ROCCAGORGA (Provincia di Latina)

Dialetto e poesia nei Monti Lepini
ROCCAGORGA  (4766 abitanti, detti rocchigiani). E’ posto a 287 m slm.
1. I vocabolari e le grammatiche
 
Da digilander.libero.it/dialetti/roccagorga.html e da https:////www.comuneroccagorga.lt.it, selezioniamo: 
accampichetto (pennichella, pisolino), aécco (qui), affizzio (rimprovero, ramanzina), arazzunito (arrugginito), arcono (madia), areché (altroché), assippicà (svuotare completamente un recipiente), assosì (così), aussà (abbaiare), cana, cano (cagna, cane,dim: caccioneglio), canassa (guancia), carciòfola (carciofo), caso (formaggio), casta (casa tua), cesco (sporco), ciammòtta (lumaca), ciàrla (parlantina), cite (aceto), commanno (commissione, incarico), cótena (cotica), cuccà (spingere), cutecù (putipù), dóa(due), fenìlo (fienile), feréscola (fréscola), frato (fratello), fratto (tuo fratello), gliuttinìzzia (ghiottoneria, golosità), gliutto (ghiotto, goloso), istèrza (due giorni prima diieri, il giorno precedente a itèrza), itèrza (il giorno precedente a ieri, l’altro ieri), lapa (ape), manaturo (bastone di legno, utilizzato per girare la polenta), màndola (mandorla), maro (piccante), mbuttitoro (imbuto), melàngolo (arancia), mèlo (miele), milo, pl. méla (mela), nacclaturo (mattarello), nosco (noi, solo se introdotto dalla preposizione‘co’), paeso (paese), pannono (strofinaccio, canovaccio), pano (pane), patro (padre), patto (tuo padre), peddéccocia o peddéccoda (da queste parti, nelle vicinanze), peddélecia o peddéleta (avv. da quelle parti, riferito a luogo non particolarmente lontano),peracòca (albicocca), perfinènda (perfino), petàta (patata), pèto (piede), pimpidòro (pomodoro), pino (pieno), piparolo (peperone), piro, pl. péra (pera), plènte (polenta), pórco scignalo (cinghiale), pùlecio, pl. pùlici (pulce), pulicìno (pulcino), raddùce (ritornare), rangèrta (lucertola), simi (broccoletti), spinosa (istrice), topa (talpa), troppedo (treppiede), turso (torsolo), tùtero (pannocchia), uto (gomito), uttro (bambino, dim: uttareglio), vaco (chicco), vajo (gallo), vellichio (ombelico), venelo (veleno), vetegnà (vendemmiare), vosco (voi, solo se introdotto dalla preposizione‘co’), zippo (bastoncino).Segnaliamo la bozza per un dizionario del dialetto di Alceo Morelli che nonabbiamo potuto consultare.
 
2. I proverbi e i modi di dire
 
da https:////forums.about.com/n/pfx/forum.aspx?tsn=1&nav=messages&webtag=ab-italian&tid=7933, due proverbi di Roccagorga (LT): Chello che vè collo ’ngingiringì se ne va collo ’ngiangiaragià; Tena quando té, ca quando non  té se tena da sé. Non abbiamo potuto consultare la bozza di una raccolta di detti e proverbi popolari rocchigiani di Alceo Morelli.
 
3. I toponimi e i soprannomi
 
Una panoramica dei toponimi: Ponti: Boccetta; Catarifo; Colle Rosso; Sbarra; Traverso; Don Cesare; Roccagorga;Pace; Priverno; Fontanella. Contrade e localita: Arco, Asprano, Boccamerola; Borelli; Boschetti; Calamico; Campo Sportivo; Cani; Canonico; Casacotta; Casaine; Casale Mozzo; Casalotti; Catarifo; Cava; Cavatella; Cercione; Cisterna; Cola Fratte; Colle Fico; Colle Intella; Colle Rosso; Colle Saraceno; Cona; Costa Richetti; Cotesta; Croce; Crocella; Fischie; Fontane dell’Arco; Fontanelle; Formaio; Forcella; Fossa la Paglia; Fosse; Fossitto; Freghino; Garappallo; Grotte; Lagno Pentola; Lago Macchione; Maiolla; Mole; Monticello Piccolo; Morello; Mozzo; Nardacci; Nardi; Pantano; Pentola; Pezza Piana; Pezza Stefana; Piagge; Pisciarello; Polena; Ponte Priverno; Portoni; Posaturo; Pozza; Pozzo Nuovo; Pratarine; Prati; Principe; Procacci; Quartarella; Recinto; Riserva; Ristrette; Rossi; S. Angelo; S. Erasmo; Saraceno; Selva; Selvotta; Stefanella; Strazzette; S. Giuseppe; S. Pietro; S.Onofrio; Torre di Masi; Ucini; Valle Caccia; Valle Nardi; Valle Pastena; Valle Romana; Valle di Pimpa; Via di Isi; Voglia; Vona. Una selezione da una lista dei soprannomi locali vecchi e nuovi pubblicati sul sito https:////www.comuneroccagorga.lt.it: Arciopreto (J’), Babbalotto, Balena, (La) Balla de Feno, Banca (La) Banda, Barabba, Bello Sguardo, Biafra, Blà Blà, Blocca Sterzo, Bottacanassa, Brucia Fero, Brutto Pelo, Buciarda (La), Bufalo, Bufano, Bungazza, Burino (Jo), Caca Fritto, Caca Sango, Caca Sotto, Caca Storto, Cacacciaro, Cacappelliccio, Camposantaro, Capacchiono, Cappeglio appicciato, Carnera, Cassamortaro, Cavaglio Pazzo, Ceglio Torto, Cella Moscia, Cioè, Coglio Longo, Corda Lenta, Culacchiono, Donnacici, Donna Grassa, Fabbricatore, Faccia d’Angelo, Fagneo, Faina (La), Fatica Poco, Femminino (Jo), Forsa Lassio, Fotografo (Jo) Freno a Mano, Fulminato, Fulmeno (Zi), Gnafè, Killer (Jo), King (Jo), Lecca Lecca, Maccaronaro, Magna Bulloni, Magna Soreca, Minga Ndonga, Morte Roscia, Mozzeca all’Aria, Mucco Zuzzo, Ndonioforte, Ndruppa, Nfonfo, Ncò  Ncò, Ngenne Ngenne, Occhiocotto, Orso Stanco, Pacca De Lampi, Paciacca, Parafango, Pela Cano, Palle Grasse, Penna Roscia, Picchio Pacchio, Piripori, Piripalle, Pizza e Plente, Randine, Recchiamorta, Sambalaccono, Sandokan, Saputella, Sbirulino,Scampafratte, Scappamerda, Scazza Cani, Sciangata (La), Sciorna (La), Scoreggia. Semaforo, Sette Lesche, Spacca Cella, Spilafontane, Tirintintin, Trenta Mila Lire, Trucchiamerda, Vuoldire, Zampa de Fero, Zampa de Picciono, Zampa Leggera, Zipompo. 
 
4. Canti – filastrocche-indovinelli – giochi- gastronomia- feste&sagre-altro
 
 
Versi a Dispetto:
A Roma Sò ito a Roma pe’ comprà no laccio, / pe’ recucì la bocca a te, beccaccio. // Sò ito a Roma pe’ comprà na sella, / i mm’hanno dato sòrda pe’ cavalla. // Sò ito a Roma pe’ comprà no petteno, /  mm’hanno dato le corna de patto.
Corna e Matrimonio:
Se mamma nomm’assora, mi gli taglio, / e mi gli metto pe’ fiocchetto aglio cappeglio. // ‘Nte fa chiappà drète a ‘ssa fratta, / ca te faccio fa’ glio zumpo della ranocchia. // Ca lo mio amore si chiama, si chiama, / jo nome ‘ntélle dico, ca me se sciupa.Sacrifici e sofferenze Accome se sta bè ngim’a sto titto, / colle bbotèlla ‘mmani a cacà fritto.Disprezzo De chigli comm’attì i piglio e gli lascio, / i metto aglio cantuccio e poi ci piscio. // ‘Nzai ne cantà, né statte zitta, / ca fai gnao gnao comm’alla iatta.

 

4.2 Filastrocche, indovinelli, invocazioni e scongiuri
 
Due filastrocche rocchigiane:
Du’ Cuculi Du’ cuculi stanno a cacà, / tògli la mazza e fagli volà, / fagli volà ncima aglio titto, / facci fà no béglio zompitto.
Mira Miranda Mira Miranda, / glio pèto mantena la zampa, / la zampa mantena glio pèto, / la iatta de zi preto, / ha fatto tre misotti, / issi vanno a passeggià, / tòcca cugini ca a Roma se va.
 
Nuove “Stornellate”, a cura del poeta Antonio Restaini (dal suo Roccagorga in foto, in versi dialettali, in pillole):
Fior de partito, / na vota bia tu mi si frecato: / pe chesto de votà me so pentito / e te ce manno ammoriammazzato. // Fior de ricotta / me voglio sposà fìglieta Richetta / c’almeno m’assicuro la pagnotta / perché so puro na bona forchetta. // Fiore de giglio / famm’assorà sta bella uttarella / co ’no ragazzo ch’è no beglio figlio / se no me resta a casa da zitella. // Fior de piséglio / non pòzzo venì più alla cannella / me manca glio concono e glio soreglio.
 
4.3 Giochi
 
Ritornano i giochi di un tempo nei versi de “La strata nova” del poeta Antonio Restaini nel libro Roccagorga in foto, in versi dialettali, in pillole: La strata nova / era la palestra / pe’ giocà a lippe / nell’età passata. / E spesse vòte / senza fallo apposta / rompenne la finestra / a za Lonziata.
 
4.4 Gastronomia
 
Nella lunga cultura culinaria di Roccagorga ritroviamo i sapori autentici e genuini di una volta, che si tramandano ancora oggi: le Ciammotte, Sanguinaccio, Carne di Capra, olio, vino locale Fragolino proposto accuratamente in autunno nella Sagra della Fragoletta (il prodotto offerto dalla Pro-loco e i prodotti tipici della tradizione culinaria riproposti nei caratteristici stand dei ristoratori locali), Lupini, e Strozzapreti. In un clima tipicamente feriale la terza domenica di agosto si festeggia la Sagra della Capra, piatto tipico del paese. In questa occasione viene allestita la fiera delle merci e del bestiame nei Prati di Roccagorga.
In https:////www.roccagorgamtbike.altervista.org/roccagorgabis.htm sono descritti piatti e prodotti tipici locali. Nella cucina rocchigiana i protagonisti principali sono zuppe e minestre di verdure e legumi. I dolci tradizionali sono semplici negli ingredienti (acqua, farina, uova e zucchero) ma molto gustosi come: le ciambelle d’acqua, ciambelle al vino, giglietti (ciambelle all’uovo) e svariate pizze e dolci. Ed ecco alcuni piatti tipici. Zuppa Rappagacornuti (Bazzoffia) in Italiano "Zuppa calma cornuti". È un piatto unico e molto particolare. Gli ingredienti sono molti e variabili a seconda della stagione. Si basa sull’abbondanza di verdure di ogni tipo più la classica ricetta della zuppa di fagioli. Questa zuppa è squisita bella da vedere soprattutto nutriente. Lacchene e fasoli (fagioli) – Ingredienti: Sedano, farina, acqua, aglio, cipolla, rosmarino ,pomodoro, olio, sale, peperoncino e fagioli. Impastando acqua e farina si ricavano le lacchene. Il piatto si presenta particolarmente accattivante. Può essere considerato una via di mezzo tra la pasta asciutta e la minestra, perché della prima ne contiene la corposità degli elementi e della seconda il fatto di essere tale. Polenta – Un antico piatto cosiddetto "dei contadini" mangiato anche oggi nelle case Rocchigiane è la polenta, condita con sughi di verdura o carne di maiale e capra o lumache. Un tempo veniva mangiata sulla spianatora (base rettangolare di legno su cui veniva posta la polenta e in cui i commensali mangiavano insieme) che dava alla polenta un carattere aggregativo.
 
5. I testi in prosa: il teatro, i racconti
 
 
6. I testi di poesia
 
Roccagorga in foto, in versi dialettali, in pillole di Antonio Restaini “Chesta è la tera nostra” è permeata dal senso di appartenenza: Chesta èla tera nostra / addò simo nati, / chesta è la tera nostra / addò simo crisciuti, / chestaè la tera nostra / addò simo pasciuti, una terra che sgorga come acqua di fonte: Acqua che résci / sotto chella préta / parti lontana / e sasso doppo sasso / cali zompenne / fino alla fontana (…) pe’ dissetà l’arzura / agli ’omo rocchiciano (“Acqua de Sante Rascimo”). Egli si indigna di fronte a “Le feste fesse”: Quattro strappini de strimpellatori / ’ncima aglio palco urlano da cani: / se créteno de esse sonatori… In “Chiacchiere ’mpontate”, il disincanto di fronte agli sproloqui del politicante in comizio: – Ma lassa sta se chiacchiere ’mpontate / – dicivo glio vécchio colla pippa’mmocca – / glio palco della musica è glio stesso / pure se so cagnati i sonatori… La nostalgia viaggia sull’onda dei ricordi dell’infanzia in “La stracchezza”: Torna la sera tata da lavoro / senza portà a casa la ricchezza / doppo sbelato pe’ trovà chell’oro. / Zappa, suricchio e vèrte aglio cantono / mette aiutato daglio uttareglio (…) – Damma ca cosa, che me si portato? – / urla glio figlio dòce, caro e bòno. / Allora toglie dentro la saccoccia / ’no tóccio de pizza de triteglio.
 
 
Bibliografia
 
Restaini, Antonio Roccagorga dalle origini ad oggi, 1981.
Restaini A., Roccagorga in foto, in versi dialettali, in pillole, 1992
 
 
Webgrafia
 
 www.comuneroccagorga.lt.it
digilander.libero.it/dialetti/roccagorga.html
www.comuneroccagorga.lt.it
digilander.libero.it/dialetti/index_rocca.html