Scipione, pseudonimo di Gino Bonichi (25 febbraio 1904 – 9 novembre 1933), grande pittore della cosiddetta “scuola romana” che si affermò tra il 1928 e il 1945 con artisti come Antonietta Raphaël, Mario Mafai, Marino Mazzacurati, scrisse nel breve giro di anni 1928-’30 un piccolo corpus di dieci poesie che nel 1938 Enrico Falqui pubblicò in una plaquette, «Le civette gridano», stampata da Scheiwiller.
Tanto bastò a Luciano Anceschi per inserirlo nell’epocale antologia dei «Lirici nuovi» (Hoepli, 1943). In quello stesso anno Enrico Falqui curò l’edizione di «Carte segrete» che contiene, oltre alle poesie, vari frammenti, il diario, alcune lettere.
Ripubblicate nel 1982 da Einaudi, le «Carte segrete» si avvalgono dell’introduzione di Amelia Rosselli: «la sua poesia è calma, candida, sensoria sì, quasi più dei quadri, ma in essa v’è una tranquillità non espressionistica che la rende del tutto individuale e difficilmente classificabile anche in questi moderni tempi».
A dimostrazione di un interesse che, seppure limitato a una ristretta nicchia, dura nel tempo, segnalo le più recenti edizioni delle poesie («Le stelle cadono accese», a cura di Davide Brullo, Raffaelli, 2017) e di «Carte segrete» (a cura di Marco Bisanti, Red Star Press, 2023).