Di Giovanni Papini (9 gennaio 1881 – 8 luglio 1956), che pure fu uno dei massimi protagonisti della cultura italiana nei primi decenni del Novecento, con le sue idee controverse e poi francamente reazionarie, non resta praticamente più niente.
Anche come poeta mi sembra sia stato a suo tempo sopravvalutato (persino da personalità come Contini e Borges).
Oggi non lo legge più nessuno, ma forse, cercando cercando, qualcosa si riesce a trovare, dove la retorica cede il posto a sentimenti più concreti, più “domestici”, come in questa poesia dedicata alla figlia Viola.