Poeti delle altre lingue 1990-2010

Recensione del libro di P. Civitareale di Marco Scalabrino
“In questi ultimi decenni – asserisce Pietro Civitareale – la poesia dialettale ha recuperato ogni credibilità e quel che più conta ogni interesse critico e culturale. Basterebbe a comprovarlo l’ampio e sistematico lavoro di riqualificazione svolto da Franco Brevini … accanto all’impegno del quale va ricordato anche quello di altri operatori come Francesco Piga, Achille Serrao, Giorgio Bàrberi Squarotti, Dante Maffia, Giacinto Spagnoletti, Vittoriano Esposito, Angelo Mundula e Massimo Pasqualone.” A seguito di tale rinnovato interesse, aggiunge, sono sorte o hanno ripreso fiato numerose riviste specializzate: “Diverse lingue”, “Tratti”, “Il Belli”, “Lengua”, “Periferie”, “Incroci”, “Rivista italiana di letteratura dialettale”, “Ciàcere en trentin”. Ed egli stesso (ne sono conferma questo volume nonché la precedente pubblicazione del 2009 sempre per le Edizioni Cofine, La Dialettalità negata) va collocato a pieno titolo fra quei meritori studiosi e letterati.
 
L’odierno contributo critico-antologico è, peraltro, da intendere quale l’ideale complemento della pubblicazione testé citata, in cui egli aveva riunito i suoi scritti dal 1978 al 2008. Pietro Civitareale ne esplicita il proposito: “semplicemente una incursione nel territorio della poesia dialettale d’oggi”, ne circoscrive l’ambito: “si limita a rivelarne solo alcuni aspetti e ad occuparsi solo di [alcuni] autori” e specifica che la sua attenzione “si è appuntata sulla produzione poetica che si colloca, in gran parte, negli ultimi due decenni [1990-2010], i quali, nel loro essere un miscuglio di nuovo e vecchio, di continuità e di rottura, di splendore e di miserie, sono stati il punto di transizione tra due mondi socio-culturali molto diversi, in cui si sono sovrapposti fenomeni novecenteschi in dissoluzione e anticipazioni del secolo che stava per aprirsi.”
 
Svariate, ovviamente, e tutte intriganti le notazioni a corredo di quest’opera lungo le oltre quaranta pagine che costituiscono di fatto la prima parte del libro, titolata la poesia dialettale come reidentificazione del soggetto linguistico che segue la succinta premessa, e che preludono alla seconda parte che ricomprende l’antologia, “soltanto un campionario testuale minimo” nel quale ciascun autore è incluso a mo’ di assaggio con un solo componimento, e le notizie bio-bibliografiche degli autori. Talune di esse, particolarmente illuminanti, sono ben degne di essere raccolte e diffuse: “I poeti dialettali di oggi trattano il dialetto come uno strumento alternativo rispetto alla lingua, attraverso il quale tendono a realizzare una espressività nuova, letterariamente intatta e fortemente incardinata in un contesto antropologico preciso, con la conseguenza che la poesia dialettale di questi ultimi decenni, più che ad un’affermazione individualistica, risponde junghianamente ad una esigenza di individuazione sociale del poeta rispetto alla condizione di totale anonimia in cui è venuto a trovarsi l’uomo delle società di massa. In tal senso esso acquista, sul piano linguistico, una funzione resistenziale”; “La poesia dialettale, se in passato non ha avuto che una importanza di doveroso recupero culturale, ora mostra di aver acquisito una più approfondita coscienza delle proprie possibilità, allineandosi con le conquiste della norma ideale della lingua”; “Se, da una parte, si lamenta il progressivo arretramento del dialetto parlato di fronte alla lingua, si scopre, dall’altra, che esso è più disponibile e, sotto certi aspetti, più adatto alla creazione poetica, in quanto in possesso di maggiori risorse di autenticità e di pregnanza rispetto alla lingua nazionale, banalizzata dall’uso di mezzi di comunicazione di massa”.
 
In “un codice di identificazione e di risarcimento individuale”, vi figurano tutte le regioni italiane, la cultura di tutte e venti le nostre “piccole patrie”. Gli autori sono novantuno, ognuno dei quali, “nonostante la condizione di marginalità”, riconosce al dialetto “maggiore potenzialità espressiva rispetto alla lingua nazionale”, e utilizza “un suo dialetto esclusivo, anche se non decontestualizzato dalla sua area tradizionale di appartenenza”. È infatti “l’individuo, con le sue inconfondibili virtualità creative, a conferire identità e valori all’interno della società e della lingua, transitando la stessa cultura e la stessa poesia attraverso la realizzazione individuale”. Non pochi di loro sono alla ribalta della cultura italiana contemporanea, taluni addirittura affermati a livello internazionale; altri lo sono di meno, ma l’essere stati antologizzati ne attesta la sicura qualità.
 
Se ne riportano, in ordine di apparizione nella sezione antologica, i nomi: Albino Pierro, Dante Maffia, Stefano Marino, Enzo Agostino, Benito Galilea, Assunta Finiguerra, Rocco Brindisi, Salvatore Pagliuca, Remigio Bertolino, Bianca Dorato, Giancarla Pinaffo, Fernando Grignola, Franca Grisoni, Lino Marconi, Franco Loi, Plinio Mariani, Maurizio Noris, Biagio Marin, Andrea Zanzotto, Luigi Bressan, Ivan Crico, Cesare Ruffato, Luciano Caniato, Renzo Francescotti, Amedeo Giacomini, Elio Bartolini, Luciano Zannier, Pierluigi Cappello, Giacomo Vit, Ida Vallerugo, Nelvia Di Monte, Paolo Bertolani, Cesare Vivaldi, Tonino Guerra, Gianfranco Miro Gori, Giovanni Nadiani, Walter Galli, Giuseppe Bellosi, Leo Maltoni, Raffaello Baldini, Dauro Pazzini, Annalisa Teodorani, Cino Pedrelli, Gianni Fucci, Paolo Borghi, Tolmino Baldassari, Laura Turci, Nevio Spadoni, Marino Monti, Fabio Molari, Danila Rosetti, Francesco Gabellini, Sante Pedrelli, Ettore Baraldi, Lia Cucconi, Franco Manescalchi, Leopoldo Meucci, Franco Scataglini, Gabriele Ghiandoni, Anna Maria Farabbi, Mario Dell’Arco, Mauro Maré, Rosangela Zoppi, Pier Mattia Tommasino, Tommaso Pignatelli, Achille Serrao, Mario Mastrangelo, Nicola De Donno, Lino Angiuli, Vincenzo Luciani, Domenico Amato, Franco Pinto, Salvatore Di Marco, Andrea Genovese, Nino De Vita, Rocco Vacca, Marco Scalabrino, Renato Pennisi, Maria Grazia Cabras, Alessandro Dommarco, Ottaviano Giannangeli, Cosimo Savastano, Vito Moretti, Giuseppe Rosato, Vittorio Monaco, Camillo Coccione, Mario D’Arcangelo, Marcello Marciani, Michele Lalla, Pietro Civitareale, Giose Rimanelli.
 
Riuscita la copertina che riproduce, in tanti piccoli riquadri, le foto in bianco e nero di parecchi degli autori trattati.
 
 Marco Scalabrino
 
4 agosto 2011