Lo sguardo inverso di Maria Benedetta Cerro

Recensione e scelta di poesie di Anna Maria Curci

Nell’omonima raccolta di Maria Benedetta Cerro, lo sguardo inverso è allo stesso tempo modalità di accesso alla materia poetica e capovolgimento intenzionale della visione. Lo sguardo inverso è lo sguardo dei ciechi e dei folli, come spiega l’autrice nella sua nota conclusiva, ed è lo sguardo, ancora, di coloro che rovesciano il modo usuale di vedere le cose e che, così facendo, possono  pervenire al vero e bello, all’autentica bellezza: i poeti.

Da quello sguardo scaturisce una poesia tra le più efficaci nell’unire vigore e sapienza, estensione e condensazione.

Il dire sorgivo – questo titolo della prima delle numerose sezioni che compongono la raccolta, porta con sé tutte le doti e le caratteristiche dei titoli che seguiranno (per citarne alcuni: Perfezione dell’incontro, La finzione della gioia, La parola prosciugata, Sul fronte della resa, Cortesia dell’ombra, Trilogia della morte gentile, Poema dell’altrove): è denso di significati e risponde a una precisa intenzione programmatica –  è, con unione indissolubile, dire sovversivo e solenne.

Non una parola, non un enjambement, non una opzione metrica appaiono frutto di un cadere casuale. La ricercata e  ritrovata solennità conferisce all’espressione sia l’incisività del tratto lapidario sia la leggerezza di “grazia e misura”, quella levità che permette alla parola di volare alto, anche quando essa, bistrattata e strattonata, rischia di perdere linfa vitale.

La lotta contro le forze ostili al dire sorgivo si palesa nei toni sovversivi e solenni che giungono a noi, ancora oggi, dall’Antigone di Sofocle. Della tragedia greca la poesia di Maria Benedetta Cerro possiede, oltre al respiro ampio dell’universalità, l’alternarsi, segnalato anche da precise spaziature nei testi, di coro e personaggi, di distensioni meditative e scatti mossi dall’energia di chi non si risparmia e dal coraggio di chi mette a repentaglio tutto per una meta che va ben oltre la nuvolaglia del riparo a buon mercato, ben oltre l’interesse vischioso e impiastricciato preteso da tempi e da contesti.

Maria Benedetta Cerro, Lo sguardo inverso, LietoColle 2018

© Anna Maria Curci

 

Ci ordinò di corrispondere

perché eravamo inconsolati.

E riprese a pulsare la vena

———————-dell’abbandono.

Il cielo neutro della parola

manifestò il suo dire sorgivo

———————-e il lutto

fu animato dalla meraviglia.

Lui – il nodo del fenomeno

e del tutto – ci concesse il dettaglio

capitale che mutò lo sguardo.

 

 

Oltre – non altrove –

indice della nascita orientale

nella scena profonda

———————-dolcemente insolente

cautamente sovversiva

———————-sorge la salvifica

dalle vocali spumeggianti.

In totale immediata urgenza

nel mese che prepara

———————-il parto alle gemme

la parola maiuscola

che ammansisce il buio.

 

 

Sei la malattia che insinua nel sangue

———————-la musica degli uccelli morti

che addormenta in letti alcolici

le parole indispensabili al canto.

Tu sei prato straziato dall’incanto

tomba di vermi e di poeti pazzi

———————-che un solo libro affossa

da cui germoglierà l’incontro.

Miracolo crudele

che ha guarito gli occhi

———————– ora ciechi

———————e dallo sguardo inverso –

 

 

———————-Un luogo

dove i nomi abitano l’assenza

si è incrinato al mio passo.

In fondo a tutto il buio compresso

tentava di sorgere una luce.

Vengo – le dissi –

abiterò quel grembo.

E a volo discesi una rampa infinita di scale.

Guardami come sono leggera se mi chiami.

Ma sono morta e non ti posso udire.

———————-Eppure ti ho vista – luce –

 

 

La gatta giovane

che segue i molossi nel giardino

——————— – li fronteggia persino –

e immobile sfida la punta minacciosa

———————è la mia

non so se ingenua o indomita fiducia.

Una speranza immotivata

——————–del di là da venire

un’attesa di generosa vittoria

o di indifesa caduta

———————sul fronte della resa.

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Maria Benedetta Cerro è nata a Pontecorvo il 25/01/1951 e risiede a Castrocielo (FR). Ha pubblicato: Licenza di viaggio (Dioscuri 1984), Ipotesi di vita (Laicata 1987), Il sigillo della parola(Piovan 1991), Lettera a una pietra (Confronto 1992), Il segno del gelo (Perosini 1997), Allegorie d’inverno (Manni 2003), Regalità della luce (Sciascia 2009), La congiura degli opposti (LietoColle 2012).