Pietro Giannone, chi era costui?

Chi è stato e perché del Premio Ischitella a lui intitolato

 

 

Quella che segue è un’azione di recupero di miei appunti in occasione di un Convegno tenuto a Settimo Torinese organizzato dal Comune di Settimo Torinese e dal Comune di Ischitella nel 2010 al quale presero parte tra gli altri l’avv. Franzo Grande Stevens, cittadino onorario di Ischitella e il prof. Giuseppe Ricuperati considerato il massimo storico della vita e delle opere di Pietro Giannone.

Ed ecco qui seguito alcune considerazioni da me svolte in quel Convegno che fui incaricato di condurre e che possono meglio introdurci al Premio Ischitella- Pietro Giannone e ai relativi eventi del 2 e 3 settembre 2022.

L’incontro di oggi avrà successo soprattutto se alla fine sarà cresciuto in voi l’interesse di conoscere e approfondire la vita e l’opera di Pietro Giannone.

Chi tra di voi conosce Pietro Giannone, alzi la mano.

Chi era Pietro Giannone?

Molti ischitellani ne conoscono il busto in piazza de Vera d’Aragona, o quello più recente all’edificio scolastico, oppure hanno visto una lapide sulla sua casa nel centro storico di Ischitella. Sanno che è stato un personaggio storico importante, nato a Ischitella e morto a Torino o poco più.

Chi è stato Pietro Giannone per me?

E’ stato un motivo di orgoglio quando andavo a scuola e facevo il liceo classico in Umbria. Tutti i miei compagni di scuola sapevano chi era Pietro Giannone e che era nato a Ischitella.

Ricordo che quando mi chiedevano dove fossi nato io rispondevo e tuttora rispondo con orgoglio: Ischitella, patria di Pietro Giannone.

Ma mentre quando ero ragazzo, parecchi al nome Giannone, dicevano “ah!” perché ne avevano studiato qualcosa a scuola.

Oggi, che io sono sui sessantaquattro anni, quando dico sono di Ischitela patria di Pietro Giannone vedo che quasi sempre il volto dell’interlocutore si fa interrogativo.

E chi è questo Giannone?

Molti italiani – questa è la nuda e cruda verità – oggi ignorano del tutto chi sia stato.

E siccome per imparare non è mai troppo tardi…

A questo proposito vi voglio segnalare subito la lettura di un piccolo prezioso libretto, piccolo nelle dimensioni, di appena cento paginette. L’autore è Michele dell’Aquila. Il titolo è Pietro Giannone, il pensatore, il perseguitato, l’esule, dell’editore Schena. Il costo: euro 5,20. Inferiore al costo di una pizza

Il libro però non è “una pizza” e può contribuire a far conoscere e ad amare Pietro Giannone non solo ai suoi concittadini ischitellani, ma anche a tutti voi.

Forse solo in pochi sanno che a Ceva (CN), alle ore 11,00 di venerdì 21 novembre 2008, nell’Aula Magna del Liceo Scientifico, è stato presentato il libro Pietro Giannone. Storico, avvocato e giureconsulto (1676-1748) di Angela Picca. E che gli alunni di due classi hanno interpretato con successo i vari personaggi dell’opera di Pietro Giannone (che è stato in prigione anche nel forte militare di Ceva).

Ecco un altro possibile modo di accrescere la conoscenza del nostro Pietro Giannone: rappresentare la sua figura e opera attraverso una drammatizzazione, servendosi di questi testi che sono stati predisposti per la divulgazione.

Quella di Angela Picca è la prima e fino ad oggi unica opera teatrale scritta su Pietro Giannone, l’autrice ha voluto rendere giustizia ad un libero pensatore spesso dimenticato, anticipatore di molte istanze dell’illuminismo, illustrando all’interno di una grande affresco del Settecento il dramma di un uomo che, come Giordano Bruno, Galileo e Keplero, si adoperò per l’affermazione del principio di indipendenza della scienza dalla religione e per una netta distinzione tra fede e ragione. (Questo è il secondo testo teatrale di Angela Picca che aveva già pubblicato, nel 1999, Syfridina Contessa di Caserta. Syfridina era anche signora di Ischitella, feudo normanno-svevo; forse nata, agli inizi del XIII secolo ad Ischitella, erede dei conti Gentile di Lesina. Ma questa è un’altra storia)

Che possiamo dire in sintesi su Pietro Giannone?

Nato ad Ischitella nel Gargano nel 1676. Egli lasciò in tenera età il paese per emigrare a Napoli dove completò i suoi studi affermandosi come un grande “avvocato napoletano”.

Giannone è stato uno storico illustre, un libero pensatore, un educatore esemplare, fu esule in numerose città italiane (Venezia, Padova, Modena, Milano) ed estere (Vienna e Ginevra), fu perseguitato prima e poi imprigionato per ben 12 anni nelle carceri dei Savoia, a Miolans, nel Forte di Ceva, nella Cittadella di Torino dove morì nel 1748.

Una vita avventurosa la sua. Meriterebbe almeno uno sceneggiato o una fiction (come si dice oggi). Ne abbiamo visti tanti in TV, dedicate anche a personaggi di più basso profilo rispetto a Pietro Giannone.

Sarà possibile compiere questo “miracolo”?

Tutto è possibile con la buona volontà e con la cocciutaggine.

Penso che l’evento di oggi ci insegni che con piccole significative azioni è possibile togliere dal dimenticatoio la figura di Pietro Giannone.

E’ possibile e dipende da tutti noi.

Senza presunzione, vi suggerisco, se non avete altre armi nel vostro bagaglio, di compiere alcune azioni semplici:

– partecipare a iniziative come questa di oggi e farla conoscere a chi per i più svariati motivi non ha potuto assistervi;

– (riservata agli ischitellani): quando vi chiedono di dove siete: rispondete che siete nativi o originari di Ischitella, patria di Pietro Giannone;

– (riservata agli abitanti di Settimo), quando vi chiedono dove sta la biblioteca rispondete che sta in via Pietro Giannone (storico e giureconsulto, nato ad Ischitella, cittadina gemellata con Settimo Torinese;

e via discorrendo…

Il Premio Ischitella-Pietro Giannone

Un altro esempio.

Il Comune di Ischitella nel promuovere nel 2004 il premio nazionale di poesia nei dialetti d’Italia ha denominato lo stesso: Premio Ischitella-Pietro Giannone. Vi può sembrare una piccolezza, ma sono stati tanti i poeti che mi hanno telefonato chiedendomi chi era Pietro Giannone e moltri altri, per non fare brutta figura hanno digitato su GOOGLE Pietro Giannone ed hanno appreso qualcosa della sua grandezza.

E bene ha fatto lo stesso Comune di Ischitella a indire prima un Convegno su Pietro Giannone, poi ad inaugurare un nuovo busto presso la scuola intitolata a lui in cima al corso di Ischitella e poi ad organizzare lo scorso anno una conferenza sul nostro personaggio con il prof. Rino Caputo e il prof. Sergio Bertelli nell’ambito di Gargano Letteratura.

Insomma: tutti noi possiamo fare qualcosa per conoscere questa grande personalità e tutti noi possiamo, nel nostro piccolo, nominandolo far vergognare un po’, i tanti, troppi italiani che continuano ad ignorare l’opera formidabile di questo uomo, protagonista della storia d’Italia e d’Europa.

Bene ha fatto il comune di Settimo ad intitolare una via a Pietro Giannone e ad indire questa conferenza. E ancora meglio farà, se ogni anno organizzerà una conferenza per approfondire qualche aspetto della sua vita e della sua opera.

Nell’opera teatrale che ho prima citato di Angela Picca, nell’addio al figlio, Pietro Giannone invoca Giustizia e Verità.

Vorrei augurarmi che tali principî, così eroicamente e strenuamente sostenuti dallo storico, possano rompere quel muro di immeritato silenzio attorno a lui e possano essere di esempio per le giovani generazioni che molto ignorano del duro e faticoso cammino percorso dal nostro Paese, dei sacrifici compiuti da chi ci ha preceduto e delle conquiste ottenute, a costo della vita, dai nostri padri per l’affermazione dello Stato laico e delle libertà democratiche.

Curiosità e citazioni di Giannone e su Giannone

Ecco cosa dice a proposito di Ischitella, allora (nei primi anni del 1700), “piccola terricciuola” feudale, l’abate Giovanni Battista Pacichelli (Il Regno di Napoli in prospettiva diviso in dodici province, Napoli, Parrino e Mutio, 1703):

memoria non molto vecchia dell’antica Varano fra le Opere gloriose del Gran Diomede sepolta nel lago copios’oggi di Capitoni esquisiti, è cinta di mura, distante un miglio da Rodi in un colle delizioso e veduta dell’Adriatico, e in clima assai dolce; provvista di una Parrocchiale ed altra chiesa minore entro le mura, ed otto fuori, mentre vi ufiziano trenta Preti ed altrettanti Cherici, servendo al Signore sette Eremiti. Spiegasi ancor la Pietà in tre Confraternite, una Congregatione e di più nel Sagro Monte e nello Spedale.

(p.10, Dell’Aquila)

A 18 anni Giannone arriva a Napoli

Giunsi in Napoli ne’ principi del mese di marzo dell’anno 1694, e qa quei a’ quali io fui raccomandato, non per mancanza d’affetto, ma per poca conoscenza che avevano de’ più insigni professori di legge che erano in quella città, mi mandarono ad apprendere legge civile e canonica in casa di un lettore, il quale, secondo che conobbi dapoi, poco sapeva dell’una e meno dell’altra. (Vita, p. 18)

Descrizione di Giannone (“noto per la di lui empietà tanto ne’ scritti, che ne’ libri da esso composti e stampati, ripieni di proposizioni scismatiche, ingiuriose alla Santa Chiesa e prossime all’eresia”) prima della cattura nei dispacci di polizia e cancellerie inquisitoriali:

è uomo vecchio d’anni 60 circa, di statura mediocre, e più tosto piccola, barba grisa, e ciglio grosso, labbro in fuori; porta perucha bionda, ora in groppata, ora alla delfina. Ora cinge spada con canna d’india in mano, ora cammina con tabarro scarlatto assai longo, e veste duri abiti di panno, ora nero, ora bianco, e porta scarpa quadra con poco taco, e più tosto alto, e parla napoletano, com’egli è. (in Giannoniana di Sergio Bertelli p. 552)

La Vita di Giannone fu scritta in gran parte nel castello di Miolans in Savoia, tra il 1736 e il 1737 (a 61 anni)

Prendo a scrivere la mia vita […] non già che io presuma di proporla a’ lettori per esempio da imitare le virtù forse da me esercitate, o da sfuggire i vizi de’ quali fui contaminato: ovvero perché contenesse fatti egregi e memorandi e fuor del corso ordinario delle cose umane adoperati […] che altri, avendola innanzi gli occhi, prenda da sé guardia ed àbbiala per guida e scorta in passando un mare sì crudele e tempestoso, pieno di sirti e perigliosi scogli, dove facilmente potrebbe urtare e sommergersi… Prendo a scriverla perché, trovandomi ritenuto fra le angustie d’un castello, dove privo d’ogni umano commercio traggo miseramente i miei giorni; e dubitando della mia età cadente, non dovessi quivi finirla […] rammentando con la mente tutte le mie passate gesta, possa ritrarre conforto dalle buone e pentimento delle ree […] Ma sopra tutto prendo a scriverla perché sia agli altri di documento, e specialmente a gli uomini onesti ed amanti del vero, quanto sia per essi dura e malagevole la strada che avran da calcare, per passar la loro in questo mondo liberi e sicuri, fra la turba di gente improba ed infedele e tra l’infinito numero degli sciocchi e de’ malvagi… (Vita, p. 13)

– La Vita fu scritta in gran parte nel castello di Miolans nella Savoia, tra il 1736 ed il 1937. Egli morì a 72 anni, nel 1748 nella Cittadella di Torino dove era stato trasferito.

[…] tralasciando il mio matutino e vespertino esercizio di camminare per quelle campagne, tutto il rimanente dell’ore si consumava in proseguire il lavoro dell’intrapresa Istoria. Per questo mio ritiro, e perché, anche dimorando in città, poco solea farmi vedere nelle conversazioni e nelle altre brigate d’amici a passar tempo allegro, ne acquistai presso gli amici il soprannome di ‘solitario Pietro’, alludendo all’eremita del Tasso. (Vita p. 73)