie che qui pubblichiamo, insieme alla prefazione di Renzo Zuccherini.

(01/2008)


Le poesie di Walter Pilini

(da) Pensierosi pensieri

da)

Aguardo la clessidra

la réna s’è amucchiata

l temp è più poco.

(2007)

 

Guardo la clessidra / la sabbia s’è ammucchiata / il tempo è più poco.

 

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Te fugge l tempo

tón du balletti e via

pu l capolinia.

(2005)

 

Ti fugge il tempo / in due balletti e via / poi il capolinea.

 

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Rimbomba de silenzi

la fila de cipressi

al camposanto.

(2007)

 

Rimbomba di silenzi / la fila di cipressi / al camposanto.

(da) Haiku e… …pigrammi

La vita è n epigramma

du vèrzi e via.

(2006)

La vita è un epigramma / due versi e via.

 

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So guasto l giusto

da magnà n sorcio vivo

pu l tu sorriso.

(1993)

 

Sono così arrabbiato / che mangerei un topo vivo / poi il tuo sorriso.

 

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Piove a sgrullóni

s’è fatto m bujo pesto

s’agrigia l mondo.

(1993)

 

Piove a dirotto / s’è fatto un buio pesto / ingrigisce il mondo.

 

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Murì pe n overdose su al Pincetto

opuro tli al Campaccio amò è normale

la morte de n cristiano n fa più effetto

sale l’indifferenza generale.

(2006)

 

Morire per overdose lassù al Pincetto / oppure lì al Campaccio adesso è
la norma / la morte di una persona non fa più effetto / sale l’indifferenza
generale.

[da] Poesie mp…estate (agosto 2006)

È nuta qua nn Italia per lavoro

p’assigurasse n futuro con decoro

benzì tón qualche settimana

lavora a Fontivegge da putana.

(2006)

 

È venuta qui in Italia per lavoro / per assicurarsi un futuro decoroso
/ però nel giro di qualche settimana / si prostituisce dalle parti della
stazione di Fontivegge.

 

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Trent’ anne, laureato,

va n cerca de n lavoro…

So sempre più ncazzato:

ch’avén fatto per loro?

(2006)

 

Trent’anni, laureato, / va alla ricerca di un lavoro… / Sono sempre più
incazzato: / che cosa abbiamo fatto per questa generazione?

[da] 39, corsobersaglieri

Secondo del contesto ndua me trovo

so l Maestro, l Dottore o l Professore,

benzì n ve dico che goduria provo

quan ch’ a la Pesa me chiamon per nome.

(1990)

 

A seconda di dove mi trovo / sono il Maestro, il Dottore o il
Professore, / ma non vi dico quanto sono contento / quando a Porta Pesa mi
chiamano per nome.


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La Pesa, l murelletto, fòri Porta:

t’argire, aguarde ndietro… pare jeri,

benzì de gente adè quanta n’è morta:

fatighe tól gi avanti nchi penziéri.

(1999)

 

Porta Pesa, il muretto [ di via del Pasticcio, N.d.R.], fuori Porta
[Sant’Antonio, N.d.R.]: / ti giri, guardi indietro… sembra ieri, / eppure
adesso quanta gente è morta: / fatichi ad andare avanti con i pensieri.

 

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O ma’ quant’anni è curzo e lavorato

e mai t’éssi sentuto a lamentatte!

Adesso che sè vecchia e ntó stó stato

te sento che me chiede de scusatte

le volte che te lavo e te nutrico

ché gne la fè, adè che sè tradita.

Pu t’accarezzo e ntra che l fo te dico

che quista qui è la ròta de la vita.

(2002)

 

Quanti anni hai corso e lavorato, mamma, / e mai che abbia sentito a
lamentarti! / Adesso che sei vecchia e in queste condizioni / sento che chiedi
di scusarmi / le volte che ti lavo e ti accudisco / poiché da sola non ce la
fai, ora che sei inferma. / Poi t’accarezzo e mentre lo faccio ti dico / che
questa è la ruota della vita.

 

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Ivònne

le minigonne

nun vòn più bene

a la tu età.

(2007)

 

Ivònne / le minigonne / non vanno più bene / alla tua età.

L dialetto

Na lingua ch’è viva

che parlo, che scrivo

che batte, che vibra,

che grido e sussurro

la cerco, la piego

l’addatto, la limo

la mpasto e rimpasto

e pu je do forma

la lingua, la mia

che metto m poesia

ch’osservo e che studio

ch’adòpro nchi mia

e pu n companìa

nchi amichi de sempre…

È vecchia mbómpòe

m’ha dato l nutrìco

a meno nne fòe

e ncóra ciaplìco.

(2007)

 

Una lingua che è viva / che parlo, che scrivo / che batte, che vibra, /
che grido e sussurro / la cerco, la piego, / l’adatto, la limo / l’impasto e
rimpasto / e poi le do forma / la lingua, la mia / che metto in poesia / che
osservo e che studio / che uso in famiglia / e poi in compagnia / con gli amici
di sempre… / È molto vecchia / m’ha nutrito / non ne faccio a meno / e ancora
mi ci impegno.