POETI PER ISCHITELLA – 19 – Francesco Gabellini

FRANCESCO GABELLINI

 

I SPUNTACÙL

 

Tnile dacòunt muràie d’Ischitella

stal vòse grise e lònghe

cundòte a fès lavor e alma

si scalèin rusghìd dla cisa.

L’éva custrèt e’ vènt dla sera ad lôi

dòne e burdèll a la bdòsa di cantòun,

i ciapétt da stènd ch’i à smôll i fòi,

al parole al vulèva dalòngh.

Una mèna cla sémna marèina

l’arbèlta l’inciòstre te mèr

par fiur ad spèine ch’al sona me vènt,

la matèina, i spuntacùl sla spiagia vèrta

 

L’ERINGIO* – Conservatele voi muraglie di Ischitella / queste voci lunghe e aspre / condotte a farsi lavoro e anima / sui gradini consumati della chiesa. // Aveva costretto il vento della sera di luglio / donne e bambini al riparo degli angoli, / le mollette han liberato i fogli, / volavano distanti le parole. // Una mano che semina marine / rovescia l’inchiostro nel mare / per fiori di spine che suonano al vento, / la mattina, l’eringio sulla spiaggia aperta.

* L’eringio marittimo è una pianta dal fiore spinoso che cresce spontanea sulle spiagge. Nel dialetto romagnolo il suo nome (la cui traduzione letterale sarebbe “foraculo”) prende origine dagli albori della balneazione quando i primi villeggianti vi si foravano il sedere sedendosi o sdraiandosi sulla sabbia.

Nota dell’autoreA distanza di qualche tempo dalla mia partecipazione alla rassegna Altre Lingue il 2 luglio 2005 ad Ischitella, ciò che maggiormente si era sedimentato in me di quella piacevole esperienza erano le voci così diverse eppur accomunate da un percorso analogo, dei poeti. E il vento di quella sera sul sagrato di S. Eustachio, che sembrava volerci infastidire, ma forse era provvidenziale nella propagazione di quelle voci. E ancora una pianta spontanea, l’eringio, vista sulla spiaggia di Foce Varano e che mi ha nostalgicamente ricondotto alla mia infanzia, quando anche sui nostri lidi si vedeva. Ecco i fiori spinosi di quella pianta erano belli eppure irsuti, come le nostre parole e i loro semi li 24 aveva forse portati lo stesso vento di quella sera.

 

 

FRANCESCO GABELLINI è nato nel 1962 a Riccione, dove vive. Ha pubblicato le raccolte di poesie in dialetto romagnolo: Aqua de silénzie, 1997; Da un scur a cl’èlt (Da un buio all’altro), 2000; Sluntanès, 2003; Caléndre, 2008; A la mnuda, 2011. È presente in Poeti in romagnolo del secondo Novecento, a c. di Pietro Civitareale, 2005 e nelle antologie: Poeti in romagnolo del novecento, a c. di P. Civitareale, 2006; Guardando per terra – Voci della poesia contemporanea in dialetto a cura di Piero Marelli, 2011; L’Italia a pezzi, 2014; Dizionario dei poeti dialettali romagnoli del 900, a c. di Gianni Fucci e Giuseppe Bellosi, 2006. Nel 2016 ha pubblicato Zimmer frei, 5 monologhi teatrali in romagnolo. Collabora con “Città Teatro” di Riccione, che ha messo in scena suoi testi teatrali e col festival “Lingue di confine” di Rimini, diretto da Fabio Bruschi.

 

 

Video Ischitella 2005

https://youtu.be/i2D-IaFmxwk

 

 

Video Altre lingue – Achille Serrao 2020

https://youtu.be/IVHSCUDDdxg

 

 

 

da 43 Poeti per ischitella, a cura di Vincenzo Luciani, Introduzione  di Rino Caputo, pp. 72, illustrazioni, euro 15,00

 

Info sul libro:

https://poetidelparco.it/43-poeti-per-ischitella/?fbclid=IwAR3vPdx1DEscy7pGwKURPmOtxFUm4LtoHWeZUOT2tiYmM0eX5T0JqTDbi8M