Oltre il silenzio di Lia Cucconi

Recensione e scelta di poesie di Maurizio Rossi

 

“Quando l’acqua immobile sembra morta/ la necessità del corpo liquido/ si espande nel messaggio inquieto e mostra/ una dimensione ignota: il silenzio”. La prima strofa della prima poesia introduce alla raccolta e ne rivela l’intenzione: andare oltre il silenzio per ritrovare il suono, la parola, la voce. In sostanza, la Poesia. Non abita la certezza e tanto meno la Verità, oltre il silenzio: molte delle poesie di questa raccolta si chiudono con una domanda, che appare come un segno di rispetto anche verso chi legge, a sottolineare una possibilità, un nuovo percorso. “ E’ dunque l’irrompere alla via certa/ la sensitiva fonte del conoscere/ o la nostra illusione più aperta?”  si chiede, sulla scia di secoli di speculazione filosofica alla ricerca della conoscenza e ancor più della coscienza.

Ma sempre è in agguato l’Ombra Nera, la paura che si contrappone alla luce, l’inganno, la follia “O è l’inganno che ci trascina oltre,/ sponde ignote e ci nasconde la ragione?//” sembra evidente il richiamo all’ombra junghiana, oscurità – inconscia –  celata in Sé o nell’Altro/ a. E dunque, “oltre il silenzio” si legge  anche al modo di un percorso di disvelamento, facendo emergere ciò che fa paura o semplicemente non si sa di avere “Ma il vero accetta cosa, oltre la paura?” si chiede l’Autrice.

Non sempre è in-mediata la ricerca e talvolta gli interrogativi  sono ferite nella mente e ancor più nella coscienza; ma non mancano versi di lirismo e di apertura – che pervadono comunque tutta la raccolta – come quando descrive la parola “Essa è il sogno di una voce/…E’ un aprire a profonda bellezza/ quando la bocca si arpeggia  al suono/nel suo essere canto della parola.”

Né mostra indifferenza al quotidiano, specie quando esso è tremendo: “L’umile cena diventa “difesa” /all’urlo soffocato al duro mondo/ che indifferente torna a masticare/ mentre il sangue scompare…Pubblicità!!!”

Rime interne danno ritmo alla poesia della Cucconi, e rendono più lieve, spesso,  il susseguirsi di immagini e metafore e l’abbondanza delle visioni.

 

 

Il Cammino

 

I nostri piedi nell’erto, raccontano

varchi e passano al margine d’un balzo,

non sanno dire con i passi i raggi

che muovono salite agli incontri,

perché ogni sentiero è per capre

e non per parole raccolte al balzo

nel dibattuto sguardo dell’essenza.

Loro in quell’incostante precario

immersi nell’incesto del percorso,

desolati mordono la polvere

per reggere quel viaggio pieno

verso il vuoto che ogni gradino compie.

 

Questo l’erto raccolto che li muove?

 

 

La traccia

 

Nessuna importanza ho nella folla?

 

Essa mi spinge in entrate e uscite

da porte girevoli e scale mobili

in mezzo a Eve e Adami d’ogni età.

 

A tanto predisposto ordine sparso

da sempre si dispone il mondo: Io

nella felpa con il cappuccio alzato

vedo i corpi in successione a lato

in modo indiretto scendere e salire

nel viaggio più importante e decisivo

d’ogni arrivo, nel virtuale cammino

di vaghi eroi dipinti a cartamoneta

in sguardi persi d’eterno presente. Io?

 

Mai con loro in reticente silenzio

non tralascio nel tempo la mia traccia:

e urlo: questa vita è un tormento.

 

 

La quotidianità

 

La quotidianità è povertà

del sonno, non del sogno, anche feriale…

essa è scrimolo dove la vita

cade dal ciglio del tempo a zig zag

per scendere nel fiume dell’inconscio

fra graffi di spine e rami nodosi

alla maniera del presente…e…poi del poi?

 

 

Indifferenza?

 

La TV trasmette un’ecatombe d’uomini…

E’ l’ora di cena, cade una forchetta

il boccone torna nel piatto, mentre

l’ombra trema, ma la bocca è piena

non di voce ma di silenzio: tace!

L’umile cena diventa “difesa”

all’urlo soffocato al duro mondo

che indifferente torna a masticare

mentre il sangue scompare…Pubblicità!!!

 

 

 

Lia Cucconi, Oltre il silenzio, Neos Ed., Torino, 2020

 

 

Lia Cucconi, originaria di Carpi (Modena) si trasferisce a Torino nel 1961, dove vive. Dopo gli studi all’Accademia Albertina di Belle Arti e un periodo d’insegnamento, si è dedicata alla poesia e al disegno, partecipando a mostre e a convivi dialettali con disegni per libri di amici-poeti vernacolari in dialetto emiliano. La critica del settore ha definito questa sua forma di poesia: “Voce fra le più significative e riconoscibili della poesia italiana neo-dialettale”, per i contenuti espressivi di temi civili. Nel tempo ha ricevuto alcuni premi e riconoscimenti, compreso il Premio Roma in Campidoglio, intitolato alla ‘salvaguardia della lingua locale’ nel 2017;  il Noventa Pascutto, 2003; la Medaglia del Senato all’Ischitella Pietro Giannone, 2006; il Carlo Levi, 2014; il Granata per Haiku, 2018.