Poesie per un anno 60 – Elio Filippo Accrocca

di Francesco Paolo Memmo

 

Elio Filippo Accrocca (17 aprile 1923 – 11 marzo 1996) è stato, nell’immediato secondo dopoguerra, uno degli esponenti più significativi del neorealismo in poesia.

Nato a Cori (Latina), ma attivo a Roma, nelle sue prime raccolte («Portonaccio», 1949; «Caserma 1950», 1951, «Ritorno a Portonaccio», 1959) ritroviamo gli echi della guerra, delle sofferenze e delle distruzioni: le ferite ancora recenti e difficili da rimarginare.

«La poesia di Accrocca è la più refrattaria a farsi attanagliare in regole che non siano quelle reclamate dalla propria ispirazione. È, la sua, una voce di estrema tenerezza davanti alla terribilità degli eventi, voce d’una tenerezza quasi silenziosa per la sua intensità di commozione davanti a inermi povere cose, a poveri esseri travolti» (Giuseppe Ungaretti).

La poetica di Accrocca evolverà poi, negli anni Sessanta e successivi, verso forme più audaci e sperimentali.

Anche lui, come Enzo Mazza che qui abbiamo conosciuto (ma anche come il suo maestro Ungaretti), non potrà mai sanare l’indicibile dolore per la perdita del figlio, Stefano, morto a 18 anni in un incidente motociclistico nel 1973. Per lui Accrocca scriverà le poesie che nel 1980 confluiranno nella raccolta «Il superfluo».