L’infinita ricerca di Angelo Mundula

L'ultimo libro “in prosa e in poesia alla caccia di Dio"
L’ultimo libro di Angelo Mundula L’infinita ricerca. In prosa e in poesia alla caccia di Dio, Edizioni Feeria, Comunità di San Leonino, Panzano sul Chianti, Firenze, 2014, euro 20,00, già dal titolo e dalla copertina illustrata da Il viandante sul mare di nebbia di Caspar David Friedrich, sospinge all’apertura, allo sfoglio del libro e alla sua lettura.
E lo stimolo si accresce leggendo la magistrale Introduzione di Carmelo Mezzasalma in cui viene delineato l’originale itinerario “verso Dio e la poesia” del grande poeta e critico sardo.
Il libro, miscellaneo di prosa e di poesia insieme, contiene note, articoli, recensioni apparsi soprattutto su “L’Osservatore Romano” e altri, pochi, tratti invece da “Feeria”, rivista della Comunità di San Leolino, cui Mundula ha prestato per anni la sua puntuale collaborazione. Le poesie sono quasi tutte inedite, alcune disperse in riviste per lo più liguri.
 
La novità principale di questo libro è, per usare le parole di Mezzasalma, proprio  “questo suo unire in uno strettissimo legame la poesia e la scrittura critica” e la stupefacente “profondità e naturalezza di un conversare continuo, da una parte, con le sottili e talvolta imprendibili ragioni dell’anima, ma catturate in un verso cristallino e fremente e, dall’altro, con le vicissitudini delle nostra cultura attraverso una prosa altrettanto concentrata e dilatata da una urgenza etica insopprimibile”.
 
L’ispirazione cristiana, aspetto fondamentale della poetica di Mundula, in L’infinita ricerca, trova forma in poesie- preghiere, a comporre “il breviario di una esistenza votata incondizionatamente alla ricerca della sapienza interiore, nella poesia come anche nella scrittura critica” (C. Mezzasalma). Due brevi citazioni dal libro per meglio comprendere:
“Perché continuamente m’interroghi? / Perché continuamente mi cerchi / tra faglia e faglia dei miei versi? / Sei Dio o Poesia e Verità? O / l’una e l’altra nel disegno divino?”
“Solo pensando che la poesia sia tutto / che la poesia sia Dio o almeno / per qualche verso una scintilla del divino / solo pensando questo / si può scrivere una poesia / come recitando una preghiera / ogni volta facendo qui / una professione di fede”.
 
Un altro tema dominante della sua poesia e della sua ricerca è quello teso a scoprire l’anima profonda della sua “isola impareggiabile” che Mundula riscopre attraverso la letteratura cosiddetta minore, attraverso l’amorevole lettura di numerosi poeti e scrittori sardi trascurati dalla cosiddetta grande critica, con una particolare attenzione ad autori contemporanei e, tra questi alcuni nei dialetti sardi (uno per tutti, il prediletto Franco Fresi).
Isolano, e profondamente legato alla sua Sardegna, Mundula non è però segregato in essa, ma aperto e in contatto con la migliore letteratura italiana e non solo. Basterà scorrere l’indice dei nomi e l’Antologia della critica sul poeta e prosatore Mundula. Sul suo vasto e articolato retroterra culturale si sofferma opportunamente Mezzasalma con il quale condivido il giudizio estremamente positivo sulla poesia “Nella mia libreria”. Ineccepibile anche il giudizio conclusivo del prefatore su questo libro “al contempo singolare e plurale, il libro di una vita ma anche il libro di tante amicizie letterarie che ora si fondono in un ideale percorso di sensibilità e intelligenza critica. Ma senza rinunciare al suo percorso personalissimo che resta ancorato a un profondo e insostituibile sentire religioso e più specificamente cristiano”.
“A che punto del cuore sarò giunto?” si chiede il poeta sardo nella poesia che apre il libro. E prosegue:  “Abbastanza per leggervi il chiarore / della verità e della speranza? O / così tanto a fondo da perdermi / altra volta nel gorgo profondo / della sua folta oscurità? Mai / è nostra per sempre la verità / del cuore o della mente mai / una lunga sosta al dolore del credente. / Sempre si agita nel vento il suo cuore / che infinitamente cerca se stesso e / l’Altro che vi è nascosto”.
Egli si “sente protetto dagli amici / che mi stanno intorno e lungamente / mi parlano dell’altro (…) Uno strano destino lega la loro / vita alla mia certo un’anima comune / da uomo a uomini riversi sulla pagina / con le più diverse immagini / di sé e del mondo”
 
Mundula è uomo di vaste e prolungate letture, soprattutto poetiche come confessa in “Nella mia libreria”. Ascoltiamolo:
“Qui passo molte ore del giorno / come un pulcino dentro l’uovo / che nell’uovo ritrova vita e alimento. / Qui mi sento protetto dagli amici / che mi stanno intorno e lungamente / mi parlano dell’altro. / Quanto tempo ho trascorso in loro / compagnia? Quali doni ho / ricevuto? Quali ho dato? / Uno strano destino lega la loro / vita alla mia certo un’anima comune / da uomo a uomini riversi sulla pagina / con le più diverse immagini / di sé e del mondo. / E le parole che scrissero rincorrono / le mie parole le fermano chissà / in quale porto mentre le scrivo / le ravvivano o le ravvivo / un debito infinito / che non sarà mai pagato / e quante chiacchiere d’intorno / sul nostro continuo fare e disfare / sul nostro ruolo sulla nostra / fede nel Verbo che è al principio / di ogni verbo. / Ma qui il discorso prende altra piega / altro percorso fra certo e incerto / finché una voce sopra le altre / si leva e tutte sovrasta con / la sua potenza ed è la voce stessa / della biblioteca quella sommessa / Comunione delle anime che / nel nome della Parola ne riafferma / l’essenza contro ogni altra prova / ed è il verbo (il Verbo?) / in cui tutti si riconoscono.
In questa “comunione di anime” confessa il poeta “I più vicini sono i nostri morti / che da sempre stanno intorno a noi /
intatti, intangibili ma tutt’altro / che statuari. Si muovono piano / come pesci negli acquari / tentando di comunicarci qualcosa (…) Noi cerchiamo di parlare con loro e “ogni tanto li sentiamo / sussurrare non si sa che cosa / dentro le nostre anime forse / soltanto un suono una piccola / nota della musica ch’essi hanno / in dono e vogliono donarci. / È il momento in cui si fanno / più vicini e quasi ne sentiamo / il respiro e le parole non dette / che mai diranno perché sacro / e invincibile è il loro silenzio / davanti al Signore che ne governa / il passo nell’alto suo giardino / ove gli uomini più non parlano / il linguaggio dell’uomo ma / quell’altra lingua che neppure / il poeta ma solo Dio conosce.”
Mi piace concludere questo invito alla lettura con una poesia “La chiarezza”, un autentico manifesto di poetica e di etica al tempo stesso: “ Amo la chiarezza / nella vita e nel verso / questa doppiezza che / mi fa essere libero / e leale quando penso / e quando scrivo che / è il mio modo d’essere / uomo e poeta / nel modo più degno / nel modo più umano. / E quando mento come / a ogni uomo accade / sento che qualcosa / di me si rompe nella / vita e nel verso e mai / tanto mi pento del mio / errore e a stento mi perdono. / Nulla vale meno a questo / mondo che mentire a se / stessi già prima che / all’altro niente più offende / l’uomo del suo non essere / quello che è nel profondo. / Se la vita ha un senso e / il verso lo riscopre o lo ricerca.
 
Angelo Mundula è nato a Sassari, dove vive. Ha pubblicato numerosi libri di poesia: Il colore della verità (Rebellato 1969), Un volo di farfalla (Giardini 1973), Dal tempo all’eterno (Nuovedizioni Vallecchi 1979), Ma dicendo Fiorenza (Spirali 1982), Picasso fortemente mi ama (Nuovedizioni Vallecchi 1987), Il vuoto e il desiderio (Prova d’autore 1990), Per mare (Amadeus 1993), La quarta triade (con G. Bàrberi Squarotti e G. Gramigna, Spirali 2000), Americhe infinite (Spirali 2001), Vita del gatto Romeo detto anche Meo (Spirali 2005), Il Cantiere e altri luoghi (Carlo Delfino Editore 2006). Tra le sue opere in prosa, ricordiamo Tra letteratura e fede (Edizioni Feeria 1998), L’altra Sardegna (Spirali 2003). Ha collaborato con i maggiori giornali italiani, con «L’Osservatore Romano» e con importanti riviste. È tradotto in molti paesi europei. Nelle Edizioni Feeria sono apparsi il testo critico di Renzo Cau Una poesia metafisica. Saggio sulla poesia di Angelo Mundula (2008) e Dialoghi. Scritti per un’idea di letteratura (2011). 

Vincenzo Luciani