Una poesia inedita di Stefano Marino

Dedicata a Franco Loi

 

Caro Vincenzo,
La poesia è dedicata a Franco Loi e se lo credi opportuno, pubblicala. La poesia, Franco, l’ aveva apprezzata, sì! Oserei dire che le era piaciuta, diciamo abbastanza, ma lui era molto buono con me e ad ogni suo giudizio, io ci levavo la tara; è stata composta in occasione degli ottanta anni di Franco, come il  “Convivio” di Giancarlo Consonni (vedi pag, 63 di Pinoli che tu hai recensito in maniera brillante), dove Giancarlo evoca la nostra assidua frequentazione e le nostre cene. Ti abbraccio, Stefano.

XVI

Quantu ddena ti baddarïa rintra
è trantulu i pinna ri fulea,
chi ndi faci prisuni ri nu spilu,
e si fora ri tia spatrunatu
nu sonnu ch’esti mpisu n’ unda,
palori ch’ammunzedda murr’ a murra,
chi si stricanu strèusi ntra iddi
brisciuti ri’ n’ idia, leccu fundu,
stramenti vìgghia ll’ arma semp’ addirta
e spila toi certi ’ddivintaru.

XVI – Quando il demone ti balla dentro / è brivido da piuma di nido, / che ci fa prigione di un desiderio / e sei straniero a te stesso e liberato, / un sogno che sta appeso sopra un’onda / che parole ammassa a mucchi, / che strambe limonano fra loro / nate da un’idea, eco profonda, / mentre l’anima veglia sempre attenta / e i tuoi desideri certezze sono diventati.

 

Stefano Marino nato a Reggio Calabria nel 1936, dal 1961 vive a Milano. Scrive in dialetto reggino. Ha pubblicato nel 1992 Umbri (Boetti & C. Editori, Milano). Nel 2001, Parrasulu-Parlasolo, (Edizioni dell’Orso, Alessandria 2003) e Mùffura (Interlinea Edizioni, Novara, 2013). È inserito in numerose antologie tra cui: Via Terra antologia di poesia neodialettale, a cura di A. Serrao; Il pensiero dominante. Poesia Italiana 1970-2000, a cura di F. Loi e D. Rondoni.