Rendiconto di viaggi incompiuti di Mario Melis

La presentazione della raccolta poetica giovedì 7 novembre 2019 alle ore 18 alla Galleria Il Mondo dell’Arte in via dei Castani 193, a Roma Centocelle

 

Giovedì 7 novembre 2019 alle ore 18:00 presso la Galleria Il Mondo dell’Arte in via dei Castani 193, a Roma Centocelle presentazione della raccolta poetica Rendiconto di viaggi incompiuti di Mario Melis.

Mario MelisIntroduce: Vincenzo Luciani

Presentazione: Giuseppe Massara

Interviene: Anna Maria Curci

Letture dell’Autore

Intermezzi musicali Andrea Pomettini (Flauto)

(Claude Debussy: Syrinx; Johann Sebastian Bach: BWV 1013 Allemande ▪ Bourrée)

 

 

L’AUTORE

MARIO MELIS è nato a Roma nel 1942 e vive a Palestrina (RM). Ha insegnato lettere in un istituto statale della Capitale. Ha pubblicato ricerche di carattere storico-archeologico e i libri di poesie L’altro (Roma, Ed. Cofine, 2004) e Notizie dall’Isola (Roma, Ed. Cofine, 2014).

 

IL LIBRO

Rendiconto di viaggi incompiuti va letto come un poemetto, diviso in vari testi.

Un riepilogo di luoghi, con i riflessi sull’io narrante, al centro una donna, o piuttosto il suo simulacro, che è poi noi stessi, irraggiungibile, nella dicotomia tra la cosiddetta realtà e la parola che siamo. Perciò una poesia d’Amore (con la maiuscola) nella sua ricerca, con il risultato di un fallimento, di cui ci si assolve per aver almeno compiuto il tentativo. Non sapremo mai quanto di noi ci sia nella nostra immaginazione dell’altro, nel tentativo di conoscerlo, per amarlo per lui stesso.

Dei luoghi prevalentemente la Grecia, che è il modello di noi Occidentali, sicché il protagonista si riconosce e non si riconosce in Ulisse e la donna è o non è Elena o Penelope.

E i luoghi sono anche i poeti del passato che hanno contribuito a formare il soggetto (senza l’intenzione di una supponenza letteraria) in particolare il colonnello, Ferdinando Falco, ai quali dobbiamo riconoscenza soprattutto sul piano umano.

Alla fine, proprio per la dicotomia di cui si è detto, anche il resoconto è falso, non solo nella parola, ma anche nella coincidenza che essa ha con noi. Per lo stesso motivo il volume si chiude con una sezione intitolata “Cronache”, quasi per contrapporre il rendiconto personale alla realtà dei fatti, ben sapendo che anche questa è soggetta alla falsificazione dell’io.

(M. M.)