(settembre 2006) – Ho bevuto in una foglia. La poesia a scuola. Un’esperienza, di Giovanna Giovannini, presentazione di Franco Trequadrini (Univesità dell’Aquila) Edizioni Cofine, Roma, pp. 64 (32 a colori on illustrazioni), euro 10,00
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Ho bevuto in una foglia è il racconto di un’esperienza di “lezioni di poesia” svolte dall’autrice nel 2002, in collaborazione con le insegnanti delle classi V, in una scuola elementare romana del quartiere Alessandrino.
Nella seconda parte del libro sono riportate illustrazioni e note registrate dagli alunni nel quaderno “Scopriamo insieme la poesia” realizzato nell’attività di laboratorio.
Durante gli incontri nella scuola, l’autrice fa compiere ai bambini un percorso che vuole prendere le distanze dalla pura strumentalità dell’apparato retorico e prosodico della poesia e anche dalla liricità ermetica propria dell’adulto.
La Giovannini conduce i bambini per mano in un itinerario di lettura di se stessi e del proprio mondo, suggerendo similitudini e analogie molto suggestive tese a coinvolgere tutti i sensi. E’ un insegnamento centrato tutto sulla poesia e che quindi non vuole semplicemente insegnare la poesia, ma insegnare a “capire con la poesia”, approfondendone tutte le interiorità e tutte le valenze che costituiscono quella che una volta veniva chiamata “educazione dei sentimenti”, della quale bisognerebbe trovare il coraggio di tornare a parlare.
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L’AUTORE
GIOVANNA GIOVANNINI, nata nel 1935 a Montorio Romano, inizia giovanissima la sua pluridecennale attività di insegnante e, parallelamente, scrive poesie che inizia a pubblicare per la prima volta dopo oltre trent’anni.
La sua prima raccolta poetica, Sapore d’erbe, è del 1986. Ad essa seguono altre tre raccolte: Passi d’asfalto (1989), Pluricoscienza (1995) e Cuore di Poeta (Ed. Cofine, 2001).
È tra i soci fondatori dell’associazione culturale “Periferie” e collabora attivamente con l’omonima rivista dal 1996.
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DAL LIBRO
Ricordo quel giorno a scuola, un lunedì di primavera: fissato alla memoria come certi frammenti di luce che continuiamo a vedere, anche dopo la loro scomparsa nell’ombra.
Si alza un’allieva, Marzia, e mi racconta: – Ero in campagna e avevo sete, ma non arrivavo a una fonte alta. Mia madre raccolse una larga foglia per prendere l’acqua, e farmi bere. Allora ho bevuto in una foglia: era lucida, fresca, bella; ho bevuto in una foglia verde, lucente, nuova; ho bevuto in una foglia.
Mi balena una domanda, subito finalizzata…
– Volevi informarmi di questo, Marzia?
– No, maestra (detto con imbronciato rammarico ed evidente delusione), volevo dire la mia gioia perché la foglia era fresca e bella, volevo dire la mia gioia di avere bevuto in una foglia.
Quanta poesia, Marzia, anche se non lo sai…
In seguito, dopo tanti anni, ho “rubato” questa poesia a Marzia per iniziare un discorso sulla poesia a scuola, per tentare un progetto a questo fine. Questo discorso (condotto con i ragazzi delle quinte classi elementari) non poteva partire che dalla poesia che ci nasce spontanea, dalla poesia che ci circonda; che è in noi e nelle cose, prima che sui libri e nelle composizioni da apprendere. Che è in ciò che vorremmo dire, ma non con parole comuni, perché queste non bastano, non dicono ciò che “sentiamo” (spesso in modo confuso, intenso, commosso, difficile da esprimere). […]
Il libro è stato presentato il 28 settembre 2006, presso la Biblioteca comunale Gianni Rodari >>>.