Di Raffaele Carrieri (Taranto, 1905 – Lombrici di Camaiore, 1984) ricorre oggi, 23 febbraio, l’anniversario della nascita.
Da giovane ebbe una vita molto avventurosa: partecipò, tra l’altro, all’impresa fiumana, viaggiò come marinaio, visse per cinque anni a Parigi venendo in contatto con gli ambienti dell’avanguardia artistica e letteraria.
Tornato in Italia, si stabilì a Milano, collaborando a vari giornali come critico teatrale e, soprattutto, d’arte.
Tutte queste esperienze nutriranno profondamente la sua poesia:
«La mia poesia è tutta autobiografica; ispirata a fatti realmente accaduti, a viaggi, a soggiorni in paesi stranieri. La mia lunga permanenza a Parigi nella prima giovinezza la considero fondamentale per i molti incontri con gli artisti e i poeti d’avanguardia ora famosi».
La sua prima significativa raccolta di versi, «Lamento del gabelliere» (aveva esercitato anche questo mestiere) è del 1945.
Nel 1953 vinse il premio Viareggio con «Il trovatore».
Scrisse anche alcuni romanzi.
Oggi è pressoché dimenticato, ma voglio qui ricordarlo con una poesia tratta da una delle sue raccolte più rappresentative: «Io che sono cicala», Mondadori, 1967.