Poesie per un anno 92 – Giovanna Sicari

di Francesco Paolo Memmo

 

Non aveva ancora raggiunto i cinquant’anni di età Giovanna Sicari (15 aprile 1954 – 31 dicembre 2003) quando è venuta a mancare a causa di una grave malattia che l’ha colpita proprio nel pieno della sua operosità.

La raccolta delle «Poesie 1984-2003» (a cura di Roberto Deidier, Empirìa, 2006) restituisce l’immagine di una poeta in cui, come ha scritto Luigi Fontanella, «impegno civile, capacità visionaria, ricerca di una “verità” assoluta si fondono in modo patente quanto irriducibile. Del resto, fra queste categorie non c’è mai stata una vera dicotomia. È certo, anzi, che in pochissimi poeti della modernità il nesso vita-poesia sia stato così stretto, così intrecciato, così immediato, così fatalmente necessario come in quello di Giovanna».

C’è da aggiungere che, con una voce che si è andata sempre più irrobustendo nel corso degli anni, tra momenti di abbandono alla visionarietà e altri di drammatica ricognizione del reale, alcuni elementi di quella poesia sono rimasti costanti: la memoria dell’infanzia, con la figura del padre; la città – Roma – attraversata da Monteverde alle sue periferie; l’attenzione per gli umili e gli esclusi: uno sguardo inquieto sul mondo.

«Sigillo» (Crocetti, 1988), da cui traggo la poesia che qui oggi pubblico è stato ristampato da Donzelli nel 2019, con Introduzione di Giancarlo Pontiggia e una Nota di Milo De Angelis.

Dopo questo libro, che contiene poesie datate 1985-1988, Giovanna Sicari, scrive Pontiggia, «si muoverà gradatamente […] verso una lingua poetica più accessibile, meno intransitiva e affilata: ma “Sigillo” è il libro che resta sotteso a tutti gli altri: invocato da quelli che lo precedono, inevitabile per quelli che seguiranno».