Premio Ischitella 18ª edizione. Il Covid non ferma la poesia nelle lingue locali d’Italia

Il resoconto degli eventi della due giorni poetica, musicale (senza trascurare l’enogastronomia locale), itinerante tra Foce Varano, Ischitella e Rodi Garganico

 

“Le immagini di un tempo felice, quasi rubato e clandestino in questi giorni non semplici tra ansietà private e globali, le immagini di ore care e intense, che aspirano a farsi traccia profonda, solco di semina e germinazione: sfocate, impreparate, buffe perfino, nell’emozione che altera i tratti. Tanta la gratitudine: porto con me calore ed entusiasmo, ogni sorriso, voli d’aironi, vento e arcobaleni, e parole, gloria di lingue materne, suoni diversissimi tutti portatori di incanto. Una straordinaria festa del dialetto, lingua d’amore, di riconquista e Poesia.”

Questo post su FB è della vincitrice della XVIII edizione del Premio Ischitella-Pietro Giannone Patrizia Sardisco sintetizza meravigliosamente le sensazioni provate dai partecipanti della due giorni poetica, canora, musicale (senza trascurare l’enogastronomia locale), itinerante tra Foce Varano, Ischitella e Rodi Garganico del 3 e 4 settembre 2021 e che mi accingo a raccontare più dettagliatamente. Con largo uso di foto ad opera, in particolare di Manuel Cohen e Vittorio Tallarico. Quelle più professionali di Pasquale Di Bari sono in elaborazione e di loro ci occuperemo in separata sede.

Ed ecco il resoconto.

Foce Varano. Il primo reading

Venerdì 3 settembre gli eventi previsti in due distinte location si sono svolti entrambi presso il B&B Torre del Lago in Contrada Foce Varano.

Il primo, l’Apericena poetico-canora “Con la cultura si mangia”, sponsorizzato da By Cosimillo,  dalle ore 17,30 anziché nella Piazzetta di Foce Varano, ha avuto luogo presso il B&B Torre del Lago con la partecipazione del poeta ischitellano Nino Visicchio e dei vincitori: Patrizia Sardisco, I classificata, Nevio Spadoni, II classificato Antonio Maddamma III classificato e dei finalisti Grazia Scuderi e Gianni Iasimone del Premio Ischitella-Pietro Giannone e con intermezzi musicali del Coro “Voci dell’Atelier” di Roma, diretto dal M° Paula Gallardo Serrao.

L’evento è stato condotto dal ‘presentattore’ Angelo Blasetti che ha declamato testi dei poeti romaneschi Trilussa, Belli e Fabrizi con tema il cibo ed intervistato l’enogastronomo Henos Palmisano sulle eccellenze alimentari garganiche e pugliesi.

Foce Varano. Il secondo reading

Alle ore 20,30, ancora presso il B&B Torre del Lago, in apertura, Mariantonietta Di Sabato, nello staff del Premio Ischitella 2021, con Anna Maria Curci e Rino Caputo, hanno presentato l’interessante traduzione (in cocuratela con Cosma Siani) de “L’albero della cuccagna”, opera di Jim Longhi (ed. Lampyris, Castelluccio dei Sauri 2021), scrittore e autore teatrale di origini garganiche per parte dei genitori emigrati negli Stati Uniti.

Alla presentazione del libro ha fatto seguito il reading dei vincitori e finalisti del Premio Ischitella-Pietro Giannone, con intermezzi musicali del Coro “Voci dell’Atelier” di Roma, diretto dal M° Paula Gallardo Serrao, al quale hanno presenziato i membri della Giuria del Premio.

Prima di iniziare è stato rivolto un commosso pensiero ai poeti scomparsi: Anna Elisa De Gregorio, vincitrice della scorsa edizione al poeta e maestro Franco Loi, amico ed estimatore del premio, al quale aveva partecipato nel corso di due memorabili reading nel 2004 e nel 2009, al poeta dei due mondi Joseph Tusiani e al primo presidente della Giuria prof. Dante Della Terza.

Nel reading si sono succedute le voci poetiche dei finalisti Grazia Scuderi (dialetto siciliano di Catania) e Gianni Iasimone (dial. di Pietravairano, alto casertano) e dei vincitori Antonio Maddamma, Nevio Spadoni e Patrizia Sardisco.

Il prof. Giuseppe Massara ha letto la sua traduzione in inglese di alcuni testi dei poeti vincitori.

 

Sabato 4 settembre – Ischitella

Sabato 4 settembre. La Giuria e premiati a Rodi garganico tra un impegno e l’altro del Premio Ischitella-Pietro Giannone 2021, si sono incontrati per un momento di lieta convivialità presso il ristorante L’Operetta osteria di mare di Rodi Garganico di Giovanni D’Errico che ha offerto in degustazione piatti tipici a base di pesce. Da parte loro alcuni poeti hanno declamato alcuni testi poetici.

 

Alle 17,30 nel Centro Storico di Ischitella si è snodato il Percorso poetico-canoro con i poeti vincitori e finalisti.

La carovana del premio ha offerto un reading per le strade del rione Terra alternato ai canti del Coro Voci dell’Atelier. I partecipanti hanno potuto ammirare alcuni splendidi scorci e il panorama mozzafiato sul mare, sul lago, e le isole Tremiti che si può godere solo dalla Portella.

E così anche i poeti di questa edizione hanno potuto trarre motivi di ispirazione per eventuali testi poetici dedicati a Ischitella.

Com’è noto 43 testi sono stati già raccolti nel volume “43 poeti per Ischitella” (Ed. Cofine), ma il numero delle poesie è salito a 54. “Un autentico record di cui il paese è orgoglioso” ha affermato il sindaco di Ischitella Carlo Guerra.

Alle 20,30 la serata conclusiva con la Cerimonia di assegnazione del XVIII Premio Ischitella-Pietro Giannone, si è svolta non in piazza, a causa della pioggia prevista, ma nella chiesa di S. Francesco, alla presenza del Sindaco della città Carlo Guerra.

Come da tradizione la cerimonia è stata introdotta dall’inno nazionale eseguito dalla Banda musicale “Pietro Giannone”, cui è stata consegnata dal Presidente della Giuria Rino Caputo una targa, come riconoscimento della sua presenza a tutte le 18 edizioni del Premio.

Ha così avuto inizio la cerimonia conclusiva del Premio Ischitella-Pietro Giannone nella cornice austera e magica della chiesa del convento di San Francesco (grazie alla generosa ospitalità di don Dino Iacovone) che ha aperto le sue porte e accolto, sabato 4 settembre, per la cerimonia della Premiazione i giurati, i poeti finalisti e vincitori.

I musicisti del Duo di rara bellezza di “Sangue Mediterraneo” Luca D’Apolito e Michele Dattoli hanno accompagnato mirabilmente il reading dei poeti finalisti e vincitori con la diretta Facebook e riprese a cura di Giacomo Maiorano.

L’evento è stato condotto con brio e maestria da Rosa Comparelli e Angelo Blasetti i quali hanno sottolineato l’eccezionalità della serata dedicata alla XVIII edizione del premio Ischitella Pietro Giannone, tradizionale appuntamento con la poesia dialettale,  diventato maggiorenne, un evento ormai maturo, serio, di risonanza nazionale, che richiama i migliori poeti da tutta Italia.

Erano presenti i membri della Giuria: Rino Caputo (presidente), Anna Maria Curci, Manuel Cohen, Vincenzo Luciani, Giuseppe Massara, Marcello Teodonio.

Il sindaco di Ischitella Carlo Guerra, nel suo saluto, ha tenuto a ricordare che l’impegno dello svolgimento del Premio in queste prime 18 edizioni è stato garantito, con unità di intenti, dalle 5 amministrazioni che dal 2004 si sono avvicendate nella guida del Comune. Ha altresì augurato il suo proseguimento negli anni a venire come simbolo di concordia e di progresso del paese. Il Premio – ha concluso il Sindaco – “con la crescita della sua rinomanza, ha pure contribuito alla maggiore considerazione di quella grande ricchezza costituita dalle lingue locali d’Italia”

Il Presidente della Giuria Caputo dopo aver letto il verbale ha proclamato i vincitori:

Patrizia Sardisco I classificata

Nevio Spadoni II classificato

Antonio Maddamma III classificato

Dopo la lettura di testi dei finalisti Grazia Scuderi e Gianni Iasimone, i vincitori dal terzo classificato Antonio Maddamma, al secondo Nevio Spadoni, alla vincitrice si sono succeduti nella lettura di loro testi che i presenti hanno potuto seguire sulla rivista “Periferie”.

A seguire la motivazione del Premio che è stata letta da Manuel Cohen e l’assegnazione dello stesso.

Il prof. Giuseppe Massara ha letto la sua traduzione in inglese di alcuni testi dei poeti vincitori.

I Premi

Ad Antonio Maddamma oltre all’ospitalità offerta dall’Albergo Ristorante il Giardino, sono stati offerti un cestino di dolcetti tipici ischitellani prodotti da Arte Dolce di Michela Triggiani, una lattina del pregiato olio extravergine di produzione della ditta Montanaro-Comparelli e i libri editi da Edizioni Cofine “43 Poeti per Ischitella” e Sìmina ri mmernu (Semina d’inverno) di Patrizia Sardisco.

A Nevio Spadoni Oltre oltre all’ospitalità offerta dall’Albergo Ristorante il Giardino, ha ricevuto un cestino di dolcetti tipici ischitellani prodotti da Arte Dolce di Michela Triggiani, una lattina del pregiato olio extravergine di produzione della ditta Montanaro-Comparelli e i libri editi da Edizioni Cofine “43 Poeti per Ischitella” e Sìmina ri mmernu (Semina d’inverno) di Patrizia Sardisco

Infine alla vincitrice Patrizia Sardisco è stato consegnato il Premio consistente oltre che nell’ospitalità offerta dal B&B Torre del Lago, dalla pubblicazione a cura di Edizioni Cofine del libro di cui è autrice: Sìmina ri mmernu (Semina d’inverno) e dalla consegna di 100 copie dello stesso ed inoltre un cestino di dolcetti tipici ischitellani prodotti da Arte Dolce di Michela Triggiani, una lattina del pregiato olio extravergine di produzione della ditta Montanaro-Comparelli.

I ringraziamenti

In conclusione gli eccellenti presentatori Rosa Comparelli ed Angelo Blasetti hanno rivolto un grande ringraziamento a tutti coloro che hanno collaborato al Premio e ai poeti Grazia Scuderi e Gianni Iasimone e ai vincitori Antonio Maddamma, Nevio Spadoni e Patrizia Sardisco.

Hanno ringraziato gli sponsor e i sostenitori del Premio: B&B Sul Corso di Raffaella Falco, By Cosimillo di Russo Anna Rita, Farmacia Dr. Germano Lustri, L’Operetta Osteria di Mare Rodi G.co, Arte Dolce di Michela Triggiani, Carmela Agricola, e naturalmente il B&B Torre del Lago. Un ringraziamento particolare è stato rivolto a Don Dino Iacovone per l’ospitalità e il sostegno logistico offerto, a Domenico Giambattista sempre disponibile e attivo peri il suo supporto organizzativo, a Luca D’Apolito per il suo contributo musicale ed organizzativo, a Paula Gallardo Serrao e alle sue coriste inamorate di Ischitella, a Pierino Comparelli che tanto si è adoprato in questi anni per la riuscita del Premio.

Grazie naturalmente anche ai membri della Giuria: Rino Caputo, Anna Maria Curci, Manuel Cohen, Vincenzo Luciani, Giuseppe Massara, Cosma Siani, Marcello Teodonio e infine al direttore artistico del Premio Ischitella Vincenzo Luciani e ai giornali da lui diretti, “Abitare a Roma” e “Periferie” ed ai siti abitarearoma.it e poetidelparco.it che da sempre seguono e promuovono il premio

 

I VINCITORI DELLA XVIII EDIZIONE 

PATRIZIA SARDISCO è nata a Monreale, dove tuttora vive. Scrive in lingua italiana e in dialetto siciliano (parlata monrealese). Nel 2016 pubblica la silloge in dialetto Crivu, vincitrice del Premio Internazionale Città di Marineo e menzionata al Premio Di Liegro di Roma. Nel 2018 si aggiudica il Premio Montano nella sezione “Una prosa breve”; con la silloge inedita in dialetto ferri vruricati guadagna il secondo posto del XV Premio Ischitella – Giannone e, nello stesso anno, per le Edizioni Cofine, dà alle stampe il poemetto eu-nuca, finalista al Premio Bologna in lettere 2019 e vincitore della sezione opere edite del Premio Città di Chiaramonte Gulfi 2019. Del 2019 è la silloge Autism Spectrum, vincitrice della quarta edizione del Premio Arcipelago itaca e segnalata al Premio Bologna in lettere 2020. Nel maggio del 2021 ha pubblicato Lo spettro del visibile, poesie in italiano, Edizioni Cofine, collana “Aperilibri”.

La motivazione della Giuria

Una notevole qualità linguistica ed espressiva, dotata di un realismo e di una visione variamente allusa di incomparabile impatto. Le tre sezioni di cui è formata la raccolta (Moarda. In agosto, una notte; Lungo inverno; d’altre invernate) propongono, nello scorrere delle stagioni, di perdita in perdita, di veglia in veglia, di semina in semina, gli ossimori permanenti della presenza umana in una natura che da quella presenza è minacciata, deturpata, arsa, violata. La lingua, “litica” e tuttavia incandescente, porge il crepitare del fuoco che divampa, il gelo che immobilizza, del pensiero che resiste alla paralisi della parola e va incontro al fare insieme. Patrizia Sardisco ribadisce, se ancora ve ne fosse bisogno, che la poesia non è solo tecnica e non è solo emotività, istinto, naturalezza dialettale. L’autrice si conferma a livelli notevoli, per la sapienza nel dosare maestria, arte e sensibilità, senza mai perdere di vista un gusto che è contemporaneo: non datato (passato o trapassato) ma continuamente in frizione, contrastivamente in agone con quanto accade, e in ascolto con quanto di umano vive, resta e resiste. Una “semina d’inverno” che sparge sul terreno del verso ampi elenchi di cose, di situazioni, di stati d’animo; una semina che contrastivamente coincide con un’immagine o stadio di dispersione, di vanificazione dell’essere. Mentre si vede “vacillare” tutto un mondo nell’apparente ‘invisibilità’ del presente, una nuova semina con arnesi “antichi” orienta e predispone nuova vita.

NEVIO SPADONI (Dialetto romagnolo delle Ville unite di Ravenna), nato a San Pietro in Vincoli nel 1949, vive dal 1984 a Ravenna, dove ha insegnato filosofia nelle scuole superiori. Le sue poesie sono comprese in diverse antologie italiane e straniere, e tradotte in più lingue. Vincitore di premi di poesia, tra i quali il Boncellino, il Lanciano, Tratti Poetry Prize, il Gozzano, Salva la tua lingua locale, il Premio internazionale Via Francigena, il Premio “Aldo Spallicci”. Ha pubblicato le antologie Le radici e il sogno. Poeti dialettali del secondo ’900 (con Luciano Benini Sforza, Faenza Moby-Dick, 1996) e D’un sangue più vivo. Poeti romagnoli del Novecento (con Gianfranco Lauretano, Cesena, Il Vicolo, 2013). Nel 2017, con la casa editrice Il Ponte Vecchio, ha pubblicato tutte le sue opere poetiche nel volume Poesie (1985- 2017), premio speciale della giuria a “Salva la tua lingua locale 2018”. Nel 2019 esce Tutto il teatro, raccolta di tutte le sue opere teatrali, pubblicato anche in questo caso dall’editore Il Ponte Vecchio di Cesena.

La motivazione della Giuria:

Nevio Spadoni è un poeta di rango. L’eleganza semplice e rarefatta dei suoi versi è un punto di forza. Voce lirico-esistenziale tra le migliori della sua generazione, sembra con questa raccolta essere tornato alle origini intimiste della sua prima stagione poetica: ad essa sembrano richiamarsi questi versi, per concisione e accensioni liriche di straordinaria intensità. Al caruvâñ, breve poesia lirico-memoriale, nella dolente malinconia e nella consapevolezza delle perdite accumulate negli anni, restituisce in una immagine la percezione di un mondo e di un’epoca: la gioventù, l’amore e il cinema (luogo, questo, di una ritualità sociale e affettiva oggi inimmaginabile). Le carovane in corsa dei vecchi film western in cui l’autore da giovane immaginava di salire al volo, non lo hanno portato da nessuna parte: se non nei non luoghi della cinematografia e della fantasia, delle speranze degli anni giovani. Come in una luziana “tratta d’anime e di spoglie”, la vita si rivela per quello che è: un sogno della realtà, una realtà a lungo sognata; oppure un dondolare in un “sonno fatto d’acqua”, liquido e non prensile, e tuttavia affascinante avventura in un universo sensibile e esistenziale la cui visionarietà si accende di realismo magico e di rara tenerezza, di autorevole intensità.

ANTONIO MADDAMMA è nato nel 1976 a Senigallia (AN), dove vive. Laureatosi in Lettere all’Università di Bologna con una tesi sul poeta rinascimentale in lingua latina Francesco Arsilli, è studioso di storia e letteratura locale. La sua ultima pubblicazione (con Nino Bucci e Flavio Solazzi) è l’editio princeps degli Historiarum libri duo di Pietro Ridolfi in Storia della città di Senigallia e della sua Diocesi (Diocesi di Senigallia, Senigallia, 2017). Scrittore, poeta in lingua e in dialetto, dal 2006 è redattore del blog letterario «LibriSenzaCarta». In veste di regista e attore ha realizzato un adattamento e riduzione teatrale del Pluto di Aristofane (2006) e dell’Anna Bolena di Benedetto Arsilli (2010). Ha curato le antologie di racconti Marchenoir (Italic Pequod, Ancona, 2012); Tremaggio (Ventura, Senigallia, 2014); Tutti i gusti. Storie di gelati (Ventura, Senigallia, 2016). Sue poesie in dialetto sono presenti in I poeti dialettali di Senigallia, volume 2 (2011) di Domenico Pergolesi.73 e in Poeti neodialettali marchigiani a cura di Jacopo Curi e Fabio Maria Serpilli, 2018.

La motivazione della Giuria

Dopo Pascoli, un maestro e un archetipo di riferimento per tanti poeti in lingua e in dialetto, altre voci meravigliose hanno indagato l’universo creaturale, spesso focalizzando la lente d’ingrandimento su di un microcosmo di natura i cui insegnamenti o la cui allegoria riporta all’umano nella migliore lezione novecentesca: Giampiero Neri, Tolmino Baldassari, Tonino Guerra. La poesia del microcosmo di Maddamma viene da quella famiglia di autori. La sua grazia linguistica (una forte tensione ritmica, di natura post-metricista) è uno dei punti di forza. A rendere interessante la scrittura è l’esattezza nell’osservazione, nella descrizione, nella proposta della natura, un universo o microcosmo animale e creaturale: non è un caso che i ventuno componimenti ricorrono apertamente alla similitudine, il tropo o figura di significazione più antico della letteratura, e il più naturale; una figura che costituisce un ponte brulicante di vita con i tipi umani e con la coscienza e la sensibilità del poeta.

 

I Finalisti

GRAZIA SCUDERI, avvocato, è nata a Catania nel 1964. Ha pubblicato per Editore Rosenberg e Sellier: in Quaderni di Sociologia vol. XLVII, 2003.31, Politiche di sostegno al reddito dall’assistenza alle politiche attive, il saggio dal titolo: “L’ascensore come situazione sociale problematica”. Suoi scritti sono apparsi sulla rivista “La Terrazza.” Ha pubblicato la plaquette di poesie in italiano Armonie e dissonanze (2014) e quella in dialetto Ciriminacchi (Edizioni Novecento 2019)

La motivazione della Giuria

Il pregio di questa raccolta sta nel dettato conciso, rapido, efficace, nel saper legare la parola a luoghi, persone e cose apparentemente umili, di poco conto: l’autrice affronta con connaturato understatement e minimalismo un mondo domestico e affettivo che ci viene restituito con tutta la ‘sapidità’ della voce e un tenue e tuttavia sicuro colorismo sentimentale: ecco allora come una pudduredda (nel diminutivo pascoliano caro alla tradizione dialettale) esce, per realtà e per incanto, da una vecchia cassa di oggetti e di ricordi. Immagine lieve e delicata di autentica poesia.

GIANNI IASIMONE, poeta, performer, attore, regista, fotografo, autore di video e testi teatrali, studioso di tradizioni popolari, è nato nel 1958 a Pietravairano, un piccolo centro dell’Alto Casertano. Laureato in DAMS con Giuliano Scabia all’Università di Bologna, ha conseguito un Master in Poesia Contemporanea presso l’Università di Urbino. Ha pubblicato le raccolte: La memoria facile (con disegni di Carmelo Sciascia, Piacenza 1991), nel 2005 il “poema metà-fisico” Il mondo che credevo, Mobydick (finalista al Premio “Pascoli” 2006 e 2° classificato al Premio internazionale di Poesia “Città di Marineo” 2006), nel 2012 Chiavi storte, Mobydick, e il recente “canzoniere” La Quintessenza, Arcipelago itaca Edizioni, 2018. Suo anche il saggio critico Conta nu cuntu! Il racconto orale come strumento creativo e comunica­tivo” Caramanica editore, 2002. Attivo come operatore culturale, collabora con alcune riviste e portali on-line, ed è tra i fondatori dell’associazione “Microcosmus” di Rimini, dove attualmente vive.

La motivazione della Giuria:

La presenza materna, idioma e memoria, abita i luoghi che parlano al poeta e dei quali il poeta scrive. Il tempo ha misure proprie, si arresta, poi riparte e va a ritroso, anche, nel ricordo di chi avverte, vivo, lo strappo dell’assenza. Poesia dolente di chi torna nella ormai disabitata casa d’origine: di chi, con l’esercizio di pazienza ereditato da un mondo che non c’è più, si produce nella pratica insistita di restituire vita alla vita; risistemare i vasi e le piante, potare la siepe: un’eredità di voce, di pratiche, di movenze e di affetti che rendono più confortevole il presente. Poesia dura e lieve, essenziale e sapiente, in un dialetto duro, congruo, emotivo.