(Settembre 2017) Straloche/Traslochi, di Vincenzo Luciani, Collana “Aperilibri” n. 8, Roma, Edizioni Cofine, 2017, pp. 32, euro 5,00. Questo volume è esaurito.
E’ però disponibile in versione digitale E-book in formato PDF
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IL LIBRO
Questo volumetto, l’ottavo della collana “Aperilibri”, raccoglie alcune poesie inedite in italiano e in dialetto garganico (Ischitella) del poeta Vincenzo Luciani. I testi sono raggruppati in cinque brevi sezioni: Straloche/Traslochi, Il muro, Neondialettale/Neodialettale, Cunte d’amore e amicizzije/Cose di amore e amicizia, Cunte de famigghje/Cose di famiglia.
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L’AUTORE
VINCENZO LUCIANI è nato nel 1946 a Ischitella nel Gargano, dal 1975 vive a Roma dove dirige il mensile di informazione locale Abitare A. È fondatore dell’Associazione e della rivista di poesia Periferie. Dirige il Centro di documentazione della poesia dialettale “V. Scarpellino”. Ha pubblicato le raccolte di poesia: Il paese e Torino, (Salemi, 1985); per le Edizioni Cofine: I frutte cirve (1986), Frutte cirve e ammature (2001), Tor Tre Teste ed altre poesie: 1968-2005 (2005),La Cruedda (2012) e le ricerche: La regione invisibile (con Silvia Graziotti, 2005); Le parole recuperate. Poesia e dialetto nei Monti Prenestini e Lepini (2007); Dialetto e poesia nella Valle dell’Aniene (2008); con Riccardo Faiella, Le parole salvate. Dialetto e poesia nella provincia di Roma: Litorale nord – Tuscia romana – Valle del Tevere (2009) e Castelli Romani e Litorale sud(2010). Inoltre: Dialetto e poesia nei 121 comuni della provincia di Roma (2011) e, con Anna Corsi e Valentina Cardinale, Dialetto e Poesia nei Monti Lepini (2012), Dialetto e poesia nei 33 comuni della provincia di Latina (2014).
Recensioni:
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NEL LIBRO
Alli cristiane, alli cunte e alli vanne
A Giulia, Enzino e Alessandro Pasquarelli
Alli cristiane, alli cunte e alli vanne
ji gghjurne a gghjurne vaje salutanne
che jè l’utema vota
fortè che li cunfronte
e u statte bbone mò
jè pe sempe
e lu sacce.
E pe quisse a st’amice ji l’accarezze
e i mane astregne ché, m’u sente,
nun l’haja cchiù vedè.
E li cristiane, li cunte e li vanne
i uarde che ce stanne alluntananne
e sta vote,
lu sacce,
jè pe sempe.
LE PERSONE, LE COSE E I LUOGHI – Le persone, le cose e i luoghi / io giorno per giorno vo salutando / perché è l’ultima volta / chissà che li incontro / e il saluto, adesso, / è per sempre / e lo so. // Ed è per questo che questi amici accarezzo / e stringo le loro mani perché, / me lo sento, / mai più li rivedrò. / E le persone, le cose e i luoghi / li vedo che si stanno allontanando / e stavolta, / lo so, / è per sempre.
Spaesamento
Dovessi riscrivere il libro
non più Il paese e Torino titolerei
ma I due paesi e Torino,
anzi i paesi sono tre
Valfenera, Ischitella, e più ancora
Tor Tre Teste paese di Roma
dove ho camminato per cento-
quarantotto stagioni.
Mi trovo in un’età
che a tanti luoghi io vo dicendo addio
e sento lo strappo nella carne.
A Ischitella mi domando:
ma io qua che ci sto a fare qua?
Tu pensa, a Ischitella,
il paese che in dodici anni
mi ha fatto quel che sono,
dotato della lingua
del padre e della madre.
Quella che non mente.
Che mi soccorre sempre quando è buio.
E chi l’avrebbe mai detto,
vendere quella casa
bella sul Corso, dove
tornavi ad ogni estate
con la donna della tua vita,
dove ospitavi gli amici, i più cari,
uno su tutti Achille che l’amava
quella sua Casarella ’e Vicenzino.
Ora estraneo mi sento e fuori posto.
Spustate, come si dice qui
di chi perde il cervello
e pure il luogo.
Cammino per Valfenera
diventata terra straniera. Cammino
che l’occhio si sperde nelle Alpi
e nei bric per me senza nome
torno torno in distesa.
Mi metterei in strada per raggiungerli
tutti. Ma l’età mi sconsiglia e poi fa caldo
e poi sarei io solo a camminare
coi miei pensieri
senza nessuno a cui dire:
“Guarda quella collina, quel prato,
quel campo di meliga alta
e quella casa, quella nuvola a vela,
e quella gaggìa e quel torrente
zitto d’acqua”.
Intanto s’annera una notte africana
in Piemonte.
E le Alpi stanno a guardare.
E strepita la gazza sopra il pruno.
Ieri mattina ho corso nel mio parco
a Tor Tre Teste coi più cari amici
che tradirò per Pietralata.
Spustate*
Vengè, che si’ spustate?
Scì, nun sule spustate
ma pure spatriate
e sbalijate,
u core ziche ziche sgracenate
addulurate
murtefecate.
E scasate
SPOSTATO – Vincenzo sei spostato? / Sì non solo spostato / ma pure spatriato / e sbalestrato, / il cuore ridotto a pezzettini / addolorato / mortificato. // E traslocato.
* nel doppio senso di senza luogo e senza cervello.
Nùvele
Nùvele a dritte, nùvele a mangine,
nùvele nfronte,
nùvele nquartune
nùvele addrete
nùvele pe tutte
e pe nisciune.
Tante so’ i prete e tante
so’ i nuvele
e accume a gghjesse
ji cagne e me aggire
vote ji ride, vote suspire,
vote me ’ncazze, vote m’addecreje,
nu jurne mpace n’atu jurne allite.
A morre a morre nuvele jescene
vente de mare e vente de terre…
qua manghe i prete stanne sode.
NUVOLE – Nuvole a dritta, nuvole a manca, / nuvole di fronte, / nuvole di lato, // nuvole dietro, / nuvole per tutti / e per nessuno. // Tante sono le pietre e tante / le nuvole / e come loro / io cambio e mi rigiro, / a volte rido, a volte sospiro / a volte mi arrabbio, a volte mi diverto, / un giorno in pace e un altro in lite. // A frotte a frotte nuvole escono / vento di mare e vento di terra… / qua nemmeno le pietre stanno ferme.
I VIDEO
In questo video realizzato nel 2017, in occasione del Premio Ischitella-Pietro Giannone, Vincenzo Luciani, Anna Maria Curci, Michelina Menonna e Giuseppe Massara leggono testi in italiano e in dialetto ischitellano tratti dalla raccolta poetica “Straloche/Traslochi”. La presentatrice è Licia Novaga. Al tavolo della presidenza ci sono Marcello Teodonio e Manuel Cohen
TEPETE TEPETE duo del Coro SS Crocefisso di Ischitella
Tepete Tepete Poesia di Vincenzo Luciani presente in “Straloche/Traslochi” musicata dal M° Paula Gallardo è stata eseguito dal duo Ischitellano in occasione del premio nazionale di poesia nei dialetti d’Italia ” Città di Ischitella – Pietro Giannone ” 2017