Nella sua molteplice attività poetica, Lorenzo Poggi ha sempre una vocazione decisa all’essenzialità. Sentieri intrecciati di pensieri vengono gettati sulla carta, svelano un paesaggio di osservazioni fulminee: nasce insomma un cammino fatto di scorci di vita e natura. Descrizioni di stati d’animo con accesi cromatismi stagionali costellano i versi brevi del poeta romano.
Il gelo fodera i prati
e scricchiola
i tuoi passi nel verde.
…
Il muschio del nord
parla gaelico
sul tronco del cedro.
Poggi ama i frammenti, i versi brevi, le forme aforistiche, sapide di mestizia, di cui compone anche poesie più articolate e complesse, come dimostra questo brano tratto da una silloge importante, La Nauseatudine (“Poesie”, prefazione di Plinio Perilli, La Vita Felice, 2019)
Torno a parlare di pane e di vino
con la luna che taglia l’erba
e la stella a indicare la via.
O ancora
Ho lanciato frasi d’amore
nell’aria sferzata dal vento
parole scomposte sui tronchi d’olivo.
A chiudere questo florilegio da La Nausetudine, riportiamo questo componimento
che esprime la forte volontà di rarefazione stilistica del Nostro.
Ho steso le mani
per farne coppe amorose
in cui bere la vita.
Emerge quindi il verseggiare di un dolce/amaro epigrafista di realtà, spesso anche in vernacolo romanesco.
Proprio una tale abitudine alla nausea, un distacco dalla melma del reale, portano Poggi a ritrovarsi nella tradizione orientale dell’Haiku e dei suoi altri consimili schemi metrici chiusi, come appunto il Waka e il Tanka, o il folle e ironico, vorremmo dire satirico, uso del Senryu, un haiku più graffiante e meno descrittivo.
Ecco ad esempio:
Povero clown
rappresenti la vita
dietro quel naso.
Oppure
Un giorno grigio
s’affaccia alla finestra
senza entusiasmo.
Modelli più classici di haiku giapponese (strutturato nella forma chiusa del 5/7/5 e col kigo, stagionale espresso), si trovano però in questi Nuovi Sentieri, che riprendono e aggiornano il viaggio dell’autore nell’haiku di Stretti sentieri, (2017, sempre per Escamontage) .
Ma so d’autunno
di foglie che cadono
senza rumore.
…
La primavera
s’inginocchia all’altare
del verde intenso.
Versi di un immobile vento pittorico, sulla scia del grande Basho, il maggiore autore di haiku giapponese, perché la forza dell’haiku è un respiro sospeso sul mondo, epifanizza un battito di ciglia che scopre nella natura; lo specchio di un lago il volo di una farfalla, la neve di un monte. In questo modello poetico c’è sì un descrittivismo apparentemente semplice e ingenuo, ma in realtà nella tradizione orientale dell’haiku, come pure nel tanka è sotteso un complesso e rastremato universo di emozioni, di pura essenzialità naturale ed esistenziale. Scintille di sguardi universali!
Ma in Poggi, i vari componimenti presentano spesso un’ombra di riflessione dolorosa sulla realtà, specie nei waka e nei tanka (articolati metricamente in schema di 5/7/5/7/7versi)
Lungo gli argini
del tempo che fluisce
s’affastellano
ricordi come schegge
tra canne di passato.
Ecco che questi scatti in b/n, offrono forse i colori più intimi della visione incantata/disincantata di Lorenzo Poggi.
Lorenzo Poggi, Nuovi sentieri: Haiku, Senryu, Waka e Tanka, EscaMontage, Roma, 2023