[OTTOBRE 2020] dies in tundu / girogiorni, di Maria Grazia Cabras, poesie in sardo-nuorese e italiano, Edizioni Cofine, Roma 2020, pp 56 euro 14,00
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IL LIBRO
La raccolta dies in tundu / girogiorni è organizzata in due parti, così illustrate dall’autrice: «Il fluire di immagini, di voci che ri-tornano e mi vengono a trovare, si configura idealmente in due momenti: nella prima parte del libro [in cui poesie scritte in sardo-nuorese (tradotte in italiano) si alternano ad altre scritte in lingua italiana], la sacralità del gioco anima la fanciullezza nel suo farsi, una “Infanzia vivente” selvatica attraversa con il corpo gli spazi luminosi della natura in maniera intima, quasi pànica, suscitando stupore nei bambini custodi e creatori instancabili di mondi. Viceversa, le regioni più oscure dell’infanzia testimoniano l’esistente, lo svelano: guerre abusi abbandoni: baratri cupissimi, al limite della indicibilità».
«La seconda parte [con poesie scritte in italiano] abita il medesimo orizzonte: la pienezza dell’ascolto originario della lingua e del paesaggio interiore che la seduce. È una fanciullezza che emerge dai ricordi, una “Infanzia vissuta” ma anche sognata, nella quale l’esperienza del rammemorare si veste della sostanza germinante che ha nutrito quegli anni, rendendoli quello che sono stati. Parole e (s)legàmi tra le parole prendono forma sulla pagina, sostano sulla soglia, ci conducono altrove “per lampi”. La “Glossolalìa” grecoitalosarda conclude la raccolta, non chiudendo ma dando vita e fuoco a un nuovo inizio, scaturigine aurorale che affiora dal grembo della parola, daccapo e ancora risonante di nuovo germogliante.»
Una recensione di Gabriella Canfarelli
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NEL LIBRO
Murada sa bentana
a largu
boches de pitzinnos
sìllabas intattas
dentes de latte
La finestra murata
oltre
voci di bambini
sillabe intatte
denti da latte
*
Pitzinnos solos
in s’ora ch’ iscumparit
s’ànzelu grarit
a sa luna li toccheddat su coro
Bambini soli
nell’ora che trapassa
l’angelo balbetta
ha il batticuore la luna
Canto a mezza voce
nel tiritera sulla pozzanghera
la bambina stringe l’asola
della piccola notte
– balliamo ? – domanda
*
un sonno senza sogni senza spettri
nel confine gelato dell’inverno
un frutto ardente slega gesti
ricordo di un’infanzia gracile
i tuffi vertiginosi dei compagni
il mare il respiro dei corpi
tu attendevi sulla riva l’onda sghemba
che ti avrebbe preso a cavalluccio
*
aprire orizzonti a camere vuote
imbocchi di giorni eletti
l’infanzia dall’occhio chiaro
riconosceva quel passaggio,
unico, in fondo alla strada
*
glossolalìa
lalò lulùdia lulù lalò
sirtòs kala matia nòs
re bè ti ko
sbotta l’bit salta l’post
pu pài petalùda pu petài ?
ìlios in s’ab-ba frìsca
fffrrrrr s’istrìa in sof’fitta
mariposa posa mari
stradi-vari vari stami
brucio e uscio scruto e muto
matto sancio panza ’l laccio
tutto muta tutto lancia
saranta pedià makrià
janas galanas milà ghiaghià
piroetta in bicicletta
caretta caretta
mela palla ballu tundu
ena dyo trìa
tùmba trùnfa malibù
bim bam bum!
mallì tis kòtas prata is’cotta
lalà fotià galatea milà
galàsia altèa cara mea
mèta lume metà nume
to vivlìo tragudài
i cincia m’agapài
exi èndeka eptà violià
feggaraki feggarà
Nota: Glossolalìa – dal greco γλωσσολαλία, parola composta da γλῶσσα (glossa), che significa “lingua” e λαλέω (laleō) “balbettare”, “ciarlare”, “parlare”. Esercizio o gioco del linguaggio nel quale vengono coniate parole e filastrocche di sillabe insensate: si osserva normalmente nei bambini nella fase di lallazione (www.treccani.it).
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L’AUTORE
Nata a Nuoro nel 1954, Maria Grazia Cabras ha conseguito il diploma in Neogreco presso il Dipartimento di Lingue Stranieredell’Università degli Studi di Atene, città in cui ha vissuto per molti anni lavorando come traduttrice e interprete. Ha pubblicato i volumi di versi Viaggio sentimentale tra Grecia e Italia (2004), Erranza consumata (Gazebo, 2007), Canto a soprano (Gazebo, 2010), Bambine meridiane (Gazebo, 2014), Bestiario dell’istante. Poesias in duas limbas (Ed. Cofine, 2017). Coautrice, insieme a Loretto Mattonai, del libretto musicale Fuochi di stelle dure: cinque ballate e un attittu (Gazebo, 2011), e del progetto scritto a mano Periplo della cruna (testi surreali e segni) di cui, fino ad oggi, sono usciti cinque volumi in tiratura limitata. Ha tradotto dal neogreco al sardo-nuorese poesie e testi in prosa di autori greci, tra i quali Aléxandros Papadiamántis e Kóstas Ka-ryotákis. È redattrice della rivista L’area di Broca.