Lungo e intenso il viaggio poetico di Reiner Kunze nella davvero bella antologia appena uscita a cura di Paola del Zoppo, con le traduzioni di Anna Maria Curci, Paola Del Zoppo, Sara Paolini, Elena Vitali, il saggio d’apertura di Anna Maria Curci (Con i sensi destati alla parola: percezione acuta e resa precisa nella poesia di Reiner Kunze), quello alla fine del volume di Paola Del Zoppo (Sentieri nella poesia di Reiner Kunze).
Lungo per essere nato il poeta nel 1933 a Oelsnitz (Sassonia), intenso per lo sguardo sull’umanità e sulla società in cui ha vissuto e vive: la Germania dell’Est (notevoli e ripetuti i contrasti ideologici con i vertici della DDR) fino al 1977, quella dell’Ovest da allora ad oggi. Come scrive Anna Maria Curci: «La poesia di Reiner Kunze attraversa le varie epoche della sua produzione in versi e della sua esistenza su questa terra, le svolte storiche che lo hanno visto testimone, i paesaggi, marittimi e fluviali, percorsi con occhio pronto a cogliere sia dettagli percettivi sapientemente trasformati in ‘dominante’ dal singolo componimento poetico, sia le ripercussioni interiori, i rispecchiamenti della percezione nella coscienza, nella rete delle relazioni letterarie.»
La presenza di Kunze vale sempre – una costante – dal partire da sé, dal desiderio di esprimersi non privandosi della libertà, dall’intento di non rinunciare mai al proprio sentire e ragionare nonostante le remore e i divieti del potere politico (riassumibile nei due versi “Chi è per la rosa / è contro l’ordine”), di dire le insufficienze dell’intorno, la vicinanza al paesaggio e l’attenzione alle radici, le diramazioni socio-politiche finite in strettoie per l’individuo e per il divenire della comunità. In sintesi, la cappa all’Est inibente l’individuo e le sue scelte, il verbo all’Ovest del consumismo (a largo raggio, fino al consumismo culturale) rapinatore: a fissare domande, a muovere, pur differente, inquietudine.
L’inquietudine del vivere dentro i conflitti politico-sociali ma con solarità interiore, volta al rilievo e alla denuncia nella chiarità:
«Mio padre, dite voi, / mio padre nel pozzo / ha spacchi sulla schiena / cicatrici, / tracce incrostate di roccia caduta, / ma io, io / canto l’amore // Io dico: / proprio per questo» (“Risposta”, p. 23, in Poesie giovanili);
«Ancora una volta il diavolo ha mutato / i bambini in erbacce di rumore! / Nonno, nonno vai svegliato – / è il momento del furore! // Una cosa sola resta da fare: / affilare la falce e falciare / la rumorosa erbaccia e gettare / il ciuffo dietro la spalla!» (“Contromagia”, p. 403, in dove il sonno si mette a dormire, una delle ultime raccolte).
E, traccia-spia di tutte le poesie, sulla dimensione stilistica di versi-pensieri affidati a metafore e anche ad allegorie, a numerose figure retoriche, in uno spostamento dal significato ad un significante da cogliere nella sua ampiezza per la citazione spesso, in exergo, di versi o pensieri di poeti e scrittori: Arendt, Born, Twardowski, Stifter, Haavikko, Valery, Pessoa, Hilbig, Skácel, …, accolti da Reiner Kunze come “suoi” per affinità o richiami-rimandi, per il nucleo della riflessione, o come gradino di allargamento della soggettiva ricerca nell’abitare la Terra. Da qui il poeta si rivela nel suo spessore, proiettandolo molto oltre sé per svelarne il portato:
«Io sono arrivato. // A lungo vi ho lasciato in attesa / di notizie // Ho camminato a tastoni // Eppure sono arrivato // Anche questo è il mio paese // Trovo già l’interruttore / al buio» (“Io sono arrivato”, p. 187, in Per propria speranza).
A dare voce in italiano a Reiner Kunze, poeta singolare nella sfaccettatura privata, nella presenza pubblica e intellettuale, i testi e i profili critici, accurati e indagati a fondo ognuno su declinazione particolare fin dal titolo, di Anna Maria Curci e Paola Del Zoppo. Ne esce, per la prima volta a quel che mi risulta, un volume, che contiene la dinamica diversità di un poeta singolare nel panorama letterario del Novecento, di un autore, di un intellettuale che ha cari al cuore (e alla ragione) l’umanità, la società, la libertà di un’etica con cui la persona possa agire l’intorno senza lasciarsi assorbire.
Reiner Kunze, Chi è per la rosa è contro l’ordine, a cura di Paola Del Zoppo, Latiano (BR), InternoPoesia 2025, pp. 468 € 25.00