Alessandro Peregalli (2 aprile 1923 – 10 giugno 1991) esordì nel 1955 con una raccolta d versi, «L’Altopiano», pubblicata da Guanda.
Solo dopo più di vent’anni ne fece seguire una seconda, «La Cronaca» (Guanda, 1976), che si configura come un vero e proprio poema: «poema bancario», come suona il sottotitolo, in cui si descrive una giornata di lavoro del signor P. (Peregalli era stato assunto nel 1949 come impiegato dalla Banca Commerciale Italiana) in chiave di volta in volta epica e grottesca. Il poeta si cimenta con i dati minimi della quotidianità, ma al di fuori, o al di là, di ogni equivoco neorealista; perché attraverso un monologo interiore di derivazione joyciana (Peregalli tradusse pagine dall’«Ulisse» e da «Finnegans Wake») quella realtà finanziario-burocratica rimanda continuamente ad altro: ad una dimensione più complessa e stratificata del vivere contemporaneo.
La terza stagione dell’attività poetica di Peregalli coincide con il susseguirsi di due vicende private: la morte della madre e una totalizzante avventura amorosa.
Ne nascono due raccolte: «Il cammino» e «L’anima», in cui si riflette il forte interesse del poeta per la psicanalisi d’ispirazione junghiana. Entrambe rimangono inedite e saranno pubblicate soltanto nel 2003 dal Saggiatore, a cura di Giuseppe Pontiggia, nel volume complessivo «La Cronaca. Poema 1939-1982».
In occasione del centenario della nascita del poeta, La Nave di Teseo ha pubblicato nel 2023 l’opera definitiva, «L’anima. Tutte le poesie e altro (1939-1989)», a cura di Roberto Peregalli e Angelo Manfredi, con la direzione artistica di Luca Stoppini. Il volume raccoglie non solo l’intera produzione in versi di Peregalli (con l’aggiunta di poesie disperse e inedite) ma anche scritti in prosa, traduzioni da Joyce, bellissime fotografie scattate dal poeta e infine un’ampio apparato critico.