Poesie per un anno 64 – Biagia Marniti

di Francesco Paolo Memmo

 

Biagia Marniti (15 marzo 1921 – 6 marzo 2006) esordì nel 1951 con una raccolta, «Nero amore, rosso amore», che nasceva da una dolorosa esperienza esistenziale.

La critica si accorse di lei nel 1957, quando Mondadori pubblicò quello che resta forse come il suo libro più significativo, «Più forte è la vita», con una prefazione di Giuseppe Ungaretti che non si risparmiava in elogi:

«È il racconto di una passione amorosa, dalla castità e le incertezze del suo albeggiare sino alle demenze voluttuose, e sino al rimpianto. Il lettore mi dirà se molte volte oggi la poesia gli comunichi la stessa forza d’illusione e di delirio che l’assale qui. Lo so, ci sono esempi precedenti di simili risultati anche nella poesia d’oggi. È poesia che facilmente s’impara a memoria, perché ha versi memorabili […] ma soprattutto perché è canto, e canto di rara sincerità».

Quella della Marniti è una pronuncia sempre a bassa voce, che tende all’essenziale, meditativa più che descrittiva, ma con improvvise accensioni quando in gioco ci sono i sentimenti e in particolare quello amoroso.

Traggo le due poesie che qui pubblico dalla raccolta del 1967 «Giorni del mondo» ora compresa, insieme all’intera opera in versi della Marniti, nel volume «Implacabili indovinelli. Poesie 1941-2003», introduzione di Luigi Scorrano, Manni, 2003.