L’editore ‘principe’ Rocco Carabba

Un catalogo e una mostra per conoscere un protagonista della cultura italiana contemporanea

Rocco Carabba, editore in Lanciano, ha conquistato nel mondo competitivo dei libri un suo posto distinto. Come altri editori del Sud (pensiamo a Laterza, soprattutto) la perseveranza, l’intuizione, la sprovincializzazione hanno avuto partita vinta su tutte le difficoltà e hanno saputo trovare nel giusto mezzo tra saggezza economica e progetto culturale la loro via maestra. È un’avventura che parte nel 1876, quando Carabba ha appena ventidue anni e una famiglia sulle spalle. Siamo in piena storia postunitaria, alle prese con uno stato da costruire e da sviluppare e con una popolazione da alfabetizzare e far lavorare. L’Abruzzo ha una ricca tradizione popolare e una lunga eredità legata alla stampa. Gli manca qualcuno che possa fare la differenza e possa porre la regione in evidenza nazionale. Carabba non dovrà aspettare molto per avviare una serie di studi che abbracciano aspetti storici ed etnografici del territorio (di cui è maestro e consigliere Gennaro Finamore), insieme a fortunate collane scolastiche. Intanto pubblica primissime opere di Scarfoglio (Papaveri) e di D’Annunzio (Primo vere), e nel 1899 s’insedia con 150 maestranze nel nuovo stabilimento fatto costruire su un terreno coraggiosamente acquistato anni prima. 

Nel 1909 la svolta, con la complicità di uno che si chiama Giovanni Papini. Nasce la collana “Cultura dell’anima”, in cui lo scrittore fiorentino riversa le inquietudini accumulate nei primi anni del ‘900. Nei cieli attraversati dall’epoca giolittiana si aggira il fervore di una ricerca nuova, tesa a sostituire alla disillusa fiducia nella scienza e nel progresso un più marcato ritorno alla spiritualità. È epoca di sperimentazioni, di avanguardie, di roventi polemiche e di vulcaniche proposte. Carabba si introduce in questo calderone, pubblicando su consiglio di Papini, testi capitali di filosofia introdotti da Soffici, Prezzolini, Amendola, Sapegno, Gobetti. È la strada che lo porta, con edizioni di formato più piccolo e finemente curate, ad imporsi all’attenzione di lettori esigenti. È un’esperienza che dura fino al 1938, quando Papini ha già mollato da tempo la presa, e invece Carabba ha saputo proseguire col figlio Giuseppe (il fondatore era morto nel 1924) la linea che s’era data. Intanto erano nate altre collane, come “I santi nell’arte e nella vita” diretta da Salvatore Di Giacomo e “Antichi e moderni” diretta di Giuseppe A. Borgese.

Negli anni trenta usciranno, copiose, opere di letteratura, di filosofia, di arte. Rappresentativi i nomi di Alvaro, Vittorini, Moravia e Montale. L’impresa editoriale, che nel frattempo era stata capace di ospitare nel suo stabilimento fino a quattrocento operai e di utilizzare le macchine di stampa più aggiornate, entra fatalmente in un periodo di crisi, che sarà aggravata dalla guerra. Distruzioni, smembramenti, perdite irreparabili come quella dell’archivio fanno disperare di una rinascita. Il tentativo più riuscito è quello più recente, datato al 1996, anno in cui la Carabba si ricostituisce e rilancia nuove idee e nuove collane. Oggi abbiamo a disposizione il catalogo che illustra riccamente vita, opere e meriti di questo editore e si intitola Rocco Carabba editore ‘principe’ (pp. 271, euro 35), edito in proprio e curato da Lucia Arbace, soprintendente per i beni storici, artistici ed etnoantropologici dell’Abruzzo. Si tratta di uno strumento prezioso, per ricchezza di contributi saggistici, informativi e illustrativi. Il catalogo accompagna la mostra itinerante che approderà tra breve alla prestigiosa sede della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, con l’intento di divulgare la conoscenza di un protagonista della cultura italiana tra Otto e Novecento.

Sergio D’Amaro

6 aprile 2013