[GIUGNO 2015] Fent, caval e re (Fante cavallo e re) di Paolo Gagliardi, raccolta in dialetto romagnolo, vincitrice del Premio nazionale per raccolta inedita di poesie in dialetto "Città di Ischitella-Pietro Giannone" 2015, pp.32, euro 10,00
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IL LIBRO
La raccolta, in dialetto romagnolo di Lugo, Ravenna, (dedicata a “Al soldato semplice Taddeo Tampieri, classe 1887, facchino, 27° Reggimento Fanteria. Mio nonno”), è un diario di guerra fatto di piccoli frammenti, in cui l’io narrante, i compagni, le giovani reclute e i nemici vivono la loro partita a carte in compagnia della morte, senza il conforto della speranza, riscaldati a volte da qualche ricordo. Si affida alla forza, talora potenza, della situazione generale che evoca (atmosfera di guerra, truci episodi di trincea), e delle singole immagini che crea all’interno di essa e che si imprimono con sicuro effetto nel lettore. Sciolto e gradevole l’andamento del suo verso libero, colloquiale e sottilmente, intimamente ritmato.
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L’AUTORE
PAOLO GAGLIARDI è nato a Forlì nel 1956, ma dall’età di quattro anni vive a Lugo di Ravenna. Si avvicina alla poesia in età adolescenziale, ma è solo da fine anni ’90 che inizia a scrivere con regolarità, dapprima in italiano poi nella sola “lingua madre”, il romagnolo. Ama comporre micro racconti in forma epigrammatica. Nel 2011 ha pubblicato “E viaz dl’anma” (Faenza, Tempo al Libro) con la presentazione di Matteo Fantuzzi e nel 2013 “Al rob al cambia” (Forlì, L’Arcolaio) con la presentazione di Fabio Franzin.
Recensione di Maria Gabriella Canfarelli
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NEL LIBRO
Armis-cé
I s’à ’rmis-cé,
ognoun cun la su favëla,
coma al chért int e’ maz.
Ajir prema d’partì
la brescla l’éra d’cop
incù ch’a sein ariv
l’è gueinta d’spéd.
MISCHIATI – Ci hanno mischiati, / ognuno con la propria lingua, / come le carte nel mazzo. // Ieri prima di partire / la briscola era coppe / oggi che siamo arrivati / è diventata spade.
Ignacôsa
Ignacôsa u s’avṣeina,
ignacôsa s’asluntena,
arvein la nebia cun al men.
OGNI COSA – Ogni cosa s’avvicina, / ogni cosa s’allontana, / apriamo la nebbia con le mani.
Una goza a la vólta
Stra mélta
sudór e sangv
la vita la s’aveia
una goza a la vólta.
GOCCIA A GOCCIA – Tra fango / sudore e sangue / la vita se ne va / goccia a goccia.
La brescla
Pr i puret e i quaioun
la stória la n’cambia,
e’ veinz clu che int al men
l’à la brescla d’danér.
I fa fësta i sgnuroun
cun al cop pini d’vein,
u n’s’va countra a i canoun
cun al spéd e i bastoun.
LA BRISCOLA – Per i poveri e gli sciocchi / la storia non cambia, / vince chi ha nelle mani / la briscola di denari. // Fanno festa i signori / con le coppe colme di vino, / non si va contro i cannoni / con le spade e i bastoni.
Fent, caval e re
Ariv d’có dla partì
a j ò ’rmast cal tre chért,
fent, caval e re.
E’ fent u s’mór d’e’ fred,
e’ caval l’è int la mi penza,
e’ re l’è sota al quért
ch’u s’la dórma dla grösa.
FANTE, CAVALLO E RE – Arrivato al termine della partita / mi sono rimaste quelle tre carte, / fante, cavallo e re. // Il fante sta congelando, / il cavallo è nella mia pancia, / il re è sotto le coperte / che dorme profondamente.