Poesie per un anno 29 – Enzo Mazza

di Francesco Paolo Memmo

 

Il 7 febbraio 2017 è morto, novantatreenne, un grande e pressoché sconosciuto poeta. Si chiamava Enzo Mazza. Io già l’ho ricordato più volte, e ancora lo faccio nell’anniversario della sua scomparsa, avvenuta otto anni fa.

Perché la mia più grande soddisfazione, in quest’anno appena trascorso della mia presenza su FB, è stata sapere che alcuni amici che mi seguono si sono imbattuti solo in questo modo nel nome di Enzo Mazza.

Nato a Roma il 1° gennaio 1924, la sua esistenza, così come la sua opera, è stata segnata in maniera indelebile dalla perdita del figlio primogenito, Fabio, perito in un incidente automobilistico nel 1981.

Se in precedenza aveva partecipato attivamente alla vita culturale come insegnante, collaboratore e fondatore di riviste, traduttore (di Catullo, in primis) e poeta in proprio, dopo quella data si è ritirato, con la moglie e il secondo figlio, in un casolare fra Chiusi e Chianciano trascorrendo il resto della vita a cercare di colmare quel vuoto attraverso un mai interrotto colloquio con Fabio, cui ha dedicato ben nove raccolte, sapendo tuttavia che niente avrebbe potuto mai lenire quel dolore.

Qui non si possono dare altro che queste poche ma essenziali notizie biografiche rimandando, per chi voglia approfondire la conoscenza del poeta, a «Il Canzoniere per Fabio e altre poesie» pubblicato nel 2021 da Betti Editrice di Siena.

Sono due preziosissimi volumi curati da Alessandro Fo, Daniela Gentile, Claudio Vela, e introdotti da uno scritto di Alice Borgna. Sarà per esclusivo merito di questi studiosi se l’opera di Enzo Mazza potrà avere una più larga circolazione e considerazione.

Quella che qui oggi pubblico è la settima delle «33 poesie per Fabio», Biblioteca Cominiana, 1991.