Fiore di stecco

Antologia di Rosangela Zoppi. Aperilibro N. 11

[Marzo 2018] Fiore di stecco. Antologia, di Rosangela Zoppi, Collana Aperilibri, N. 11, 2018, Roma, Edizioni Cofine, pp. 32, euro 5,00

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IL LIBRO                                     

Questo volumetto, l’undicesimo della collana “Aperilibri”, raccoglie alcune poesie, in italiano e in romanesco, di Rosangela Zoppi, in parte già pubblicate in volume (dal 1990 al 2009) e in parte inedite. Sur ramo ignudo, / che pare tutto secco, / e una foja nun s’ariesce a véde, / fai capoccella tu, fiore de stecco.

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L’AUTORE                                  


ROSANGELA ZOPPI è nata a Roma, dove vive. Laureata in Scienze Politiche, è stata insegnante di inglese. Poetessa in lingua e in dialetto romanesco, ha pubblicato diverse raccolte di poesia, due libri su Roma e il romanzo storico Una donna contro un re (2000). Si è occupata di traduzioni per due case editrici e di teatro (testi e regia).
Tra i libri di poesia ricordiamo Le mie parole per gli altri (1990), Mo ch’er primo cartoccio l’ho vòtato (2001), Neve marzarola (2004), Prima che il cuore impietri (2005), Framezzo ar maruame (2005), ’Na viola ner penziero (2009). Ha tradotto e curato Assassinio nella cattedrale di T. S. Eliot (Ed. Cofine, 2016).

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NEL LIBRO                                 

Da: Le mie parole per gli altri

A Teta di Cervara

Dalle tegole macchiate di muschio
lo sguardo sale alla linea dei monti
poi torna docile in cima alla loggetta.
China sul suo pasto frugale
la vecchia gioca con le dita e la forchetta
che non raccoglie più abbastanza;
nei suoi modi sembra tornata
a un’infanzia diversa
dove giorno per giorno disimpara.
I raggi pietosi le sfiorano i capelli
raccolti sulla nuca di bambina
mentre la lunga fiaba della vita
volge lenta alla fine.

Da: Sulle tracce del tempo

L’animo e l’onda

Inarcata sopra lo scoglio
l’onda che puntava al cielo
cade nella furia che la rinserra.
È la sua vita un attimo.

Così l’animo umano,
che anelava a più elevata dimora,
rapido brucia in grembo alla passione.
È il suo divino un attimo.

Da: Mo ch’er primo cartoccio l’ho vòtato

Er sole cala

Er sole cala e indora er Palatino,
fa capoccella dietro ar Campidojo,
tigne de rosso tutto l’Aventino,
che pare un quadro pitturato a ojo.

Tramezzo all’archi, drent’ar Colosseo,
se diverte a giocà a nisconnarella;
doppo lo trovi a fatte marameo
sopr’a la chiesa de la Navicella.

Se specchia drent’a Fiume eppoi debbotto
se viè a piazzà davanti a casa mia:
m’imporpora così tutt’er salotto,
come si fusse un’opra de maggìa.

Slonga l’urtimi razzi come mano
p’abbraccicasse er Quirinale e er Foro,
e, mentre bacia er Pincio e er Vaticano,
pare auguraje a tutti: “Sogni d’oro!”

Da Neve marzarola

Er papavero

Sbattaja(1) co le radiche scontorte(2)
pe fasse loco immezzo ar travertino,
poi s’apre e se fa bello
propio in faccia ar teatro de Marcello.
Ma er sole malandrino
je regola la sorte(3):
j’appiccia(4) lo stuppino e je dà foco.

1 Sbattaja = lotta; 2 radiche scontorte = radici contorte; 3 je regola la sorte = gli prepara il destino; 4 appiccia = accende

Da Inedite

Non sempre

Non sempre ha la memoria
braccine soccorrevoli
da sollevarti gli anni sopra il capo
quel tanto che ti giungano
gli echi del vissuto.
A volte, cruda, lascia
che avanzi il buio della mente
per spegnerti la luce d’un ricordo,
altre volte ti nega
la carità d’un seme
di quel che è ormai sfiorito.
Allora farai conto
su quel poco che resta agglutinato
al presente di chi con te d’allora
qualche raggio di sole ha condiviso.