ROCCA MASSIMA (Provincia di Latina)

Dialetto e poesia nei Monti Lepini

 ROCCA MASSIMA  (1088 abitanti, detti roccheggiani). E’ posto a 735 m slm è il paese più alto della Provincia di Latina.

 

1. I vocabolari e le grammatiche
 
2. I proverbi e i modi di dire
 
 
3. I toponimi e i soprannomi
 
I dieci cognomi più diffusi nel comune sono, nell’ordine:Del Ferraro, Cianfoni, Mariani, Alessandroni, Foschi, Lucarelli, Priori, Battisti, DellaVecchia, Tora. 
 
4. Canti – filastrocche-indovinelli – giochi- gastronomia- feste&sagre-altro
 
 
 
 
 
4.2 Filastrocche, indovinelli, invocazioni e scongiuri
 
4.3 Giochi
 
 
4.4 Gastronomia
 
Il Prodotto più conosciuto della zona è l’oliva gaeta, tra le migliori da tavola. L’olio è pregiatissimo per profumo, leggerezza e infima acidità. Come ogni paese dei Monti Lepini, anche qui la caratteristica dei prodotti tipici gira intorno alla raccolta delle olive, la produzione di Olio, formaggi di pecora e prodotti del sottobosco come tartufi e funghi. Ben conservata la tradizione dei dolci, del pane e della pasta, e quest’ultima vanta specialità ricercate come le fettuccine, tonnarelli e cannelloni. Prodotti tipici locali: Funghi porcini (dal sito della Pro Loco).
Da https:////www.associazionecentra.it/new_web/lo_sperone_01_2011.pdf riprendiamo in sintesi l’articolo di Aurelio Alessandroni “Jo cenone de Natale, ricordi rocchigiani
(…) mi tornano in mente i bei tempi de ’na vota quando avevamo veramente poco e quel poco ci bastava anzi… ci doveva bastare! Aspettavamo con ansia le feste natalizie perché era il periodo nel quale potevamo allenta’ qua’ bucio ajo centurino dei carzuni e se poi si metteva su qualche chiletto certamente non ne facevamo un dramma! Le nostre mamme iniziavano per tempo a preparare il mangiare per il cenone del 24 dicembre che doveva essere, però, rigorosamente privo di carne perché era la viggiglia e quindi si dovevano mangiare solo pietanze alternative ad essa. (…) con la scusa della vigilia, ci si accontentava di pietanze meno costose facendo così contenti: nostro Signore, zi’ Prete e… anche la saccoccia.
Rocca Massima sin dal primo pomeriggio del 24 era invasa da profumi e sapori ormai quasi scomparsi; si
sentivano uscire dalle case gli odori inconfondibili delle frittelle fatte con: jo baccalà, la polenta, la boraggine, i broccoli, le melella, la cocozza gialla (zucca), i carciofoli, la ricotta e le sardine fritte dorate.
Si iniziava a mangiare intorno alle sette perché si doveva finire in tempo per la Messa di mezzanotte. Il primo piatto solitamente era: spaghettini al “profumo” di tonno seguito dalle frittelle che dovevano essere di undici gusti diversi come segno di abbondanza e prosperità; alla fine della frittura, se avanzava un po’ di pastella, si cuocevano in padella le famose frittelle con gnente dentro… erano buone anche quelle! Si finiva, poi, con il dolce natalizio la squisita pizza sbattuta fatta dalla nonna. Noi ragazzi aspettavamo, impazienti, la fine del cenone perché era tradizione leggere la “letterina dei buoni propositi” che aveva come scopo finale quello di far “sganciare” ai genitori e soprattutto ai nonni qualche soldino. (…) Gli uomini, in attesa della Messa, solevano mettersi davanti al camino, fumare mezzo sigaro, mangiare le ultime frittelle rimaste e bere un bicchiere di vino, mentre le donne provvedevano a rezzela’ la cucina e a farsi “belle” per poter fare una buona figura alla Santa Messa di mezzanotte. (…) Arrivata la mezzanotte quasi tutti i rocchigiani si recavano a Messa per assistere alla nascita de jo Bambinéglio. La chiesa era stracolma di fedeli ma anche di coloro che, presi dalle accanite storie che si erano raccontate davanti al fuoco, avevano bevuto qualche bicchiere di troppo. Quest’ultimi, cullati anche dai canti natalizi, riuscivano a mala pena ad arrivare all’Elevazione perché folgorati dal momento mistico cadevano improvvisamente non tra le braccia del Signore ma in quelle di Morfeo! Se in quel tempo i Carabinieri avessero messo davanti agl’Arco la Chiesa oppure aglio bucio della Sciabecca i controlli per rilevare il tasso alcolemico dei passanti, le presenze, a Messa, sarebbero sicuramente dimezzate e in parecchi sarebbero stati portati al fresco a smaltire la sbronza natalizia e, probabilmente, gli avrebbero revocato la patente… del “buon Cristiano”! (…)
  
 
5. I testi in prosa: il teatro, i racconti
 
 
6. I testi di poesia
 
Di Aurelio Alessandroni nella pubblicazione del Premio Goccia d’Oro anno 2010 è presente la poesia “Du’ passi agli Speruni. Di lì il poeta immagina di trovarsi a passare una sera e da lì: So visto agl’orizzonte jo mare e jo celo / tutto de stelle’mbrillandato, / e po’ tutti i Paesi ’lluminati: / sembreveno ’no Pressepio preparato / da quacheruno che da ’n celo era calato! Nell’“Inno allaRocca” del 2011: j’occhio se perde dal Circeo a Pagliano, / te venaria d’allongà ’na mano / e mettete ’n saccoccia ’n po’ de tutto. // Camminenno lemme, lemme arivo a jo Pizzo, / me fermo a jo loggiato e aspetto l’ora / che jo sole s’agguatta piano piano / derèto alle montagnole velletrane… Da https:////www.associazionecentra.it,una poesia di Getulio Baldazzi “L’Ormata de mezzo de Ggenzano”: ’E fojie mèzze secche tuttu ’n bottu / se stàcchino da i rami e si ne vanno / comme fùssero ’n sgrullu de celletti. / Potéssimo vola’ libberi a ’u ventu / mmezzo a ’sse sporverate de colori. / È ’n atru carnovale che ffa ’u tempu / e a mmodu siu ce tira du’ curiandoli. / Maggìa che tte smucìna è ritrovasse / co’ ’a morte ppiù ggajiarda che ppozz’èssice / e a ’e fojie daggne l’urtimu salutu / ’ntramentre che sse ppòsino pe’ tterra… / Ma pprimo de mori’ bbùssino a ’u core.
Dallo stesso sito, in romanesco “Chi ha vinto?” di Fortunato Galeoni: È ’na parola che se sente dì / quanno s’aspetta un certo risultato… / Quer risultato che te fa capì / a chi spetta la Torta o er Pan bagnato… / Chi ha vinto?…Quello!…..Oppure questo qui! / Chi s’abbotta la panza a bon mercato? / Sarà poi vero o non sarà così / quello che dice er fojo ‘nteressato?… / Si ha vinto er Bianco e Giallo oppure er Rosso / e a chi, pe’ conseguenza a l’elezzione, / je toccherà la ciccia o appena l’osso?… / Bisogna dillo ar popolo minchione / quannociavrà in aumento a più non posso / le Tasse, er carovita, la piggione! Si segnala la benemerita azione (anche per la poesia) dell’ass. “Mons. G. Centra”.
 
 
Cenni biobiblografici
 
Aurelio Alessandroni poeta di Rocca Massima presente con suoi testi nella pubblicazione del Premio Goccia d’oro anno 2010 e in quella del Premio Goccia d’oro anno 2011.
Getulio Baldazzi poeta di Rocca Massima un suo testo è presente sul sito https:////www.associazionecentra.it.
Fortunato Galeoni poeta di Rocca Massima un suo testo è presente su: https:////www.associazionecentra.it.
 
Bibliografia
 
 
 Webgrafia
 
www.prolocoroccamassima.it
www.associazionecentra.it