Sessantuno poeti per Ischitella

L’amica poetessa Ripalta Guerrieri (Strornarella, FG), ringraziando per l’invio del PDF dell’ultimo numero di “Periferie” e augurando una buona Pasqua mi scrive: «Mi ricordo che nella primavera del 2003, di domenica, con mio marito e figlio, visitammo la tua terra natia, di cui ti raccontai in una telefonata. Non ti dissi che, a caldo, avevo buttato giù questi versi, che ho ritrovato mentre cercavo altro nel disordine del p.c..

Li avevo dimenticati del tutto, ma non la bellezza e le atmosfere di Ischitella. E allora ricambio il tuo dono con questo mio. Spero tu possa gradirlo.

Grazie e buona vita sempre, adesso abbiamo ancor più bisogno di auguri forti e sentiti  rivolti a tutti per ciò che di fosco ci accade intorno».

Ed ecco la poesia, la sessantunesima, dedicata al mio paese da una poetessa che ha partecipato ad alcune edizioni del Premio negli anni scorsi e che stimolata dalla curiosità ha voluto saggiare di persona l’atmosfera speciale e feconda di poesia che circonda Ischitella, piccola patria dei poeti delle altre lingue d’Italia che detiene un record straordinario di poeti che ne hanno decantato la bellezza.

Un record che meriterebbe una maggiore enfasi e notorietà.

 

Ecche Schetèdde

 

Cume palomma vìvele e ’nzìsta renenelle 

ècche Schetèdde bbella fegliulèdde

’mbitte au cheppòune affàccete au balcòune:

 

la ggènde ca cecevugliéije* la chiazze c’annaseléije 

la chijse u turriòune u prìngepe la fèst du Patròune

e la nille atturne atturne quanda storie quanda ijurne!

 

dinda sti chianche tra scennùte e tra ’nghiànete

d’ogne vicule e d’ogne spicule strìnde so’ ’nzerpelete

tutte i lagreme e li suspìre chi vulisce e l’avèmmarije 

 

so’ i fatte sèmbe istèsse d’ogne timbe e d’ogne viite,

sanghe e sedòure speranze e paccije d’umene trìite, 

’mbriéche tutte de sunne squàgliéte mizz ai ddìite

 

ECCO ISCHITELLA – Come vivace allodola o rondinella / ecco Ischitella l’incantevole damigella / qui sul moggio affacciata al suo balcone: // la gente che chiacchiera la piazza che ascolta / la chiesa il torrione il Principe e la festa del Patrono / e l’anello intorno intorno quanta storia quanti giorni! // Dentro queste pietre mai consunte tra discese e tra salite / d’ogni vicolo e d’ogni spigolo stretti son lì ben rinserrati / lacrime, canti e sospiri insieme a desideri e avemarie // sono i fatti sempre uguali d’ogni epoca e d’ogni vita / dura fatica speranza e follia di uomini logorati (pestati dal vivere)// ubriachi di sogni disciolti tra le dita.//

*cecevugliǻ: fare chiacchiericcio)

 

Ripalta Guerrieri, ex docente, amante dello scrivere sia in prosa che in versi, si cimenta anche nella scrittura della propria lingua locale, per dimostrarne le notevoli potenzialità artistico espressive. Ha pubblicato nel 2018 Sfrìngele de memòrije (Frammenti di memoria); nel marzo 2022 la silloge in lingua Strettoie di interni e dintorni, Amazon e nel febbraio 2023 Cérne e scatèdde (Cenere e scintille), Amazon. Notevoli i riconoscimenti ricevuti e i premi conseguiti, per testi in lingua e dialettali, presenti su riviste e antologie del settore. Fa parte della redazione di Voci dialettali, organo ufficiale dell’A.N.PO.S.DI e de Lo sguardo sui cinque reali siti, periodico d’informazione e cultura, con cui collabora attivamente e in modo continuativo.