Con il lapis* #34: Between Windows and Skies di Luigi Cannillo

Recensione di Anna Maria Curci

 

Con il lapis* #34: Luigi Cannillo, Between Windows and Skies, Gradiva Publications 2022

Vedi, tutto si riduce ad attesa

il superfluo brucerà nella memoria

Restano poche insegne a scorrere

tutto è ieri e sembra solo osso,

poche righe accompagnano

che la gola restituisce all’aria

È così che l’orizzonte viene 

a riprenderci, così minimi e arresi

Di fronte un quaderno aperto

continua a cercarti e chiama

dove si nasconde il proprio male

Ripete in ogni pagina mamma

ormai è buio, è ora di tornare

(p. 70)

You see, everything comes down to waiting

the surplus will burn in our memory

A few signs still left to flow

everything is yesterday and looks like bare bone,

A few lines to go with

and the throat gives them back to the air

That’s how the horizon comes

to take us back, so minimal and surrendered

Before an open notebook

keeps looking for you and calls

where its own pain hides

Repeating on each page mum

it’s dark now, time to come back

(p. 71)

Con l’eccezione di tre virgole, peraltro piuttosto rare e, assieme al punto interrogativo, uniche forme di punteggiatura ammesse nei testi poetici di Luigi Cannillo, la poesia che principia con il verso «Vedi, tutto si riduce ad attesa», tratta da Galleria del vento (2014), occupa un posto centrale nella raccolta Between Windows and Skies (Gradiva Publications, 2022).

Nei versi che si susseguono, con un ritmo che si distingue per la sua varietà –  trocaico, giambico, dattilico, anapestico -, le considerazioni sono intimamente legate a immagini, le quali evocano, combinano, condensano presenze, nomi concreti e astratti, oggetti e concetti, che insieme, per contatto, talora sprigionano attrito, talaltra manifestano attrazione. 

Queste presenze vanno componendo, testo dopo testo, un panorama di segni, di apparizioni, talvolta di rivelazioni che si aprono allo sguardo «tra finestre e cieli», come recita il titolo del volume. Sono  persone care e «ospiti segreti», le figure genitoriali – «l’ordine della madre» (p. 68) con il suo cosmo e la sua disposizione attenta, e «la cicatrice» di guerra che una volta l’io poetico chiede al padre di mostrare (p. 48) occupano un posto importante -, sono oggetti e passaggi al mondo esterno come  davanzali e finestre, sono nuvole nella tavolozza di grigi, nebbie, cieli (in particolare tra Milano, la Pianura Padana e Roma), poi onde, maree e, ancora, “camere con vista” catturate in età diverse della vita, 

Trentacinque anni di attività poetica, dal 1985 al 2020, costituiscono l’arco disegnato dalla produzione poetica di Luigi Cannillo qui raccolta in una scelta significativa, con gli originali affiancati dalla traduzione in inglese di Paolo Belluso, attenta e a sua volta meritevole di attenzione, anche perché reca le tracce di un dialogo pluriennale con l’autore. 

Leggere Between Windows and Skies di Luigi Cannillo apre la strada a una duplice scoperta: da un lato quella della cifra poetica dell’autore, unione straordinaria di presenze ricorrenti, luminose, enigmatiche, lievi, dense, e di soluzioni e intuizioni che conservano, pur nei riferimenti letterari sapientemente intessuti, un’impronta originale, dall’altro quella dell’interpretazione scaturita dalla resa in inglese dei versi, interpretazione che a sua volta sollecita riflessioni circa le scelte tra le opzioni esistenti: restituire, là dove possibile, allitterazioni, assonanze, tessuto sonoro dell’originale e, al contempo, schiudere l’accesso all’enigma proprio attraverso la traduzione. 

La lettura e l’ascolto delle due versioni a fronte accompagna con efficacia l’itinerario per le vie principali, per quelle secondarie, per i sentieri, i crocevia, le salite e le immersioni di Between Windows and Skies, un viaggio del quale si è voluto qui additare un possibile punto di partenza, per percorsi in avanti, verso gli inediti da Dal Lazzaretto, e a ritroso, fin dalla prima raccolta, Transistor, del 1985, passando per Volo simulato (1993), Sesto senso (1999), Cielo privato (2005), Cieli di Roma (2006) e, come ricordato in apertura, Galleria del vento (2014). 

Anna Maria Curci

*Con il lapis raccoglie annotazioni a margine su volumi di versi e invita alla lettura della raccolta a partire da un testo individuato come particolarmente significativo.