Naufragi di paesaggi interni. Frammenti è una silloge che raccoglie in ordine cronologico più di cento componimenti poetici, in versi liberi, composti ed elaborati dall’autore nel corso di un lungo periodo di tempo compreso tra il 1997 e il 2022. Si tratta in gran parte di brevi composizioni – intense e di non immediata lettura – che si accompagnano a poesie più distese: ma tutte frammentate nei versi, in accordo con un sentire multiforme e a volte doloroso. Lo stile risuona d’antico, quasi ad esprimere le profonde radici del pensiero e delle emozioni; ma anche a raccontare la fragilità umana che l’Autore conosce bene, grazie al suo lavoro, e che comprende con inconsueta sensibilità, mentre va in cerca della Verità «Colei che / dea / nutre e sottrae / nel viaggio / ove tira il vento / di candido inverno…». I naufragi raccontano le sconfitte del navigare la vita tra nebbie e scogli, ma allo stesso tempo attestano la conclusione, dura e a volte traumatica, della visione intimistica di una realtà che chiede al contrario apertura di sguardi e di prospettive.
Aderenze
Null’altro che sono,
appiattito alla nuda terra,
grano del suolo,
che non s’eleva
e dormiente giace,
muto nei versi,
senza spessore nel corpo,
stanotte.
Ricongiungimenti
Tendon l’un l’altro le braccia
destini lontani,
linee divergenti,
che forzan la rotta
sino a piegare
la curvatura tiranna
del solco del tempo
e stracciare
la Necessità
già scritta nelle carte gettate.
Verità
Ricerca, rimpianto,
a cui anelare e fuggire
d’impulso.
Colei che,
dea,
nutre e sottrae
nel viaggio
ove tira vento
di candido inverno;
a lei mostrarsi,
spogli di nascita,
vestiti di sorte,
con sguardo teso
ai lembi di sue vesti.
Tempo
Punta luce
un faro laggiù,
sul latteo mare
ove navigo deserto.
E mi ritrovo,
allo scrosciar delle onde,
in veste di custode
del nucleo del tempo
– che fu e che sarà -,
a cavalcar il fiume scosceso,
di memoria e attesa.
Rivoltati alla vita
Rivoltati alla vita
fummo,
da nascita assorti;
destino solenne
s’impone,
il viaggiar compito
su vele disperse
e grumi di semi
d’infinite messi.
Antico dolore
Rinascer nei varchi
di questo nucleo di rami
ch’ammantan un cuore scosceso.
Viver m’è questo,
mover e aprir
l’antico dolore,
ch’aguzzo
incanta.
Il paese accecato
Come un paese accecato,
vaga
il cuore mio,
che fu gettato
nel tempo
aguzzo,
pretermine.
Dirottar
una dea,
o Speranza,
sul cammin mio,
mi arde.
D’ in sua venuta,
possa costei,
leggiadra,
levar il mio passo
e ricongiungermi
con l’eterno che bramo.
Andrea Ravazzini, Naufragi di paesaggi interni – Frammenti, Ed. SIGEM (MO), 2023
Andrea Ravazzini vive tra Modena e Corlo, una frazione del Comune di Formigine (MO). Da sempre appassionato di letteratura, lavora per il Centro di Solidarietà di Reggio Emilia Onlus, sul territorio reggiano, nell’area Dipendenze Patologiche, in una struttura residenziale. Ha pubblicato nel 2022 un saggio sulle dipendenze patologiche (Addiction. Attaccamento, disconnessioni e fattori evolutivo-relazionali, casa editrice Kimerik, Patti). Sta pubblicando altre due sillogi poesiche, Lassù, quaggiù. Frammenti e Vive in me una parola. Frammenti. A livello locale ha collaborato con contributi personali ad alcune opere autoedite dell’artista modenese Gianni Martini.
Maurizio Rossi 8/8/2023