[GIUGNO 2013] Piangi che ti compro le arance, di Umberto Migliorisi, poesie in italiano, ISBN 978-88-98370-02-3, pp 32, euro 10,00.
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IL LIBRO
Pagine sparse (e destrutturate) di un diario tra un secolo e l’altro con variazioni di stile e di temi in cui fluttua una poesia che si caratterizza di volta in volta per l’impegno civile, per lo sforzo di mantenere viva la memoria in un paese smemorato, per vividi ricordi più personali, appena accennati, per mirabili squarci lirici. Questo ed altro c’è in questa silloge minima, dal linguaggio colloquiale, gradevolmente ironico, in cui eccelle l’abilità epigrammatica del poeta.
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L’AUTORE
Umberto Migliorisi è nato a Sciacca (Agrigento) nel 1928, ma dagli anni ’30 vive a Ragusa. Ha cominciato a pubblicare versi sparsi su giornali e riviste verso la fine degli anni ’50.
La prima silloge con cui esordisce è del 1970, Riassunto (poesie 1953 – 1970). Di questa e di altre sillogi pubblicate in seguito, una selezione si può trovare nel libro antologico Ironia e altro (Messina, 2007).
Migliorisi ha pubblicato anche diverse raccolte di poesia in dialetto ragusano, di cui si può trovare una selezione antologica nel libro Gn’ iàttu niuru (Un gatto nero) (Ragusa, 2005). Nel 2012 ha pubblicato per Cofine la silloge Ppi-mmia fussi (Se fosse per me).
La recensione al libro di Ombretta Ciurnelli
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NEL LIBRO
Piangi che ti compro le arance (1)
Quante erbe… quanto verde!
Tanti fiori e colori ed ora
tutto si brucia e si perde:
ogni “chiusa”(2) ogni luogo
di giallo-fuoco si tinge…
Piangi,
piangi che ti compro le arance!
Comiso(3) era un paese
tutto raccolto e quieto:
saporito, impastato
d’olio fine e vino buono;
paese di pittori, di scrittori,
paese di Bufalino!… E ora?!
Ora piangi,
piangi che ti compro le arance!
Pippo Fava. Chi era?
Chi era questo “Pippo Fava”?(4)
Uno che parlava quando
non si deve parlare:
quando chi parla sbaglia
e chi sbaglia… paga!
Tu che non parli e non sbagli,
tu che non sbagli e non paghi…
piangi,
piangi che ti compriamo le arance!
1 Modo di dire siciliano di tipo consolatorio. Cianci ca t’accattu âranci.
2 Parola dialettale per indicare un terreno coltivato o meno, chiuso da muri a secco, caratteristico delle campagne siciliane.
3 Comiso era diventata sede di una base militare della Nato e gli americani vi avevano piazzato i missili a lungo raggio dalla testata nucleare – puntati verso la Russia l’allora ex Unione Sovietica.
4 Giuseppe Fava, giornalista catanese ucciso dalla mafia.
La notte
Pasce il silenzio nella notte. Il vento
ha vuotato la terra ed ha lasciato
un globo di parole spente,
uno iato di speranze.
Battono a vuoto: il fischio che si solleva
tra le case basse sotto la poca luce
– pipistrello del sonno –, i passi radi e secchi,
come un sogno la fioca voce
dell’acqua che invade i tubi e l’aria geme…
La vita, che reimboccò la sotterranea,
rapida sfreccerà contro la luce
– ho smania lenta delle fenditure! –
attenderà il patibolo dell’alba.