Se avessi potuto fuor di bara
contemplare il tuo funerale
con gli occhi smarriti di coniglia
– proprio a mezzogiorno
quand’è l’ora che le donne il pranzo –
attonita, come di fronte a incomprensibile cosa,
li avresti mandati tutti a casa
con quel gesto ampio
e l’aria ne tremava
con cui sciò sciò sciamavi le galline
dai chicchi caduti sui tuoi piedi
– al tempo della trebbiatura –
il grembiule tra le nocche,
sventola bandiera nera,
Alarmi siam fassisti, abasso i comunisti
ma la fame Era (fuor di bandiera)
e quelle riottose dagli al chicco
la calca della chiesa fin fuori la porta
che sagra è questa – avresti detto –
febbraio non è tempo di San Martino
e saputo che
era per te
ti saresti stretta allo sciallino
fino a voler sparire, se già non fosse,
la vergogna galoppante per il gran disturbo
a tanta gente
nemmeno nell’ora estrema di
Maria.