Della parola

ti riconosco appena fra zone di memoria salvate dal


diluvio di stagioni più folte scuola di tafferugli umanità


opaca ermafrodita e ti preciso parola mille volte segnata


nuvola sulla pioggia senza meta e non diversa in


analogici maestri benché tre volte ti abbia usata con


malizia (sgomento di – disagio di – pudore di) con chini


occhi al fianco e una rossura opportuna figuri


l’indifferenza il disordine che accomuna gli oggetti


alle ombre loro e a quella loro cenere in un regno di


diaspore parola tentata quotidiana maniera di sapersi


Perdonate pertanto l’errore di graffito la grammatica


convertita alla sommossa e la sintassi inusuale ma


non perdonate che l’albero


non albero nella parola sia


 


(da L’ampiezza a dimora)