Due poesie inedite di Mario Melis

Pubblichiamo qui di seguito due poesie inedite di Mario Melis. Mario Melis è nato a Roma nel 1942 e vive a Palestrina (RM).
Ha insegnato lettere in un istituto statale della Capitale. Ha pubblicato ricerche di carattere storico-archeologico e il libro di poesie L’altro (Roma, Ed. Cofine, 2004) e per la stessa editrice nel 2014, Notizie dall’isola.

I
Prima che il fuoco ti consumi
e ti consegni alle rive dell’Ade
secondo il nostro conformismo classicista
nell’abisso del volto della fotografia
se invece dico dita aspettavi “di te”
interna piove la distanza al fronte della pioggia
che pure m’accompagni
da cui il disprezzo risponde
(nel torto sorriso)
con l’orgoglio di un’ineluttabile sorte
la sedia è un’idea dell’attesa
l’antefatto per il ritorno
tornano le parole echeggiando sul muro
quando dall’esilio a noi ci aggrappiamo
timorosi di perderlo l’esilio
diviso uno di me si ascolta
per riflettere intera un’immagine sul muro
a compensarci
e l’eredità delle nostre vite di altri
come il calore dei corpi.

II
Come quella volta a Lisbona
(pure si ha bisogno di un luogo
per non dirlo)
quando solo (siamo sempre soli)
m’accompagnava sulla salita de Douradores
un fantasma che ho lasciato a un lampione
e tornerò per non lasciarlo solo
se l’oggetto e il soggetto sono la stessa cosa
– Penelope e il filo che non entra
nella cruna di un ago –
consolarci
quando il residuo dell’inganno insuperbisce
e dispersa in queste parole strade
estranee alla patria
sebbene volesse perdersi Penelope
e s’è perduta a sottrarsi
se un gesto non disfacesse la tela.

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Il ritratto dell’affresco sul muro
o l’angelo caduto
come quando dopo il passaggio
resta disegnato nell’aria
il moto dei passi
in un intervallo è disgiunta l’anima.
Ti accompagnino questi versi nel viaggio
ora che migrando dal paese dell’ulivo
solo il cane abbaia la notte
e chiedendoti se mai ti faranno tornare
riconosci il dolore degli altri
la terra punteggiata
e non solo la gioia
e l’obbligo della gioia
consegni il simulacro
con le ciocche della tua Sindone
sorella del vero
solo conquista il canto delle Sirene
quando nel travaglio dei giorni
dimentica nella discesa del percorso del piano
come altra cosa
dimenticheremo.
2015-05-06