Tocca le nostre umane corde l’esperienza di Giovanni Tesio, il suo andare “nei sentieri della vita” verso altre consapevolezze foriere di mutamenti e stupori, sorprese e trasalimenti. Dalla scoperta del sé più profondo, nel religioso silenzio che anima la sua solitudine interiore (Tutto avviene in me nel silenzio), nasce il Diario di un camminante sulla strada per Santiago (Torino, Lindau, 2024), un libro esistenziale ispirato, mistico, poetico atto di fede e insieme mite e paziente accettazione del sacro che è in noi come nel Tutto imperscrutabile, irraggiungibile alla ragione ma non all’intelligenza del cuore.
Viaggio intrapreso per ragioni affettive, per amore verso la compagna: Joana voleva fare l’esperienza del Camino e io l’ho voluta accompagnare, scrive Tesio ed è la parola amore la chiave di volta di questo cammino faticoso ma resistente nel segno della gioia e della leggerezza, dell’attenzione, dell’ascolto e della gratitudine: Nonsgnor, mi son con ti sì a San Giaco, / e ‘t sento ‘ndrinta ‘d mi, sento ‘l miraco” (Signore, io sono qui con te a Santiago / e ti sento dentro di me, sento il miracolo). In questo diario di riflessioni in prosa, nelle pagine che datano i luoghi e il tempo (3-31 luglio) della sacra erranza pedestre, Giovanni Tesio inserisce composizioni in versi frutto d’una discussione interiore che mette in crisi ogni certezza, le sovrastrutture della mente per ritrovare una condizione virginea, ripulita da preconcetti; camminiamo, noi lettori, insieme all’Autore, immersi nella descrizione del paesaggio che a ogni tappa muta i suoi colori, partecipi degli incontri con altri pellegrini lungo la strada, del cibo e dei brevi pernottamenti negli ostelli dei villaggi per ritemprarsi, darsi riposo e sonno, dare sollievo ai piedi che diventano molli fanno giacomo giacomo con amorevoli massaggi reciproci, Joana a Giovanni e viceversa. Un atto che celebra non solo la dedizione dell’uno verso l’altro, ma anche gratitudine e lode nei confronti di quella parte del corpo a torto ritenuta vile. Tra i sonetti in piemontese, quello dedicato alle estremità inferiori è sorprendente nella sua inoppugnabile e pura e semplice verità: (…) dij nòsti pé gnun credit foma (dei nostri piedi non facciamo alcun credito); e ancora, nei versi più avanti : Veuj dì che ’dcò n’ tij pé a-i è ’ d passion/ e che marciand ij di/am deurvo la cossiensa d’un neuv di.// Parèj dai pé a-i part na concession/ch’a tira ’d nòsta vita tuj ij fij/ e’d nòsti pé a fa na religion (Voglio dire che anche nei piedi c’è passione/e che camminando i giorni dopo giorni/mi aprono la coscienza di un nuovo giorno.//Così dai piedi parte una concezione/che tira della nostra vita tutti i fili/ e dei nostri piedi fa una religione). Lieve e profonda la prosa e la poesia con cui si tenta di esplorare l’umano mistero della vita (fisica e spirituale) che è soprattutto esperienza portatrice d’incanto e nuove agnizioni al di là d’ogni ragionevole obiezione dubitativa: se anche Dio non esistesse, in questi momenti esiste.
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Giovanni Tesio (Piossasco,1946) è stato docente prima all’Università di Bergamo, poi all’Università del Piemonte Orientale. Scrittore in versi e in prosa, critico letterario e saggista, studioso di poesia nel suo sviluppo storico e teorico, si è occupato di autori attivi tra Otto e Novecento (Carlo Porta, Augusto Monti, Giuseppe Gioacchino Belli, Piero Chiara, Pier Paolo Pasolini) e di letteratura regionale, in particolare quella piemontese. La sua ricerca ha riguardato anche altri scrittori, tra cui Primo Levi al quale ha dedicato le pubblicazioni: Io che vi parlo (2016), e Primo Levi. Ancora qualcosa da dire (2018) entrambe con la Casa Editrice Interlinea. Con le stesse edizioni ha dato alle stampe un pamphlet in difesa della lettura, della letteratura e della poesia, I più amati. Perché leggerli? Come leggerli?, e Parole essenziali. Giornalista pubblicista, collabora a “Torinosette” inserto de “La Stampa”. Per la poesia ha prodotto Vita da cant e da cantè, canzoniere in piemontese composto da sonetti (Torino, Centro Studi Piemontesi 2017); inoltre, Piture parolà, arte in poesia (2018) e Nosgnor (2020). Presso l’Editrice Lindau ha pubblicato il suo primo libro di narrativa, Gli zoccoli nell’erba pesante, e con la stessa Editrice i saggi La poesia in gioco (2023) e Nel bosco dei libri (2024).