Giovanna Giovannini

Giovanna Giovannini è nata a Montorio Romano il 30 maggio 1935, vive a Roma, dove ha insegnato per molti anni nella scuola primaria.

Ha pubblicato le raccolte poetiche Sapore d’erbe, Passi d’asfalto e Pluricoscienza.

Nel 2001 ha pubblicato la raccolta Cuore di poeta (Cofine, Roma).

 

Le poesie di Giovanna Giovannini

Senza tempo

Vento


che passi


non sei


di questo momento:


hai sapore


di foglie


già morte,


di fiori


che verranno


 


Come me


perduta


su strade percorse


lontane;


fra ombre


che vedo salire


di cose


già sfuggite,


che ancora


sfuggiranno.


 


Vento


che passi


non appartieni


a questo giorno:


hai sapore


di foglie


già morte,


di fiori


che verranno


 


(da Sapore d’erbe)

Sera al mio paese

Pure ha un senso,


ma non so più


quale,


il respiro della vela


che si stacca


dalla parete


infuocata dell’infanzia.


 


Ardevano i tetti


di mattoni,


bruciavano


i forni


pani di grano.


 


Un’unica campana


cantava alla vita


infinita,


alla morte


infinita


cui si correva incontro


giocando


sulla piazza


con gole aperte


di zampilli.


 


E si cantilenava


infinita


la filastrocca


d’un giorno.


 


(da Passi d’asfalto)

Tanta vita mi giunse

Mai


come in questo declino


di vita


tanta vita


mi giunse,


col suono


d’un fluire rigonfio


d’acque


che lontane


s’indovinano


sorgenti,


e rivoli


ricolmi,


specchi


di monti


e aurore,


di speranze


a venire,


di tutto l’invisibile


sentire


che fa umani


e nostri


gl’ingannevoli


giorni.


Certe incredibili


luci ed ombre,


e il nostro amare,


e comprendere


il nostro dolerci


a ogni palpito


a ogni cosa


congiunto.


Solo folla


d’immagini


che torna…


Stranamente


conforta


questa piena


di vita


che m’inonda,


e è forse


l’ombra


di quella


non vissuta.


 


(da Pluricoscienza)

Dicembre 1986

Brivido


di nevischio


dalla minaccia


gonfia


del cielo,


ma lontano


un verde tenero


d’erba


come di giovane


grano.


 


Sorpresi


gli occhi


non sanno


se piegarsi


all’oscuro


profondo


del cuore


o slargarsi


a chiari


orizzonti.


 


Il doppio di sé


che confonde;


duplice procedere


di sponde


avverse


e sorelle,


di specchi


che riflettono


due volti.


 


L’eterno


indugiare


smarriti


al confine


indistinto


d’oscurità


e di luce.


 


(da Passi d’asfalto)

Viaggio

D’una intera


vita


non ci resta


a volte


che qualche


spezzato


ricordo,


come d’un viaggio


in treno


cui si affida


ogni speranza;


che poi si guarda


andar via


da un finestrino


in corsa


che fughe


e guizzi


e frammenti


d’immagini


raccoglie,


ma il tempo


non ci lascia


di dare


un nome


e un volto.


 


(da Sapore d’erbe)

Sera

La sera


mi riporta


occhi d’ombra


a cercare


un rifugio


che non trovo


 


Posano


nei nidi


i volatili.


 


Il mio nido


è trasognata


infanzia,


futura trasparenza


di quiete


che non sarà raggiunta.


 


(da Sapore d’erbe)