Neve sul pruno in fiore

di Claudio Porena

[LUGLIO 2021] Neve sul pruno in fiore, di Claudio Porena, poesie, Roma, Edizioni Cofine, pp. 80, euro 12,00

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IL LIBRO

Il motivo conduttore dei sonetti di Neve sul pruno in fiore, ispirati (d)agli insegnamenti cristici e cosmici, sono le continue difficoltà che rendono arduo il cammino nel divenire Uomini Nuovi. Ma possiamo comunque – con l’azione veritiera e rispettosa delle leggi universali – realizzare la stabilità di un bene e il coraggio di un altruismo pratico coscienzioso e responsabile. Ci vuole disciplina del corpo, dell’anima, dello spirito e soprattutto dell’azione che consegue alla realizzazione delle varie dimensioni dell’Essere. A quel punto si può fiorire tanto di spalle al muro quanto sul baratro.

Il libro è la quarta raccolta di poesie ispirate al tema della Parusia, dopo Il giorno che non sai (maggio 2020); Il nostro silenzioso andar a piedi (gennaio 2021); Luce che i cieli svelano (marzo 2021).

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L’AUTORE

CLAUDIO PORENA, nato a Roma nel 1974, dottore di ricerca in Storia della lingua italiana, diplomato in chitarra classica, esercita l’insegnamento di questo strumento musicale e ha diverse pubblicazioni all’attivo come linguista e poeta. 

Con Edizioni Terre Sommerse ha pubblicato Dar trapezzio vocalico er sonetto. Manuale di linguistica romanesca, retorica e metrica con sonetti scelti, Roma, 2010; La vena impigliata. Sonetti italiani scelti, Roma, 2011. Con la Kollesis editrice: Un chiodo ar muro. Terzine poreniane prime, Roma, 2011; Giubba… de pelle. Terzine poreniane seconde, Roma, 2011; Verso una stella. Sonetti e terzine poreniane in lingua, Roma, 2011; Lunatica. Sonetti romaneschi, Roma, 2011; Er muraletto de la Muratella. Poemetti, Roma, 2011; Roma se fa bella. Poesie d’autori vari, Roma, 2012. Con ChiPiùNeArt Edizioni – Accademia Romanesca, A nò, come se scrive? Grammatica insolita del romanesco attuale, in collaborazione con Maurizio Marcelli, a cura di Lamberto Picconi, illustrazioni di Clotilde Matera, prefazione di Lazzaro Rino Caputo, nota di Roberto Vacca, saluto di Sabrina Ferilli, Roma, 2020. Con Edizioni Cofine, la monografia Unità e varietà linguistica nella moderna poesia dialettale della provincia di Roma (tesi di PhD), Roma, 2015, e i volumi di poesie Il giorno che non sai; Il nostro silenzioso andar a piedi e Luce che i cieli svelano.

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NEL LIBRO

 

Il vento sferza il falso gelsomino
e stende sulle tegole deserte
il soffio delle nuvole al mattino.
Esco dal sonno. Piego le coperte.
Indosso l’abito con cui m’inchino
a coltivare ciò che mi diverte,
ad inventare versi al tavolino,
azioni per la vita, opzioni aperte.
Mi addestro al salto quantico terreno
di là da lucernai, finestre e porte.
Riscaldo un coccio di legumi e ceno.
Esamino me stesso. Espiro forte.
Allento le tensioni e a cuor sereno
preparo la mia vita alla mia morte.

***

Lungo la via che il caprïolo passa
ogni mattina per venire a bere
sotto i noccioli, il cuore si sconquassa
nell’occhio suo che guarda per vedere
se la mia “c” al quadrato per la massa
sprigioni scienza, volontà e potere,
e se le azioni che le fanno cassa
di risonanza siano o no sincere.
Il vento mi rammenta la promessa
che se io voglio io potrò cambiare
in questa strada, in questa vita stessa.
Siamo persone ancora troppo ignare
di ciò che costerà questa scommessa
a chi di noi non la vorrà accettare.

***

L’evoluzione è prossima all’esame.
È primavera. È gloria di germogli.
Beve alla scaturigine uno sciame
di api. E ciò che semini raccogli.
Mai più triboleremo, mai più grame
saranno le persone, non più spogli
i rami delle querce, non più fame
quando verrà Dio Re, se tu Lo accogli.
Conoscerai dai frutti qual è il seme;
vivrai coi veri padri e i veri figli
in condizioni di giustizia estreme;
nessuno avanzerà alibi e appigli:
solo chi ascolta il Padre e chi Lo teme
si vestirà di una livrea di gigli.

***

L’ispirazione viene dagli dèi.
Niente di ciò che faccio è mio davvero:
le idee che partorisco, i sogni miei,
le mie risorse e tutto il mio pensiero.
Sempre Ti servo, e sempre io vorrei
poter ancora attingere al Mistero,
alla Sorgente viva, a Te che sei
nel vertice di tutto il cosmo intero.
Tu sei Poimandres, Tu sei in mezzo a noi
come pastore delle genti in coro
affratellate e miti come buoi.
Soltanto Tu gratifichi coloro
che operano in Te, Tu solo puoi
remunerare il loro e il mio lavoro.

***

Neve sul pruno in fiore, sul sentiero
che tengo verso casa lentamente.
Ciò che il potere insegue non è il Vero:
è la menzogna in ogni campo e ambiente.
In nome di un progresso menzognero,
con egoismo e ottusità saccente
eccoli preparare un nuovo impero
per ricondurre in schiavitù la gente
ed esportare guerre con decoro
in giro per la Terra: delirante
avidità di strapotere e d’oro!
Ma Dio gli fa commettere le tante
iniquità del caso, perché loro
paghino un conto karmico pesante.

***

“… Chi può guarirti meglio di un dottore
sei tu medesimo, è in te stesso il medico,
purché sappia conoscerti e, col cuore,
restare in sintonia coi Cieli. Credici:
poiché non siete immuni dall’errore,
abbacinati dalla testa ai piedi,
la panacea dei Cieli è superiore,
anche se questi Cieli non li vedi.
Bisogna cominciare a rinnovare
tutte le cose, a ricercare modi
completamente nuovi di operare.
Non basterà un martello con dei chiodi
per costruire un mondo senza tare,
ma Cieli, Cuori e Menti che si annodino…”