Tonino Guerra, l’ottimista poeta del cinema d’autore

«Le farfalle non sono soltanto quegli insetti che volano davanti ai nostri occhi. Nascono da noi le farfalle. Siamo noi che creiamo le farfalle. In fondo la poesia è un tentativo di essere farfalla…».

[Intervista a Tonino Guerra, Tonino Guerra – Viaggio luminoso di una vita di Adrio Testaguzza, ATES Video Production, 2012. Cit. in Geraci A. M., Mangiare una farfalla: cinema e poesia di Tonino Guerra, Il Ponte Vecchio, Città di Castello, 2024]

Tonino Guerra e sua moglie Lora nella Casa dei mandorli a Pennabilli – Foto di Vera Klokova

Tonino Guerra (1920 – 2012 Santarcangelo di Romagna) è stato un poeta, sceneggiatore, scrittore, artista multidisciplinare, attivista… e molto molto altro, che ha collaborato con le più grandi del cinema nazionale e internazionale, fra questi: Antonioni, Fellini, De Sica, Rosi, Monicelli, i fratelli Taviani, Angelopoulos, Tarkovskij, Wenders. Eppure, forse la maggior parte del pubblico italiano ricorda il nome di Tonino Guerra soltanto per un celebre spot dell’Unieuro dei primi Duemila, dove il maestro recitava l’arcinota frase, ormai vero e proprio mantra: «Gianni, l’ottimismo è il profumo della vita!». Accanto all’attività di sceneggiatore, però, un altro tratto distintivo di Guerra è la sua delicata impronta poetica, un tocco lieve e nostalgico che ricalca un sentire orientale, lontano nel tempo e dallo spazio, ma attaccato alla più tenera tradizione dialettale romagnola. Il suo talento poetico vede la luce, per la prima volta, all’interno di un campo di lavoro nazista, a Troisdorf. Dopo la traumatica esperienza, comporrà la sua più celebre e toccante lirica, intitolata La farfalla, che sarà il suo animale totem e il suo simbolo distintivo per tutta la vita.

 

La farfàla
Cuntént própri cuntént
a sò stè una masa ad vólti tla vóita
mó piò di tótt quant ch’i m’a liberè
in Germania
ch’a m sò mèss a guardè una farfàla
sénza la vòia ad magnèla.
La farfalla
Contento proprio contento
sono stato molte volte nella vita
ma più di tutte quando mi hanno liberato
in Germania
che mi sono messo a guardare una farfalla
senza la voglia di mangiarla.

 

Tornato a casa, alla fine della Seconda guerra mondiale, si appassiona al cinema e, dopo alcuni anni, decide di trasferirsi a Roma, lasciando il mondo dell’insegnamento. Dopo anni difficili, Guerra, conosce finalmente il successo, scrivendo la storia del cinema italiano del secondo Novecento, con più di cento film, un Premio Oscar al miglior film straniero per Amarcord (1975, scritto insieme a Fellini), quattro David di Donatello e cinque Nastri d’Argento alla miglior sceneggiatura.

«La crisi dell’individuo di Guerra, malinconico e speranzoso, parte dalle radici del neorealismo e attraversa ogni genere, dalla commedia al cinema d’autore, passando, con disinvoltura, dai film di denuncia politica e impegno civico ai cartoni animati e le pubblicità dei primi anni Duemila. La formula del suo successo è semplice e autentica: la poesia, le immagini come simboli, la lentezza dei movimenti, la tenerezza per la terra, per ogni essere vivente e l’importanza del sogno. “Un confessore laico, un interlocutore evidentemente indispensabile a stimolare l’immaginario dei grandi visionari del cinema europeo”: così il critico e collega Cosulich sintetizza l’operato di Guerra in campo cinematografico». [Geraci A. M., Mangiare una farfalla: cinema e poesia di Tonino Guerra, Il Ponte Vecchio, Città di Castello, 2024, p. 90].

Intanto lavora anche con le case editrici Einaudi, Rizzoli e Bompiani, con quest’ultima pubblicherà la fortunata saga di Millemosche, sette volumi umoristici e antiretorici pubblicati tra il 1969 e il 1974, insieme a Luigi Malerba. Le opere di successo di Guerra sono numerosissime, soprattutto quelle scritte in dialetto, come: I bu (Rizzoli, 1972), Il polverone (Bompiani, 1978), Il Miele (Maggioli, 1981) e Piove sul diluvio (Capitani, 1997). Innumerevoli anche i riconoscimenti in ambito letterario e culturale, soprattutto dalla Russia, sua patria d’adozione, dove le sue opere sono conosciutissime anche grazie alle traduzioni della sua musa e moglie Eleonora Kreindlina, nota come Lora Guerra. Ancora oggi, è lei ad accoglie i visitatori provenienti da tutto il mondo per rendere omaggio al grande poeta, seppellito sulla Roccia, in cima al giardino della loro Casa dei Mandorli a Pennabilli. Recentemente, la vedova del maestro ha lanciato un appello, tramite social, alle istituzioni per salvaguardare la memoria di Tonino e preservare i posti a lui dedicati.

Lora Guerra: « […] Sono riuscita ad ottenere due riconoscimenti per la casa museo di Tonino Guerra. È stata riconosciuta come casa delle persone illustri dell’Emilia-Romagna e come casa della memoria d’Italia. Molto prima abbiamo ricevuto dall’Accademia del cinema europeo la targa dove è scritto che questa casa e questo posto a Pennabilli sono molto importanti per la storia del cinema europeo. Ma più di questo non riesco a fare. Ho incontrato il Sig. Felicori, con il quale avevo un appuntamento online, al quale era presente anche Emma Petitti, chiedendo alla Regione Emilia-Romagna di prendersi cura di questo posto e, soprattutto, della casa museo di Tonino. Magari la Regione potrebbe acquistare questa casa aiutata da qualche Banca o da un Ente dell’Emilia-Romagna o da un imprenditore privato perché questa casa possa rimanere anche dopo la mia scomparsa un posto pubblico per tutti i visitatori che vorrebbero vedere la casa museo di Tonino Guerra. I soldi ricavati potrebbero servire, oltre che per il restauro della casa, anche per lo stipendio di un segretario o segretaria per poter svolgere i programmi culturali e anche comunicare con le altre case museo dell’Emilia-Romagna. Io sogno che sarà fatto un percorso turistico dal Castello Malatesta, dove risiede il museo di Federico Fellini, fino al “mare verde”, come diceva Tonino, del Montefeltro, arrivando alla casa del Poeta. Ho scritto chiedendo un aiuto a tutti gli amici di Tonino che potrebbero aiutare in questa impresa non facile, soprattutto oggi. Spero tanto che Vittorio Sgarbi, Carlin Petrini, Farinelli, Oscar Farinetti (che mi ha risposto suggerendomi di chiedere tutto ciò in Emilia Romagna con la quale lui non c’entra niente) o Wim Wenders (che mi ha risposto in maniera molto gentile) e tutti gli altri ai quali ho scritto e che non hanno risposto, possano dare alcuni consigli. […] Tonino è nato nella piccola Santarcangelo, una cittadina che ha cercato di salvare due volte, quando dopo la guerra volevano distruggere le contrade da Tonino sono venuti tutti i nuovi dirigenti comunali, buoni ragazzi, come diceva lui, e hanno detto a Tonino di aver avuto una idea geniale “buttiamo già tutte le contrade e costruiremo un ospedale per tutti, grande e bello”. Tonino ha risposto: “voi siete pazzi ragazzi. Se distruggiamo il passato, distruggiamo anche il nostro futuro”. Adesso a Santarcangelo già da due anni è chiuso il museo di Tonino, museo privato, creato dall’Associazione di Tonino Guerra. Nella casa dei Poeti non c’è l’archivio letterario che lui ha destinato a Santarcangelo. Dalla Pro Loco, in dieci anni di guida da parte dei buoni ragazzi che guidavano il paese, non è stata fatta nessuno mostra dedicata a Tonino Guerra. La mia proposta è stata questa: fare una mostra dedicata a Tonino nella Casa della Poesia riportando l’archivio letterario in modo da ritrovarsi con poeti, amici e i grandi poeti dialettali di Santarcangelo e anche, al più presto possibile, riparare le infiltrazioni dell’acqua nel monte della pietà dove il povero cavallo di legno piange di notte aspettando la riapertura delle porte. La guida della Loco potrebbe spiegare là ai turisti che Tonino ha creato per il paese due fontane, ha inventato esteticamente la Sangiovesa, dove c’è ancora il ristorante che appartiene a Manlio Maggioli, liberando, con il sindaco Cristina, la piazza Ganganelli dalle macchine. Sui muri di Santarcangelo sono appese le targhe che raccontano le storie dei personaggi del paese. Anche il ristorante Zaghini è allestito da quadri e stampe basate sui disegni di Tonino ed è la memoria storica di tutti i personaggi che ha portato Tonino a Santarcangelo. Per l’ancora più povera Pennabilli Tonino ha creato i luoghi dell’anima con tutti gli amici. Anche il famoso orto dei frutti dimenticati ha bisogno di cura continua e il museo ha bisogno della presenza fissa di una segretaria o di un segretario che potrà svolgere un lavoro continuo, come succede in tutti i musei del mondo, e non basarsi solo su volontari o persone che ricompenso io. Non avendo alle spalle delle grandi città Tonino aspetta la sua gente di Romagna, nonostante i suoi libri non siano stati stampati negli ultimi sei anni, continuano a venire persone che mi riconoscono per la strada e dicono: “Tonino era un grande uomo, il maestro della vita”. Abbiamo bisogno adesso dei maestri della vita perché abbiamo perso tutti gli ideali e la fede nella cultura e nella bellezza che difendeva Tonino Guerra. Nell’ultimo periodo ripeteva sempre “La bellezza è già una preghiera”. Spero che qualcosa arriverà dall’amministrazione attuale di Pennabilli che ha “le orecchie tappate” nei confronti della cultura».

Prima a Santarcangelo, suo paese natale e poi a Pennabilli, poco lontano, nel Montefeltro, infatti, Guerra ha creato un mondo poetico e artistico senza precedenti chiamato I luoghi dell’anima, dove ancora oggi si possono ammirare un’importante serie di opere artistiche e giardini che invitano l’osservatore alla meditazione, alla fantasia e all’amore verso la natura. Ma l’impronta di Guerra è percepibile ovunque nella sua Valmarecchia con scritte, sculture, musei, fontane e installazioni.

Oggi, a curare la sua memoria è l’Associazione Tonino Guerra, che promuove e gestisce periodicamente numerose iniziative, e il gruppo Facebook Tonino Guerra Per Sempre. Proprio questo gruppo è stato promotore dell’appello “Una poltrona per Tonino” per intitolargli una poltrona al Cinema Modernissimo di Bologna.

La speranza dei suoi ammiratori è, dunque, che un poeta, un artista, un pensatore del calibro di Tonino Guerra non venga dimenticato, soprattutto nella sua regione. Buon profeta, scriveva di sé: «Io sarò utile dopo. Sarò utile poi. Quando all’umanità serviranno le favole e quando l’infanzia conquisterà di nuovo la fantasia che le è stata sottratta dalla modernità».

 

ANNA MARIA GERACI, nata nel 1999, è laureata in Letteratura, Lingua e Cultura Italiana, curr. Filologico, e vive a Milazzo (ME). È un’appassionata di lettura, teatro e giornalismo. Amante della natura e del trekking, ha prestato servizio come capo scout nella sua città. Da alcuni anni si dedica allo studio e alla ricerca di uno dei suoi poeti preferiti, il poliedrico Tonino Guerra. A lui ha dedicato il suo saggio “Mangiare una farfalla: cinema e poesia di Tonino Guerra” https://www.ilpontevecchio.com/home/342-mangiare-una-farfalla-cinema-e-poesia-di-tonino-guerra-9791259783158.html (Società Editrice Il Ponte Vecchio, 2024). Oggi cura, come amministratrice, il gruppo Facebook “Tonino Guerra Per Sempre”.