Là dove il periplo si chiude

Poesie 1983-2016

[MAGGIO 2017] Là dove il periplo si chiude. Poesie 1963-2016 di Roberto Pagan, Roma, Edizioni Cofine, ISBN 978-88-98370-25-1, pp. 432, euro 25,00

—————————————–

Dalla cantabilità elegiaca – ma anche autoironica – di Sillabe alle aperture in senso più narrativo e oggettivante di Genealogie con ritratti; dallo sperimentalismo più variegato de Il velen dell’argomento alla interiorizzazione più densa di Per linee interne; dalla lunga parentesi dedicata all’haiku – questa gabbietta metrica che impone la scommessa della essenzialità e del distacco, in Miniature di bosco e ne Il sale sulla coda – con l’intermezzo del discorso più complesso di Vizio d’aria, concepito come un multiforme spartito musicale; per chiudere con l’azzardo epico ed eroicomico di Archivi dell’occhio sul tema del viaggio nello spazio e nel tempo, più qualche divagazione preziosa ne Le belle ore del Duca, un libro d’ore tardo-medievale adattato alla sensibilità dell’oggi: sono centinaia e centinaia di versi che si accumulano in oltre un trentennio di scavo e ricerca di un’espressione credibile di sé e della propria visione del mondo.
Molte cose si sono perse per strada: tutta la produzione giovanile, acerba forse ma non sempre insignificante, e anche parecchi tentativi più recenti ma sentiti come estranei a un organico disegno.
L’autore tuttavia non ha rinunciato a un’ultima raccoltina – “La passeggiata” – nata en plein air e tutta incentrata sul tema della stolidità progressiva dell’homo sapiens, sempre più pago di una tecnologia fine a se stessa.

—————————————–

L’AUTORE                    

Roberto Pagan è nato nel 1934 a Trieste, dove si è formato nella scia degli ultimi rappresentanti di quella grande stagione giuliana della cultura mitteleuropea: Saba, Giotti, Stuparich, Marin.
Scrittore, critico e poeta, la sua opera in versi è compresa in: Sillabe, Il Ventaglio, Roma, 1983; Genealogie con ritratti, Bastogi, Foggia, 1985; Il velen dell’argomento, Edizioni del Giano, Roma, 1992, Per linee interne, Interlibro, Roma, 1999; Miniature di bosco – 101 haiku, Zone Editrice, Roma, 2002; Vizio d’aria, ivi, 2003, Il sale sulla coda, ivi, 2005, Archivi dell’occhio, ivi, 2008 (vincitore premio “Minturno” 2009; finalista al premio “Feronia” 2009), Alighe, Ed. Cofine, Roma, 2011 (vincitore del premio “Città di Ischitella-Pietro Giannone” 2011); Le belle ore del Duca, ivi, 2012 (premio speciale della Giuria del “Premio nazionale di poesia Mario Arpea”, Rocca di Mezzo, AQ, 2016); Robe de no creder (Cose da non credere). Versi in dialetto triestino, ivi, 2014 (finalista al premio “Salva la tua lingua locale” 2015); Una finestra sul mondo. Antologia, Ed. Cofine, 2015).
Nel 2015 ha raccolto nel volume Un mare d’inchiostro. Pagine su ‘pagine’ e altri cabotaggi la sua produzione critica degli ultimi quindici anni (Edizioni Cofine, Roma).
Dal 1969 vive tra Roma e la Maremma toscana.

—————————————–

NEL LIBRO                  

Un’amaca di filo azzurro
che si dondola libera al vento
dove stai come un feto nell’alcova
come una fava nel baccello
un’orgia di cicale il sole alto
il mulinello d’ombra delle foglie

ed ecco che scoppia l’assenza
il librarsi sospeso della mente
la resa d’ogni voglia
la leggerezza della nuvola
l’essere confinante con il nulla
l’ombelico del tutto
il centro perfettissimo
il tempo ritrovato
senza più tempo
l’origine e la fine
l’alfa che è in noi
l’omega