[Lazio] Pier Mattia Tommasino è nato il 2 febbraio 1977 a Roma, dove risiede. Si è laureato in Lettere presso l’Università di Pisa e attualmente è perfezionando presso la Scuola Normale Superiore. Ha curato la traduzione di Pinocchio in dialetto formiano, Le venture di Peppénieglio di Giovanni Bove (2005). Suoi testi poetici, in lingua e in neoromanesco, sono apparsi nella riviste “alla bottega” e Periferie, e nell’antologia La regione invisibile. Poesia e dialetto nel Lazio. Tuscia meridionale e Campagna romana nord-occidentale (Cofine, 2005).
Ha pubblicato le raccolte La befana e er battiscopa (Cofine, Roma 2006) e Senzavajolo (Abao Aqu, Rovigo 2007).
Nota di Achille Serrao
Archiviato definitivamente il sonetto e così spuntate ansia e maniera endecasillabica ad ogni costo di cui il sonetto era (ed è tuttora presso uno stuolo di pedissequi imitatori belliani) naturalmente cova; fatto tesoro in qualche modo della lezione neologistica di Mauro Marè, del quale di tanto in tanto affiorano reperti, con La befana e il battiscopa Tommasino propone un testo nuovissimo in un nuovissimo romanesco, caratterizzato da una “misticanza” di linguaggi: entrano nella combinazione formale il dialetto non paludato, un dialetto di nuovo conio che rimanda, fra gli altri, alla prosa mimetica di Christian Raimo e al codice “recinzionista” di Johnny Palomba.
Mescidati, con i fatti della vicenda personale (Mettece sopra che / sta vita è risicata risicata, / che semo du scherzetti de cicogna / signozzi de ‘n inzogno, fiji / der mammatrone ) i lacerti di un mondo ridotto a “ na manica de sacchi de monnezza”, a una palude, l’effetto è di costante “straniazione” che dello scompaginamento delle regole sintattiche, grammaticali, esistenziali, fa la sua regola.
Tali scarto e devianza dalle norme correnti, cui Tommasino si attiene e che esalta nel percorso ideativo-strutturale della propria poesia (assolutamente autonomo, intrigante e costantemente svincolato da impacci e lacci accademici di assestamento) finiscono per produrre una parola d’uso molto personale (con frequenti neologismi) affiorante con nitida efficacia da una sintassi che tende a ridurre le articolazioni e i nessi particellari.
(Roma, Luglio 2005)