GIOVANNA MARINI
LE CANTATRICI DI ISCHITELLA
Tre volte Salvatore Villani mi ha portato a conoscere le ‘donne di Ischitella’ e per tre volte ne ho avuto una forte emozione. Emozione diversa da quella, sempre presente, per altri incontri con altri cantori originali. Mi sono chiesta il perché.
Le donne di Ischitella sono un corpo unico, con tanti occhi, tante voci, tanti sorrisi uno diverso dall’altro, tanti caratteri, ma sono una donna sola. La loro voce è un’unica voce potente, con un’emissione controllata, non urlano mai, eppure tesa come un sassofono suonato da un maestro. La loro musicalità è evidente, lineare, quasi tangibile.
I loro codici d’interpretazione unanimi. È questa solidità, questa monoliticità, questa massa di suono, di corpo, di maternità, che coinvolge, avviluppa, non lascia possibilità al dubbio: le donne di Ischitella sono una certezza. Allo stesso tempo sono le donne più libere, nell’espressione, e allegramente scanzonate, in ogni loro attitudine, che io abbia mai conosciuto. Quella certezza che comunicano all’ascoltatore viene certamente da una libertà interiore che manifestano persino con il passo, con l’andatura, che viene da ogni canto, sia esso devozionale, sia esso uno stornello, o un canto di lavoro. Le ho viste sempre in luoghi piccoli, o erano sempre loro troppo grandi per entrare in qualsiasi luogo?
E la grande commozione credo proprio venisse da questo mucchio di energia travolgente, espressa in canto, polifonia tranquillamente accordale ma canto profondamente eversivo, come impatto di suono tutto di un’unica emissione, anche nelle tonalità più alte.
Le tecniche di canto si trasmettono per tradizione orale, le donne di Ischitella cantano evidentemente da secoli su quegli stessi toni i loro canti, e arrivano in alto e in basso con un unico colore pieno, spinto, che turba l’ascoltatore. Non è riproducibile quel colore vocale che hanno le donne di Ischitella, bisogna solo augurarsi che non lo perdano mai.
E con esso non perdano mai quella voglia di raccontare cantando, che fa parte della loro storia, del loro sentirsi libere, del loro alimentare la loro tranquilla voglia di vivere andando insieme ai loro riti devozionali, ai pellegrinaggi, come alle feste con amici. Le donne di Ischitella con il loro canto raccontano e trasmettono il gusto di una socialità che noi abbiamo perso e che rimpiangiamo.
Sarà per tutto questo, che trasmettono quella grande commozione.
da Le cantatrici di Ischitella, di Salvatore Villani, Centro Studi di Tradizioni popolari del Gargano e della Capitanata – Rignano Garganico, Araiani Ed., 2005.
“Arriviamo a Ischitella, dove ci aspetta Salvatore Villani, giovane etnomusicologo locale, con le sue donne: un magnifico gruppo radunato in una piccola sede.
Come ci vedono, le donne si mettono a cantare senza fare tanti complimenti: è un repertorio bellissimo, e per noi completamente nuovo.
Passioni, ninne nanne, canti epico-narrativi: c’è di tutto. Cantano, cantano, poi ce ne andiamo a cercare i loro mariti che ci aspettano al bar. Chiacchieriamo un po’ con tutti, domani ci sarà da fare, perché ci sono i Sepolcri.”
Giovanna Marini, Una mattina mi son svegliata – La musica e le storie di un’Italia perduta, Milano, Rizzoli, 2005, pp. 83-84.
GIOVANNA MARINI. Compositrice, ricercatrice e folksinger italiana, è nata a Roma nel 1937. Dopo aver studiato chitarra classica, negli anni ’60 si avvicina alla musica folk e al canto sociale, milita nel Nuovo Canzoniere Italiano, scrive lunghe canzoni epiche (La nave, L’eroe, I treni per Reggio Calabria) che canta nei teatri, festival popolari. Alla fine degli anni ’70 ha insegnato alla “Scuola popolare jazz di Testaccio” (Roma). Ha composto musiche per film di Nanni Loy e Paolo Pietrangeli. Tra gli ultimi lavori Cantico della terra (2000) e Il fischio del vapore (2002) realizzato insieme a De Gregori.
da 43 Poeti per ischitella, a cura di Vincenzo Luciani, Introduzione di Rino Caputo, pp. 72, illustrazioni, euro 15,00
Info sul libro: