CAPENA (160 m slm – 5826 ab., detti capenati). A 36 km da Roma, nella media valle del Tevere, a 36 km da Roma, in un territorio abitato fin dalla preistoria, sorge il paese che da Leprignano ha cambiato nome in Capena in seguito al ritrovamento nel 1933 dell’antica città capitale del territorio dei Capenati, che prosperarono in questa regione prima dell’affermarsi dell’egemonia romana.
IL DIALETTO DI CAPENA:
- I vocabolari e le grammatiche
- I proverbi e i modi di dire
- I toponimi e i soprannomi
Toponimi capenati (www.lcnet.it): Innanzitutto, sparsi per le campagne, si ammirano ancora numerosi ruderi romani e medioevali, come vecchie torri di guardia, talvolta ricoperte d’edera, che fanno una piacevole macchia di colore nel verde circostante.
Un esempio sono i ruderi lungo il Fosso di Gramiccia, in località Mola Saracena. Si tratta di uno sbarramento, probabilmente medioevale, del corso d’acqua, usato per il funzionamento di un sovrastante mulino, ora scomparso. Il luogo è fresco e ombreggiato e tramite un piccolo sentiero si può scendere fino ai piedi del rudere in riva al ruscello, dove c’è una sorgente d’acqua minerale apprezzata per le sue proprietà. Per questo il luogo è meta di passeggiate e scampagnate da parte degli abitanti del territorio.
Altro luogo molto suggestivo è la zona del “Lago”: uno specchio d’acqua di recente formazione.
Singolare è la sua storia: il lago infatti, nel corso dei secoli si è “spostato” più volte. Si ha notizia della sua scomparsa già nel 1856, esattamente il 28 ottobre, quando in località Lago Puzzo, secondo i resoconti dell’epoca, ci fu un’esplosione sotterranea, accompagnata da spruzzi d’acqua e pietrisco, che causò una profonda voragine, riempita progressivamente d’acqua sulfurea, alla quale la località dovrà poi lo strano nome. Probabilmente il fenomeno era dovuto a movimenti tellurici e corsi d’acqua sotterranei, grazie anche alla particolare conformazione vulcanica del terreno.
Il Lago Puzzo progressivamente si riempì di terra fino a chiudersi, tanto che nel 1895 ci fu una apparizione nella zona di Fontana Cioccia. Anche questo secondo lago doveva chiudersi e scomparire, per riapparire di nuovo nel 1930, nel luogo dove è ancora oggi. Lo specchio d’acqua è situato in una dolce vallata e in parte è ombreggiato da piante e cespugli. Lo si può ancora ammirare, anche se purtroppo si è quasi del tutto richiuso.
- Canti – filastrocche-indovinelli – giochi – gastronomia – feste&sagre-altro
Feste e sagre. Festa di Sant’Antonio Abate (17 gennaio). Processione del Venerdì Santo. San Marco Evangelista (25 aprile). Infiorata (giugno). Festa Santa Maria Assunta (13-15 agosto). Festa di San Michele Arcangelo (29 settembre): fiera agricola a Santa Marta. Vendemmiale (prima domenica di ottobre) con sfilata di carri allegorici. Festa Patronale di San Luca (18 ottobre): degustazione dei maritozzi al mosto.
4.1 Canti
4.2 Filastrocche, indovinelli, invocazioni, scongiuri
4.3 I giochi
4.4 La gastronomia
La cucina capenate si segnala con i mazzocchietti (broccoletti) o con l’abbacchio, e la zuppa di crescione. Tra i dolci di Natale spiccano il serpentone dalla forma di un serpente arrotolato con un ripieno di cioccolato, mandorle tritate e liquori) e il il pangiallo (a forma di cupola, con un impasto di cioccolato, frutta secca e uva sultanina)
5. I testi in prosa: il teatro, i racconti
6. I testi di poesia
Antologia
Cenni biobibliografici
Bibliografia
AA.VV., Capena e il suo territorio, Roma, 1995.
Luciani Vincenzo e Riccardo Faiella, Le parole salvate. Dialetto e poesia nella provincia di Roma: Litorale nord, Tuscia romana, Valle del Tevere, Roma, Ed. Cofine, 2010
Webgrafia