“Quando l’acqua immobile sembra morta/ la necessità del corpo liquido/ si espande nel messaggio inquieto e mostra/ una dimensione ignota: il silenzio”. La prima strofa della prima poesia introduce alla raccolta e ne rivela l’intenzione: andare oltre il silenzio per ritrovare il suono, la parola, la voce. In sostanza, la Poesia. Non abita la certezza e tanto meno la Verità, oltre il silenzio: molte delle poesie di questa raccolta si chiudono con una domanda, che appare come un segno di rispetto anche verso chi legge, a sottolineare una possibilità, un nuovo percorso. “ E’ dunque l’irrompere alla via certa/ la sensitiva fonte del conoscere/ o la nostra illusione più aperta?” si chiede, sulla scia di secoli di speculazione filosofica alla ricerca della conoscenza e ancor più della coscienza.
Ma sempre è in agguato l’Ombra Nera, la paura che si contrappone alla luce, l’inganno, la follia “O è l’inganno che ci trascina oltre,/ sponde ignote e ci nasconde la ragione?//” sembra evidente il richiamo all’ombra junghiana, oscurità – inconscia – celata in Sé o nell’Altro/ a. E dunque, “oltre il silenzio” si legge anche al modo di un percorso di disvelamento, facendo emergere ciò che fa paura o semplicemente non si sa di avere “Ma il vero accetta cosa, oltre la paura?” si chiede l’Autrice.
Non sempre è in-mediata la ricerca e talvolta gli interrogativi sono ferite nella mente e ancor più nella coscienza; ma non mancano versi di lirismo e di apertura – che pervadono comunque tutta la raccolta – come quando descrive la parola “Essa è il sogno di una voce/…E’ un aprire a profonda bellezza/ quando la bocca si arpeggia al suono/nel suo essere canto della parola.”
Né mostra indifferenza al quotidiano, specie quando esso è tremendo: “L’umile cena diventa “difesa” /all’urlo soffocato al duro mondo/ che indifferente torna a masticare/ mentre il sangue scompare…Pubblicità!!!”
Rime interne danno ritmo alla poesia della Cucconi, e rendono più lieve, spesso, il susseguirsi di immagini e metafore e l’abbondanza delle visioni.
Il Cammino
I nostri piedi nell’erto, raccontano
varchi e passano al margine d’un balzo,
non sanno dire con i passi i raggi
che muovono salite agli incontri,
perché ogni sentiero è per capre
e non per parole raccolte al balzo
nel dibattuto sguardo dell’essenza.
Loro in quell’incostante precario
immersi nell’incesto del percorso,
desolati mordono la polvere
per reggere quel viaggio pieno
verso il vuoto che ogni gradino compie.
Questo l’erto raccolto che li muove?
La traccia
Nessuna importanza ho nella folla?
Essa mi spinge in entrate e uscite
da porte girevoli e scale mobili
in mezzo a Eve e Adami d’ogni età.
A tanto predisposto ordine sparso
da sempre si dispone il mondo: Io
nella felpa con il cappuccio alzato
vedo i corpi in successione a lato
in modo indiretto scendere e salire
nel viaggio più importante e decisivo
d’ogni arrivo, nel virtuale cammino
di vaghi eroi dipinti a cartamoneta
in sguardi persi d’eterno presente. Io?
Mai con loro in reticente silenzio
non tralascio nel tempo la mia traccia:
e urlo: questa vita è un tormento.
La quotidianità
La quotidianità è povertà
del sonno, non del sogno, anche feriale…
essa è scrimolo dove la vita
cade dal ciglio del tempo a zig zag
per scendere nel fiume dell’inconscio
fra graffi di spine e rami nodosi
alla maniera del presente…e…poi del poi?
Indifferenza?
La TV trasmette un’ecatombe d’uomini…
E’ l’ora di cena, cade una forchetta
il boccone torna nel piatto, mentre
l’ombra trema, ma la bocca è piena
non di voce ma di silenzio: tace!
L’umile cena diventa “difesa”
all’urlo soffocato al duro mondo
che indifferente torna a masticare
mentre il sangue scompare…Pubblicità!!!
Lia Cucconi, Oltre il silenzio, Neos Ed., Torino, 2020
Lia Cucconi, originaria di Carpi (Modena) si trasferisce a Torino nel 1961, dove vive. Dopo gli studi all’Accademia Albertina di Belle Arti e un periodo d’insegnamento, si è dedicata alla poesia e al disegno, partecipando a mostre e a convivi dialettali con disegni per libri di amici-poeti vernacolari in dialetto emiliano. La critica del settore ha definito questa sua forma di poesia: “Voce fra le più significative e riconoscibili della poesia italiana neo-dialettale”, per i contenuti espressivi di temi civili. Nel tempo ha ricevuto alcuni premi e riconoscimenti, compreso il Premio Roma in Campidoglio, intitolato alla ‘salvaguardia della lingua locale’ nel 2017; il Noventa Pascutto, 2003; la Medaglia del Senato all’Ischitella Pietro Giannone, 2006; il Carlo Levi, 2014; il Granata per Haiku, 2018.