[LUGLIO 2018] Seràie di Ivan Crico, opera vincitrice del Premio Città di Ischitella – Pietro Giannone 2018, poesie in arcaico-veneto “bisiàc”, pp. 48, euro 12,00.
***
IL LIBRO
Le motivazioni della Giuria: “I sorprendenti, convincenti ed esatti testi di Ivan Crico attingono alla cronaca, a storie lette sul web. Il risultato è l’incontro tra fatti accaduti, storie, drammatiche, reali e la resa in strutture poetiche fluide e assertive, evocative e di ampio spettro (linguistico, storico, antropologico). Ne deriva una Spoon River della contemporaneità, priva di ogni vizio retorico, di ogni indugio enfatico. L’incontro tra il ‘sermo rusticus arcaico-veneto’ della zona di Monfalcone e le storie pescate con le reti, seràie appunto, di un occhio attento, reso acuto dalla volontà di dare voce a chi non ne ha, non ne ha mai avuta o non ne ha più, e reso pietoso da quella stessa tenace volontà, è riuscito. Crico tratta con grande maestria una materia incandescente piegando agevolmente il suo dialetto antico al racconto di drammi contemporanei, per dare voce alle vittime, esserne voce. La raccolta risulta di rara efficacia, compatta, dura nella materia, lieve nella lingua e umanissima. Seràie arriva dopo molti anni di silenzio editoriale: Crico si conferma poeta di talento, dalla sensibilità speciale, intima e sociale, di grande memoria degli uomini, di evidente pietas rerum”.
***
L’AUTORE
Ivan Crico, nato a Gorizia nel 1968, è cresciuto nel paese di Pieris, lambito dal fiume Isonzo. Ha iniziato gli studi artistici nel 1981 diplomandosi in pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 1992. Contemporaneamente ha approfondito lo studio della letteratura dialettale, italiana ed estera.
Dopo essersi inizialmente segnalato come poeta in lingua, nel 1989 ha cominciato ad impiegare anche il nativo idioma veneto “bisiàc”.
Suoi testi poetici e saggi critici sono apparsi, a partire dal 1992, sulle maggiori riviste italiane come “Poesia”, “Lengua”, “Diverse Lingue”, “Tratti”, “Frontiera”.
Nel dicembre 1997 ha pubblicato Piture, a cura di Giovanni Tesio, per l’editore Boetti di Mondovì e nel 2003, per il Circolo Culturale di Meduno, con prefazione di Antonella Anedda, Maitàni (“Segnali di mare”). Nel 2006, per le edizioni del Consorzio Culturale del Monfalconese, è uscita la plaquette Ostane (“Germogli di rovo”) e nel 2007 la raccolta Segni della Metamorfosi per le edizioni della Biblioteca di Pordenone. Nel 2008 ha pubblicato la raccolta De arzent zu per l’Istituto Giuliano di Storia e Documentazione di Trieste. Per quest’ultima raccolta, scritta recuperando l’antico idioma scomparso tergestino, nel 2009 ha ricevuto il premio nazionale di poesia Biagio Marin.