Il titolo è un invito alla lettura d’un libro che si fa pubblicità da solo: è un vero piacere leggerlo, per gli argomenti, sempre interessanti, e per la scrittura, piana e misurata, anche quando pone riferimenti concettuali filosofici, storici o musicali. Un bel libro, non può che essere “galeotto” come annotato dall’Autore; ma non certo in questo caso, in senso erotico, bensì come pulsione alla lettura in genere, e alla riflessione che ne deriva.
Il testo raccoglie recensioni di libri, articoli per riviste e giornali, riflessioni su concerti, rappresentazioni teatrali e viaggi.
“Dopo il pieno di visioni, di immagini, di suoni e di rumori, e con le gambe stanchissime per tutte le camminate affrontate, si va via da New York con la precisa sensazione di essere stati, per alcuni giorni, al centro della modernità e di aver convissuto con l’intera umanità” (estate 2005) qui il viaggiatore mostra di avere un corpo, una mente e un cuore e di saperli esprimere in poche righe, come un tutt’uno, senza che si perda minimamente la loro specificità e verità.
Sensibilità e vastità di analisi Sirleto rivela anche nella musica contemporanea: nell’ascolto di un disco di Battiato, dice, ancora a proposito del viaggio, “Infine, mi sembra il caso di soffermarsi sul brano originale che chiude la raccolta – Invito al viaggio -. Esso ci trasporta in un paese incantato, in un’isola che possiede i colori offuscati dei nostri sogni, quei sogni depositati nell’inconscio collettivo della specie umana, perché considerati i più sciagurati ostacoli sulla via dello sviluppo materiale e dell’affermazione dei valori acquisitivi…” E’ riflessione molto attuale, specie ora, che stiamo affrontando una profonda crisi economica, sanitaria e sociale e forse consideriamo e alimentiamo poco i nostri sogni!
Ugualmente, colpiscono le sue recensioni di libri di autori italiani e stranieri, da romanzi a saggi o autobiografie – come quella di Pietro Ingrao, che visitò di persona quando era ricoverato in un ospedale di Torpignattara – mai cervellotiche, né saccenti; semmai annunciate da una frase o da un periodo di un filosofo o scrittore ben noti a Sirleto, ma senza ostentazione di pretesa conoscenza, bensì comunicandone una autentica, frutto di anni di studio e insegnamento. Ugualmente notevoli sono le sue cronache dei concerti, vere e proprie pagine di critica musicale; cito quella del 23/11/19 all’Auditorium Parco della Musica: “Infinitezza e libertà (in questo caso libertà compositiva, distruttiva delle convenzioni musicali che …avevano accompagnato lo straordinario sviluppo della cosiddetta forma sonata…) mi sembrano le parole chiave da cui partire per dare una più che approssimativa descrizione del concerto svoltosi sabato scorso…In conclusione una bella serata di grande musica, di puro essenziale e disinteressato godimento estetico” Per inciso l’Autore aveva ascoltato Wagner (Preludio e morte di Isotta) e la Terza Sinfonia di Brahms! Ma altrettanto originale e affascinante è il racconto del concerto che comprendeva il Requiem di Mozart e il concerto per violino e orchestra di Alban Berg, messi a confronto come due Requiem (27/1/19): “L’unica nota che collega l’opera di Mozart al concerto di Berg è costituita dalla curiosa coincidenza che entrambe rappresentano le ultime opere dei due autori ed entrambe di postuma prima esecuzione…A mio avviso il Requiem…è la postilla conclusiva non scientifica de Il flauto magico, nella quale si narra prima la contesa e poi la successiva vittoria del mago Sarastro (personificazione della scienza) sulla Regina della notte (cioè la Chiesa, quella della Santa inquisizione)…”
Per concludere mi ha colpito soprattutto la limpidezza e verità di una sua riflessione sull’arte moderna, nel contesto della recensione di “Se tutto è arte” di Roberto Gramiccia (Mimesis ed. 2019): “La nostra è un’epoca…in cui non è il valore artistico, intrinseco nell’opera, a determinarne il valore economico, bensì il contrario: il valore economico dell’opera, predeterminato dalla corporazione dei mercanti d’arte internazionali (dietro i quali si celano grandi banche e società finanziarie) determina il presunto valore estetico dell’opera, il quale a sua volta prescinde assolutamente dalla sua capacità di suscitare un piacere disinteressato…” Probabilmente lo sapevamo, ma ci piace continuare a pensare che non sia vero.
Francesco Sirleto, Il piacere dei testi, Ed. Cofine, Roma, 2020
Francesco Sirleto, calabrese di nascita, è stato per quasi quarant’anni professore di Storia e Filosofia; si è occupato sia storia locale che di movimenti per i diritti alla casa; in periodi diversi ha ricoperto la carica di Consigliere nel VI Municipio di Roma. Collabora con riviste on-line, occupandosi di scuola, storia delle periferie urbane, manifestazioni artistiche e culturali. All’attivo ha svariate pubblicazioni tra cui: Le lotte per il diritto alla casa a Roma, 1998; La Storia e le memorie, 2002; Quadraro, una storia esemplare, 2005; traduzione dal tedesco del Manuale di Patrologia (con P. S. Neri), 1998; Abitare a Roma in periferia (Catalogo di mostra fotografica di R. Pais), 2016
Maurizio Rossi