Ada Negri (3 febbraio 1870 – 11 gennaio 1945) ebbe per tutto il primo Novecento uno straordinario successo anche di pubblico.
Affascinava la sua biografia di donna dalle origini umili mossa da un afflato rivoluzionario che si traduceva nella difesa dei diritti dei più deboli, nella denuncia delle ingiustizie sociali, nell’affermazione del ruolo della donna contro il maschilismo imperante.
A questo si aggiungevano vicende personali anche dolorose e drammatiche: un matrimonio fallito, la morte in culla della seconda figlia.
Tutto ciò costituiva materia della sua fortunata opera in versi e in prosa: la miseria vissuta con orgoglio, la ricerca dell’indipendenza, la forza della “sorellanza”, e poi l’amore, la maternità, il lutto che negli ultimi anni si trasforma in una religiosità sempre più accentuata.
Leggere Ada Negri può avere ancora un senso. Gli strumenti più recenti per conoscerne l’opera sono: «Io sempre, io sola. Poesie scelte», a cura di Carla Gubert, Rizzoli, 2024; e soprattutto «Poesie e prose», a cura di Pietro Sarzana, Mondadori, 2020.