Patrizia Fanelli è nata a Pontinia (LT) il 30 gennaio 1951. Laureata in pedagogia, vive ed insegna a Roma.
Ha collaborato a diverse riviste, dipinge ed incide con l’uso di varie tecniche.
Ha pubblicato nel 1997 la sua prima raccolta di poesie Il tempo dell’assenza, cui è seguita nel 2001 Compresa la distanza e nel 2004 L’albero rosso, tutte per le edizioni Cofine.
Fa parte dell’associazione “Periferie”.
Le poesie di Patrizia Fanelli
Albero spazzanubi raccoglivento
le foglie, come dita, sono antenne
che sfidano i giorni;
forte è il suo grido muto ha sogni senza
gambe, come quelli di chi non ha mai
conosciuto misericordia; le sue
radici abbracciano la terra
unica madre, rossa
è la corteccia nel tramonto, un mondo,
una veste di sacco dove con devozione
puoi sentire il vagito di un dio
Dico parole che solo l’ora grigia
accoglie, è un soffio d’aria
il padre e questa casa
temuta ora con l’acqua si dissolve
insieme alle sue cose, ai nomi
delle cose.
Proverò, padre, a chiamarti di nuovo
da un coro giallo di ginestre.
Ti cerco anche qui padre
su questo lago d’aria
nei passi lenti consumati a riva
di giorni verdi e lucenti;
in quella siepe e lungo le cornici
dei monti sottratti alla quiete
da vite recise che solo la notte
accende, le coglie un filo
di vento e loro sussurra il cammino.
Qualcuno giura di vederli ogni tanto
quei lumi sospesi a brandelli
di nubi o nel tremolio delle foglie.
Guardo l’ombra della rosa reclinata
sulla parete in un giorno che continua
a raccontare:
due draghi ricamati e una ferita
aperta i testimoni.
Questa è ombra di rosa che geme
e muore sulla parete accesa
in un giorno che continua a dire
la miseria di molti di ciascuno:
è sempre più breve lo spazio,
sempre più ci impongono di non
essere.
Sembra dissolto il limite tra aria
e acqua: uno l’azzurro, in queste
ore di gioia ebbra si consuma
e vive e ancora si consuma ogni
desiderio. Canti
risuonano sui corpi, clipei
lucenti che guizzano fra spuma
e vento.
Tira la cima, la nave
è agli ormeggi;
in fila indiana i topi sulla tolda,
un assetto d’eguali e così noi
clonati, anche i ricordi.
E tutti qui semplicemente
a guardare.