FRANCESCO GRANATIERO
(Dialetto di Mattinata,FG)
SCCHETÈDDE
Scchetèdde che tra cèrcule e vvulive
sòup’a nna còppa arejòuse p’la Tèrre
ce ha ffatte u nite, all’àneme me tòrne
falecunètte p’lu sfracchiscë nfúlete
de lu vaddóne Rumunnäte, p’lu pigne
ch’è nu chiùeppe assènza frunne opure
sfòchene sottatèrre e i rréme sécche
ràteche sònne e ssórchiene da ngìele
a scùerne de lu dejàvule e i rréme
ruuére scàvene pe ssam mBrangische
mmére la tèrre, affunne, a nn’atu cìele,
abbasce, a nn’atu sòule, a nn’atu munne…
ISCHITELLA – Ischitella che tra querce e ulivi / sopra un colle arioso con la Terra / si è fatto il nido, all’anima mi torna / falchetto con lo sfrascare folto / del vallone Romondato, col pino / ch’è un cipresso senza foglie oppure / sfogano sottoterra e i rami secchi / sono radici e succhiano dal cielo / a scorno del diavolo e i rami / veri scavano per san Francesco / verso la terra, a fondo, a un altro cielo, / giù, a un altro sole, a un altro mondo… (6 maggio 2005)
LA LEGGENDA DEL «PIGNO» DI S. FRANCESCO – …«Dell’umile convento di Ischitella scrisse P. Giannone che era stato ‘costrutto da antichissimi tempi’ nella sua patria (Vita scritta da lui medesimo, p. 6). Il padre P. L. Vincitorio scrisse ‘è tradizione dei nostri maggiori e degli abitanti del paese che questo convento sia uno dei più vetusti della provincia minoritica, fondato da San Francesco, dopo aver ottenuto dal conte Matteo una piccola cappella dedicata a San Michele Arcangelo’. Gli ischitellani aggiungono qualche altra cosa a questa tradizione, e dicono che S. Francesco, giunto in Ischitella, piantò il suo bastone, e proprio in quel luogo, di fronte al bastone, (che sarebbe diventato albero) venne edificato il convento per i suoi frati. (…) C’interessa far notare che la fantasia ischitellana creò intorno al suo albero una leggenda in cui si cozzano angeli e demoni per la vita di una pianta. Dicono infatti gli ischitellani che il demonio abbatté l’albero con una tempesta di vento, per fare dispetto a San Francesco che aveva piantato il suo bastone prodigioso e per punire i paesani che verso quell’albero avevano tanta devozione. Però il santo confuse il demonio con un altro prodigio, perché capovolse l’albero, lo ripiantò così capovolto, e l’albero seguitò a vivere coi rami e le foglie sotto terra e le radiche per l’aria.» (da Padre Ciro Cannarozzi, Biografie Ischitellane, ed. Esca, 1974)
FRANCESCO GRANATIERO è nato a Mattinata (Foggia) nel 1949. Dal 1972 vive a Torino. Ha pubblicato una quindicina di libri di poesia, tra cui U iréne (1983), Énece (1994), Scúerzele (2002), Bbommine (2006), Passéte (2008), La chiéve de l’úrte (2011). Tra le numerose altre opere, la Grammatica del dialetto di Mattinata (1987), La memoria delle parole (2002) e il monumentale Vocabolario dei dialetti garganici (2012). Da alcuni anni sta lavorando a una grafia unitaria dei singoli dialetti del Centro-Sud. Sono del 2019 Spòreve (Potatura), edito da Aragno, e Premeture (Guidaleschi), un’antologia poetica personale, con una sezione di inediti, corredata da un’ampia scelta (da Tesio a Brevini, da Gibellini a Loi) di contributi critici e biobibliografici a cura di Raffaele Marciano.
Video Ischitella 2004
Video Altre Lingue – Achille Serrao
da 43 Poeti per ischitella, a cura di Vincenzo Luciani, Introduzione di Rino Caputo, pp. 72, illustrazioni, euro 15,00
Info sul libro: