Notizie storiche e ambientali di Vico del Gargano

Vico del Gargano (in provincia di Foggia) è una cittadina di 8.102 abitanti,
posta a 445 m sul livello del mare, su un promontorio roccioso tra il mare
Adriatico (a 6 km) e la Foresta Umbra (a 10 km). La sua fine aria collinare
tempera la calura estiva e addolcisce il freddo invernale.

Il territorio

E’ molto variegato, mutevole: si passa dalla media collina
dove è situato il centro abitato (445-500 m) agli oltre 800 della Foresta
Umbra, ricca di abeti, maestose querce, faggi, tassi, corbezzoli, ecc..
Scendendo verso il mare e la costa, il territorio è ricco di acque sorgive e di
indimenticabili panorami. Si incontrano fitte pinete e tutte le essenze tipiche
del clima mediterraneo (ulivi secolari, carrubi, fichi, aranci, limoni, ecc.).
Il litorale è caratterizzato da ampie e lunghe spiagge sabbiose che procedono
da San Menaio verso Calenella ed il Monte Pucci che segna il confine con la
vicina Peschici. Percorsi attrezzati, maneggi, complessi turistici si trovano
disseminati in tutto il territorio.

Il centro storico e dintorni

Molto esteso, il centro storico si sviluppa su un’altura con
un panorama continuamente variabile a seconda del punto di osservazione. Si
articola nei tre nuclei di Civita, Terra e Casale. Il nucleo più antico, il
rione Civita è caratterizzato da strade e stradine sempre mutevoli d’aspetto
accanto alle quali si stagliano la mole del Castello (edificato da Federico II
di Svevia intorno al 1240) ed incombe quella della grande cupola della
collegiata dell’Assunta. Notevole anche il rione Terra con le sue torri
medievali ed i suggestivi vicoli. 

Meritano anche una visita: la chiesa del Purgatorio; il
Museo “trappeto Maratea”, un antico frantoio per la spremitura delle olive, di
età medievale, che conserva una pressa in legno del 1317; il palazzo della
Bella e, appena fuori Vico, il Convento dei Cappucini, ricco di opere d’arte, e
il Convento di Santa Maria Pura, con un affresco del XIII sec.

Religiosità e folclore

Un ricco patrimonio di musica, canzoni, ballate, danze, modi
di vivere, festività da celebrare fanno di Vico uno delle cittadine più
originali ed interessanti del Gargano. Tra le festività, per la loro
autenticità e le caratteristiche uniche ed originali, spiccano quelle di S.
Valentino, patrono della città e protettore degli agrumeti e degli innamorati e
del Venerdì Santo.

Cenni storici

Nel suo territorio sono presenti stazioni e siti
paleolitici, neolitici, eneolitici che testimoniano la presenza dell’uomo sin
dalla più remota antichità. Il centro abitato prese inizio nel 970 in prossimità
di una necropoli dell’età del ferro posta su un’altura denominata Tabor ad
opera di slavi, predoni e conquistatori. Essi si mescolarono con i residenti
raccolti in un unico centro fortificato che fu chiamato Vico. In epoca normanna
fu costruito il primo nucleo di un castello, poi modificato da Federico II di
Svevia. Fu poi feudo di Giovanni Pipino di Barletta, poi di suo figlio Nicola e
di Pietro. Nel 1547 il feudo fu acquistato da Galeazzo Caracciolo la cui
famiglia lo detenne fino al 1631 quando passò al principe Traiano Spinelli. Gli
Spinelli tennero il feudo fino al 1689. Il XVIII secolo fu caratterizzato da un
notevole risveglio culturale, con la fondazione di un cenacolo di intellettuali
(l’Accademia degli Eccitati) e da un grande sviluppo economico con la
coltivazione degli agrumi. Notevole fu anche lo sviluppo edilizio urbano ed
anche nelle campagne nelle quali sorsero i primi “casini” luoghi in cui la
nuova borghesia amava trascorrere lunghi periodi di riposo. Nella seconda metà
del secolo XIX, dopo la caduta dei Borboni, il territorio fu investito da una
nutrita presenza di briganti. Seguì una continua e inarrestabile decadenza
economica coincidente con la crisi irreversibile dell’agricoltura e la perdita
dei mercati agrumicoli.

Oggi Vico propone uno sviluppo fondato sull’agricoltura
(agrumi, ulivi, ecc.) sul turismo e la cultura.