Bellegra, presentato il libro Dialetto e Poesia nella Valle dell’Aniene

L'opera di Vincenzo Luciani esamina i testi in vernacolo di 26 comuni della provincia di Roma

Sabato 7 giugno 2008 a Bellegra (Roma) nella palestra dell’Istituto comprensivo si è tenuta la presentazione del libro di Vincenzo Luciani Dialetto e Poesia nella Valle dell’Aniene (Edizioni Cofine, 2008), realizzato con il contributo della Provincia di Roma.

L’incontro è stato introdotto da canti della tradizione dialettale di Bellegra eseguiti dal Coro degli Alunni della Media.
Sono poi intervenuti Riccardo Faiella del Centro di documentazione della poesia dialettale “Vincenzo Scarpellino” il quale ha comunicato l’impossibilità di partecipare (a causa di un improvviso malore) alla presentazione del prof. Ugo Vignuzzi, ordinario della Cattedra di Dialettologia dell’Università di Roma La Sapienza. Faiella ha poi esposte le linee fondamentali dell’opera di Luciani.

Sono seguiti interventi del direttore scolastico Luigi Lanciotti che si è soffermato sulle iniziative in atto per il recupero delle tradizioni popolari e del dialetto nella didattica.
L’assessore alla Cultura bellegrano, in rappresentanza anche del sindaco Mario Sisto Ferranti, ha sottolineato l’impegno dell’amministrazione civica per la tutela e valorizzazione degli usi, costumi e tradizioni della terra bellegrana, del suo dialetto e per la raccolta delle memorie locali.

L’autore del libro ha precisato che lo stesso si occupa dei dialetti o per meglio dire delle testimonianze scritte di molti centri compresi nell’area tiburtina e sublacense, per salvarle dall’oblio e per renderle disponibili per studiosi professionali e amatoriali. Su 26 comuni esaminati: in 4 non è stato riscontrato nessun tipo di testo (cioè: Vocabolari, proverbi, soprannomi, filastrocche-giochi,ecc, teatro, poesia) in dialetto (e sono: Arcinazzo, Canterano, Jenne, Rocca S. Stefano); in altri 5 (Camerata Nuova, Cineto, Mandela, Rocca Canterano, Vallepietra) solo una o due delle sei principali tipologie; in 5 comuni sono presenti dalle tre o quattro (Affile, Cervara di Roma, Roviano, Vallinfreda, Vivaro) e negli altri 12 dalle cinque alle sei tipologie di testi (Bellegra, Arsoli, Anticoli Corrado e Agosta, Tivoli, Subiaco, Saracinesco, Roiate, Riofreddo, Marano Equo, Castel Madama, Cerreto Laziale).

Il motivo principale del libro – ha sottolineato Luciani – è la necessità di recuperare un patrimonio prezioso, quello delle lingue locali prima che scompaiono, prima che sia troppo tardi. Nell’arco di un secolo dal 1905 – 2005, si colocano nell’area esaminata due libri: Avviamento allo studio dell’Italiano nel Comune di Castelmadama di Oscar Norreri, 1905; e Avvviamento allo sudio del dialetto nel Comune di Castel Madama (di Alessandro Moreschini, 2005). A 150 anni dall’Unità d’Italia è prioritaria la difesa del nostro bilinguismo. Ora che tutti parlano l’italiano, bisogna riabituare i nostri figli a impadronirsi di nuovo delle loro radici e delle loro origini. Luciani ha poi esortato a compiere tante piccole azioni negli oltre 8 mila comuni italiani. Esemplificando ha affermato: “Se in ogni comune italiano si istituisse nei siti dei comuni un vocabolario per la raccolta interattiva dei termini dialettali, odei proverbi e dei modi di dire o delle poesie in dialetto, noi avremmo una grandiosa opera di salvataggio dei dialetti italiani e delle tradizioni linguistiche locali”.

Il poeta bellegrano Luigi Pompili, animatore dell’iniziativa bellegrana ha letto, applauditissimo, alcuni suoi testi poetici inseriti nel libro.